The War Memorial Opera House (Photo: Vitalyedush/Dreamstime)

Dear Readers,

Opera Season, after a long shutdown, opened recently in San Francisco with Puccini’s Tosca, to a fully vaccinated and masked audience of two thousand.

This was the S.F. Opera’s 99th season, but without my friend Joe Brucia’s father and his friends, back in 1922, the S.F. Opera seasons may have been slow getting started. San Francisco’s Operatic “Storia Segreta” reached a belated but beautiful finale in 2003 when at a spectacular civic ceremony and luncheon in the majestic S.F. War Memorial Opera and Lobby, a beautifully sculpted, three-foot-tall bronze plaque was installed and unveiled for all to see.

The plaque honors the memory and vision of twelve original Italian-American Founders of San Francisco Opera. Few realize it is Italian American Opera lovers, mostly crab-fishermen living in early San Francisco, they owe a debt of gratitude, for the first financing of a Grand Opera House in San Francisco, as per dreams spun by Gaetano Merola.

Official, rewritten San Francisco Grand Opera “First Season” history, begins September 26th, 1923 but the late Louise Dana (1904-2000),  who served as unpaid secretary to the San Francisco Opera Company during the early years,  had other recollections.

Louise (Stradi) Dana, was born in Pontasserchio, (a little town near Pisa) the first child of Giulio and Mariettta Stradi. Hearing that the Great Earthquake and Fire of 1906 created many work opportunities,  her father, a musician, sailed from Genoa, Italy, and arrived in New York in 1907. Unable to speak English, his first job upon arrival in San Francisco was washing dishes for the lumber camps at Fort Bragg, which supplied wood to rebuild homes and businesses in San Francisco. In a few years, her father saved enough money to buy passage for Louise and her mother to America, where the family worked in the produce market.

The produce business agreed with Giulio Stradi and by 1920 he had become financially successful. He had many friends, among them Gaetano and Rosa Merola from Napoli, who were frequent guests at the Stradi home. Mr. Merola often played the piano,  and after dinner everyone would discuss opera and music. A regular topic of conversation was the idea of “bringing opera to San Francisco.”

The connection between the San Francisco Opera House and the local Italian-American community is very strong (Photo: Brenda Kean/Dreamstime)

Establishing a new opera company was a huge undertaking. At 16 Louise, at Mr. Merola’s request, became his secretary, and as the only employee of the San Francisco Opera Company.

The support of the founders enabled Merola to stage performances of Pagliacci, Carmen, and Faust on June 3, 7, and 10, 1922, at Stanford. These were an artistic success, but a financial disaster. Mr. Merola had to ask Mr. Stradi and his friends for additional money to cover the losses.

By 1923, thanks to the artistic success showcased at the Stanford Stadium in 1922, Gaetano Merola met the Bay Area’s monied folks, from the Alexanders to the Zellerbacks, with the Fleishhakers and Goldsteins in between. In fact, except  A.P. Giannini, there was not one Italian surname listed among the 45 sponsors of the San Francisco Grand Opera “First Season” at the San Francisco Exposition Auditorium, September 26, 1923 program.

After the “First Season” opened with Puccini’s La Bohème, Gaetano Merola never looked back,  and the sacrifices of “pescatori” and produce people were forgotten until 1932.

Thanks to meetings with Mayor Rossi and efforts by Ettore Patrizi, who remembered the efforts and sacrifices of the founders that Merola quickly forgot, on the afternoon of October 14, 1932, the day before the official opening of the Opera House, there was a special reception for the unveiling of a commemorative plaque to honor those Italians who aided Merola in starting the San Francisco Opera Company.

In January 1996, the plaque was removed during the renovation of the Opera House. When the Opera House reopened on September 5, 1997, for a gala concert, it was missing and for five years all inquiries as to the plaque whereabouts were met with a run-around by Opera House officials.

In 2003, thanks to the persistence of Joe Brucia, son and nephew of two of the original San Francisco Opera Company founders, Alessandro Baccari, a historian working on a documentary about  the contributions of Italian Americans to opera in San Francisco, and (N.S.A.F.) National Sicilian American Foundation president Frank Bonfiglio, a large, bronze replacement plaque was designed and affixed in a place of honor, on the walls of the San Francisco War Memorial Opera House at 601 Van Ness Ave. to honor the founders of the San Francisco Opera Company:

To commemorate the founders of the San Francisco Opera, who believed in Gaetano Merola’s dream of establishing a permanent opera company in San Francisco. Their enterprise, faith, and generosity made possible the first three operas, I Pagliacci, Carmen and Faust performed at Stanford University Stadium in June 1922.

Giuseppe Brucia, Louise Dana, Antonio Farina, James V. Frevola, Milano Milani, Alfonso Napolitano, Amedeo Napolitano, Amalio Paoni, Amedeo Paoni, Giulio Stradi and Guglielmo Torchia.

Cari lettori,

La stagione dell’Opera, dopo una lunga chiusura, si è aperta recentemente a San Francisco con la Tosca di Puccini, davanti a un pubblico di duemila persone completamente vaccinato e con la mascherina.

