Castel del Monte has a way to charm its visitors. Architecturally unique and historically precious, this medieval dwelling located some 15 miles from Andria and about 50 from Bari, in Apulia, had been constructed in the 13th century to meet the requests of Frederick II, emperor of the Holy Roman Empire.
Its beauty and, as we will see, its peculiarities, made of it one of the most visited attraction in the Belpaese, as well as a UNESCO World Heritage Site. Even the silver screen paid homage to Castel del Monte when Jean-Jacques Annaud, director of iconic The Name of the Rose, movie inspired by Umberto Eco’s novel, took inspiration from its architecture to structure the library at the heart of narration. Another director, the Italian Matteo Garrone, used it as a backdrop for his Tale of Tales (2015) and in 2017, Castel del Monte became a set for some scenes of Patty Jenkins’ Wonder Woman.
However, no modern artist, director or intellectual can match the glorious mind and the myth of its creator, Stupor Mundi’s Frederick II of Swabia, a ruler symbol of modernity, a curious intellectual and illuminated politician; ideated in its structure and myriads of special features by Frederick himself, Castel del Monte is, to many, the very embodiment of the greatness of his mind, its secrets perhaps buried away with the emperor himself.
The castle is characterized by its octagonal planimetry, perhaps inspired by the octagonal crown with which Frederick had been crowned an emperor. The number “8” recurs very often in Castel del Monte: eight are its towers and its internal rooms; eight are the clovers above its entrance and eight are the leaves decorating each of the volutes topping all columns in the building. Decorative patterns characterized by the number are present across the castle, clear sign it didn’t happen by chance. As in Christian symbolism “eight” embodies the infinite and, therefore, resurrection, some believe Frederick II introduced the number into the castle’s structure as a nod to his own Christian Faith.
Many have tried, of course, to explain the mystery of the castle’s shape, often seeking an answer in astronomy and esotericism: some, for instance, believe there is a connection between the castle and Cheops’ pyramid, by which Frederick II may have been inspired. But the castle also presents several astrological symbols and the very place where it has been built has astrological relevance. Moreover, the two lions above the columns at the castle’s entrance look towards the point where the sun rises on the summer and winter solstices.
There is more, because Castel del Monte has also been long associated with the legend of the Holy Grail: according to some, the elusive chalice had been hidden here at some stage of its mysterious history.
The connection with the Grail, or more precisely, with the Holy Land, is also found in other theories related to Castel del Monte; for instance, some believe that its octagonal shape could be a reminder of the Dome of the Rock in Jerusalem, whose planimetry is also octagonal.
As Frederick II was a man of a million interests and of great knowledge, all these peculiarities shouldn’t surprise, just as it shouldn’t surprise that he wanted to ensure his own mark, a way to show to the world Castel del Monte was his and only his, was visible on the building. For instance, he had a lily – a flower he loved and that he often referred to in his writings – depicted in the sixth room of the castle; the number 56, his age when he died, recurs often in the measurements of the building; last but not least, the letter “F” can be spotted in some parts of the castle as well.
Magic and mystery aside, truth is we don’t even know clearly why Frederick II wanted Castel del Monte: most archaeologists and historians exclude it was created with a defensive purpose, because its position isn’t strategic, and it doesn’t have any defensive walls. Some maintain Castel del Monte was conceived as a temple of knowledge, a place where the emperor could dedicate his time to science, literature and the arts, and this hypothesis seems to fit well with another, according to which the building was, quite simply, a retreat for the emperor, a place to rest and unwind, in a region – Apulia – he loved dearly.
Regardless to the meaning of its shape and mysteries of its function and structure, Castel del Monte is a wonder of the world, a unique example of balance between architecture and the environment, between what’s man made and what has been created by nature. And this is one of the many reasons the building became, in 1996, part of the UNESCO World Heritage List. Perhaps, it is through UNESCO’s own words that the importance of Castel del Monte can be explained: “The site is of outstanding universal value in its formal perfection and its harmonious blending of cultural elements from northern Europe, the Muslim world and classical antiquity. Castel del Monte is a unique masterpiece of medieval architecture, reflecting the humanist ideas of its founder, Frederick II of Hohenstaufen.”
Castel del Monte incanta i suoi visitatori. Architettonicamente unica e storicamente preziosa, questa dimora medievale situata a circa 15 miglia da Andria e circa 50 da Bari, in Puglia, era stata costruita nel XIII secolo per soddisfare le richieste di Federico II, imperatore del Sacro Romano Impero.
La sua bellezza e, come vedremo, le sue peculiarità, ne hanno fatto una delle attrazioni più visitate del Belpaese, nonché patrimonio dell’UNESCO. Anche il grande schermo ha reso omaggio a Castel del Monte quando Jean-Jacques Annaud, regista dell’iconico Il nome della rosa, film ispirato al romanzo di Umberto Eco, si è ispirato alla sua architettura per strutturare la biblioteca al centro della narrazione. Un altro regista, l’italiano Matteo Garrone, l’ha usato come sfondo per il suo Tale of Tales (2015) e nel 2017, Castel del Monte è diventato set per alcune scene di Wonder Woman di Patty Jenkins.
Tuttavia, nessun artista, regista o intellettuale moderno può eguagliare la mente gloriosa e il mito del suo creatore, lo Stupor Mundi Federico II di Svevia, un sovrano simbolo della modernità, un intellettuale curioso e un politico illuminato; ideato nella sua struttura e nelle miriadi di particolarità da Federico stesso, Castel del Monte è, per molti, l’incarnazione stessa della grandezza della sua mente, dei suoi segreti forse sepolti con l’imperatore stesso.
Il castello è caratterizzato dalla planimetria ottagonale, forse ispirata dalla corona ottagonale con cui Federico era stato incoronato imperatore. Il numero “8” ricorre molto spesso in Castel del Monte: otto sono le sue torri e le sue stanze interne; otto sono i trifogli sopra l’ingresso e otto le foglie che decorano ciascuna delle volte che sormontano tutte le colonne dell’edificio. I motivi decorativi caratterizzati dal numero sono presenti in tutto il castello, segno evidente che non è casuale. Poiché nel simbolismo cristiano “otto” incarna l’infinito e, quindi, la resurrezione, alcuni credono che Federico II abbia introdotto il numero nella struttura del castello come un cenno alla propria fede cristiana.
Molti hanno cercato, naturalmente, di spiegare il mistero della forma del castello, spesso cercando una risposta nell’astronomia e nell’esoterismo: alcuni, per esempio, credono che ci sia una connessione tra il castello e la piramide di Cheope, alla quale Federico II potrebbe essersi ispirato. Ma il castello presenta anche diversi simboli astrologici e il luogo stesso in cui è stato costruito ha rilevanza astrologica. Inoltre, i due leoni sopra le colonne all’entrata del castello guardano verso il punto in cui sorge il sole nei solstizi estivi e invernali.
C’è di più, perché Castel del Monte è stato anche a lungo associato alla leggenda del Santo Graal: secondo alcuni, l’inafferrabile calice era stato nascosto qui in qualche fase della sua misteriosa storia.
La connessione con il Graal, o più precisamente con la Terra Santa, si trova anche in altre teorie legate a Castel del Monte; per esempio, alcuni credono che la sua forma ottagonale potrebbe essere un richiamo alla Cupola della Roccia di Gerusalemme, la cui planimetria è anch’essa ottagonale.
Dato che Federico II era un uomo dai mille interessi e dalle grandi conoscenze, tutte queste particolarità non dovrebbero sorprendere, così come non dovrebbe sorprendere che volesse far sì che il suo stemma, un modo per mostrare al mondo che Castel del Monte era suo e solo suo, fosse visibile sull’edificio. Per esempio, fece raffigurare un giglio – fiore che amava e a cui si riferiva spesso nei suoi scritti – nella sesta stanza del castello; il numero 56, l’età quando morì, ricorre spesso nelle misure dell’edificio; infine, la lettera “F” può essere individuata anche in alcune parti del castello.
Magia e mistero a parte, la verità è che non si sa nemmeno chiaramente perché Federico II abbia voluto Castel del Monte: la maggior parte degli archeologi e degli storici esclude che sia stato creato con uno scopo difensivo, perché la sua posizione non è strategica, e non ha mura difensive. Alcuni sostengono che Castel del Monte sia stato concepito come un tempio del sapere, un luogo dove l’imperatore potesse dedicarsi alla scienza, alla letteratura e alle arti, e questa ipotesi sembra combaciare con un’altra, secondo la quale l’edificio era, molto semplicemente, un rifugio per l’imperatore, un luogo dove riposare e rilassarsi, in una regione – la Puglia – che amava molto.
Indipendentemente dal significato della sua forma e dai misteri della sua funzione e struttura, Castel del Monte è una meraviglia del mondo, un esempio unico di equilibrio tra architettura e ambiente, tra ciò che è fatto dall’uomo e ciò che è stato creato dalla natura. E questo è uno dei tanti motivi per cui l’edificio è diventato, nel 1996, parte della lista del patrimonio mondiale dell’UNESCO. Forse è proprio attraverso le parole dell’UNESCO che si può spiegare l’importanza di Castel del Monte: “Il sito è di eccezionale valore universale nella sua perfezione formale e nella sua armoniosa fusione di elementi culturali del nord Europa, del mondo musulmano e dell’antichità classica. Castel del Monte è un capolavoro unico di architettura medievale, che riflette le idee umanistiche del suo fondatore, Federico II di Hohenstaufen”.
Unlike many news organizations, instead of putting up a paywall we have eliminated it – we want to keep our coverage of all things Italian as open as we can for anyone to read and most importantly share our love with you about the Bel Paese. Every contribution we receive from readers like you, big or small, goes directly into funding our mission.
If you’re able to, please support L’Italo Americano today from as little as $1.