Questa è stata la 99° stagione dell’Opera di San Francisco, ma senza il padre del mio amico Joe Brucia e i suoi amici, nel 1922, le stagioni dell’Opera di San Francisco avrebbero potuto iniziare molto dopo. La “Storia Segreta” dell’Opera di San Francisco ha avuto un finale tardivo ma bellissimo nel 2003, quando in una spettacolare cerimonia civica e con un pranzo nel maestoso S.F. War Memorial Opera and Lobby, una targa di bronzo splendidamente scolpita e alta un metro è stata installata e svelata a tutti.

La targa onora la memoria e la visione dei dodici fondatori italoamericani dell’Opera di San Francisco. Pochi si rendono conto di avere un debito di gratitudine per il primo finanziamento di una Grand Opera House a San Francisco con gli amanti italoamericani dell’Opera, per lo più pescatori di granchi che vivevano nella più antica San Francisco, grazie ai sogni di Gaetano Merola.

La storia ufficiale e riscritta della “Prima Stagione” della San Francisco Grand Opera inizia il 26 settembre 1923, ma la defunta Louise Dana (1904-2000), che lavorò come segretaria non pagata della San Francisco Opera Company durante i primi anni, aveva altri ricordi.

Louise (Stradi) Dana, nacque a Pontasserchio (un piccolo paese vicino a Pisa), prima figlia di Giulio e Marietta Stradi. Sapendo che il Grande Terremoto e l’Incendio del 1906 avevano creato molte opportunità di lavoro, suo padre, musicista, salpò da Genova e arrivò a New York nel 1907. Non sapendo parlare inglese, il suo primo lavoro al suo arrivo a San Francisco fu lavare i piatti nei campi di legname a Fort Bragg, che fornivano il legno per ricostruire le case e le imprese di San Francisco. In pochi anni, suo padre risparmiò abbastanza soldi per comprare un biglietto per Louise e sua madre e farle arrivare in America, dove la famiglia lavorò nella vendita dei prodotti.

Il business andò bene a Giulio Stradi e nel 1920 ebbe successo finanziario. Aveva molti amici, tra cui Gaetano e Rosa Merola di Napoli, che erano frequenti ospiti a casa Stradi. Il signor Merola suonava spesso il pianoforte, e dopo cena tutti discutevano di opera e musica. Un regolare argomento di conversazione era l’idea di “portare l’opera a San Francisco”.

Fondare una nuova compagnia d’opera era un’impresa enorme. A 16 anni Louise, su richiesta del signor Merola, divenne la sua segretaria e l’unica dipendente della San Francisco Opera Company.

Il sostegno dei fondatori permise a Merola di mettere in scena le rappresentazioni di Pagliacci, Carmen e Faust il 3, 7 e 10 giugno 1922 a Stanford. Queste furono un successo artistico, ma un disastro finanziario. Il signor Merola dovette chiedere al signor Stradi e ai suoi amici altri soldi per coprire le perdite.

Nel 1923, grazie al successo artistico messo in scena allo Stanford Stadium nel 1922, Gaetano Merola incontrò gente ricca della Bay Area, dagli Alexander agli Zellerback, dai Fleishhaker ai Goldstein. Infatti, tranne A.P. Giannini, non ci fu un solo cognome italiano elencato tra i 45 sponsor della “Prima Stagione” della San Francisco Grand Opera al San Francisco Exposition Auditorium, nel programma del 26 settembre 1923.

Dopo l’apertura della “Prima Stagione” con La Bohème di Puccini, Gaetano Merola non si guardò più indietro, e i sacrifici dei “pescatori” e dei produttori furono dimenticati fino al 1932.

Grazie agli incontri con il sindaco Rossi e all’impegno di Ettore Patrizi, che ricordò gli sforzi e i sacrifici dei fondatori che Merola invece dimenticò in fretta, il pomeriggio del 14 ottobre 1932, il giorno prima dell’apertura ufficiale del Teatro dell’Opera, ci fu un ricevimento speciale per lo scoprimento di una targa commemorativa per onorare quegli italiani che aiutarono Merola ad avviare la San Francisco Opera Company.
Nel gennaio 1996, la targa fu rimossa durante la ristrutturazione del Teatro dell’Opera. Quando il Teatro dell’Opera riaprì il 5 settembre 1997, per un concerto di gala, mancava ancora e per cinque anni tutte le richieste di informazioni su dove si trovasse la targa furono solo raccolte dai funzionari del Teatro dell’Opera.

Nel 2003, grazie alla persistenza di Joe Brucia, figlio e nipote di due dei fondatori originali della San Francisco Opera Company, Alessandro Baccari, uno storico che sta lavorando ad un documentario sui contributi degli italoamericani all’opera a San Francisco, e Frank Bonfiglio presidente della National Sicilian American Foundation (N.S.A.F.), una grande targa sostitutiva in bronzo è stata progettata e affissa in un posto d’onore, sulle pareti del San Francisco War Memorial Opera House al 601 Van Ness Ave. per onorare i fondatori della San Francisco Opera Company:

“Per commemorare i fondatori dell’Opera di San Francisco, che hanno creduto nel sogno di Gaetano Merola di stabilire una compagnia d’opera permanente a San Francisco. La loro intraprendenza, fede e generosità resero possibili le prime tre opere, I Pagliacci, Carmen e Faust, rappresentate allo Stanford University Stadium nel giugno 1922.
Giuseppe Brucia, Louise Dana, Antonio Farina, James V. Frevola, Milano Milani, Alfonso Napolitano, Amedeo Napolitano, Amalio Paoni, Amedeo Paoni, Giulio Stradi and Guglielmo Torchia”.


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