Two generations of Italians, at the time of Mussolini's fall (Photo: Wikicommons/Dixy52/Public Domain)

Dear readers,

This year, on April 28, we remember the 75th anniversary of Benito Mussolini’s death, so I will focus on a few more Mussolini-Italian connections. 

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Benito Mussolini’s transgressions during World War II have generally been attributed by older Italian-Americans to male compagni, just as Nonna‘s good boy was led astray by the neighborhood bad boy. And since Mussolini’s focus was to bring rispetto to Italy and make the trains run on time, it was popularly believed, thanks to propaganda, that Italy was reluctantly dragged into the Second World War imbroglio at the urging of that male compagno, Hitler. Unfortunately, Mussolini was not entirely without blame for the pain and suffering that was inflicted upon the Italian people during five years of conflict. 

When I was a little girl, sitting with my mother and her friends, I remember overhearing conversations that ended with variations of “morto o perduto in Guerra.” Now, it pains me to learn from various sources and in an essay by Alexander Stille that at times Mussolini’s war-making was accomplished for the pettiest motives of personal vanity. In 1941, although the Axis powers had their hands full fighting most of Europe, Mussolini, following his own military instinct, invaded Greece. Italian troops were pushed back into Albania, which forced Hitler to send troops to bail the Italians out. What was the cost of this demonstration of national greatness? 15,000 Greeks were killed, and 28,000 Italians died or went missing. When Hitler invaded Russia in June of 1941, Mussolini insisted on sending some 200,000 Italian troops, too, but they were completely unequipped for the Russian winter. Tens of thousands of Italians died in the campaign, and tens of thousands more were taken prisoner by the Germans and died in Nazi concentration camps when Italy tried to withdraw from the war in 1943. The final results of Mussolini’s recklessness, vanity, and poor judgment: 306,000 Italian soldiers killed, 145,000 Italian civilians dead, and countless badly wounded.

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Benito Mussolini entered the world on July 29, 1883, in the village of Dovia, near Predappio, province of Forlì, in the Emilia-Romagna region of Italy. He made his world exit on April 28, 1945. Mussolini’s body, riddled with bullets, was strung up by the heels after being caught by Italian partisans trying to sneak out of Italy disguised as a retreating German soldier. Unfortunately, his young mistress, Claretta Petacci, in a misguided attempt to stand by her man, chose to be with him, and the pair were executed by the partisans, who had found them near Lake Como.

Benito Mussolini’s father, Alessandro, was a blacksmith and later an innkeeper. A generous and compassionate man, Alessandro was an early follower of the socialist cause and bitterly antagonistic to Church and Monarchy. Mussolini’s mother, Rosa Maltoni, came from better circumstances than her husband, and was an elementary school teacher. She was a sensitive religious woman, who was determined to raise her children above the precarious lower-middle-class existence she shared with her husband. Benito Mussolini was named after Benito Juarez, the Mexican revolutionary who led the revolt against Emperor Maximilian and his wife Carlotta.

At 18, Benito became a schoolteacher and also wrote, part-time, for a socialist newspaper. In 1915, after a common-law relationship, he married, in a civil ceremony, his wife Rachele, who had given birth in 1910, to their first child, Edda. At age 29, Mussolini became editor of Avanti, the Italian socialist party newspaper, and circulation tripled under his editorship. However, the World War changed him from an internationalist to a non-compromising advocate of intervention, which led to his expulsion from the socialist party. To spread his own views on patriotism, he founded Il Popolo d’Italia in 1914. Called into service, he went to the front as a private in the Bersaglieri Corps, rose to a corporal, and then was seriously wounded by the explosion of a trench mortar. After being hospitalized, he returned to Milan and organized a group of ex-servicemen into the first fascist unit, invoking nationalist fervor against the growing strength of socialism and communism. Excellently organized in military order, the fascists grew in political strength. They became a party of the opposition, and, in October 1922, inspired by the challenging oratory of their leader, a large group began the March on Rome. The cabinet, intimidated, resigned, and the king requested Mussolini to form a government. The fascist slate came into being, superimposed upon the constitutional monarchy, and vested with all political power. It was the beginning of a dictatorship that was to subjugate the country for 21 years. 

 

Cari lettori,

Quest’anno, il 28 aprile, ricordiamo il 75° anniversario della morte di Benito Mussolini, quindi mi concentrerò su alcune “connection” sul tema Mussolini-Italiani.

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Le trasgressioni di Benito Mussolini durante la seconda guerra mondiale sono state generalmente attribuite dagli italoamericani più anziani a compagni maschi, proprio come il bravo ragazzo della nonna che fu portato fuori strada dal cattivo ragazzo del vicinato. E poiché l’obiettivo di Mussolini era quello di portare il rispetto in Italia e far circolare i treni in orario, si credeva comunemente, grazie alla propaganda, che l’Italia fosse stata trascinata con riluttanza nell’imbroglio della Seconda Guerra Mondiale su sollecitazione di quel compagno maschio: Hitler. Sfortunatamente, Mussolini non era del tutto esente da colpa per il dolore e la sofferenza inflitti al popolo italiano durante i cinque anni di conflitto.

Quando ero piccola, seduta con mia madre e le sue amiche, ricordo di aver ascoltato conversazioni che terminavano con variazioni del tipo “morto o perduto in Guerra“. Ora, mi addolora apprendere da varie fonti e da un saggio di Alexander Stille, che a volte la guerra di Mussolini veniva compiuta per i più meschini motivi di vanità personale. Nel 1941, sebbene le potenze dell’Asse fossero impegnate a combattere gran parte dell’Europa, Mussolini, seguendo il proprio istinto militare, invase la Grecia. Le truppe italiane furono respinte in Albania, il che costrinse Hitler a inviare truppe per salvare gli italiani. Qual è stato il costo di questa dimostrazione di grandezza nazionale? 15.000 greci furono uccisi e 28.000 italiani morirono o scomparvero. Quando Hitler invase la Russia nel giugno del 1941, Mussolini insistette per inviare circa 200.000 soldati italiani, ma erano completamente sprovvisti di attrezzature per l’inverno russo. Decine di migliaia di italiani morirono nella campagna, e altre decine di migliaia furono fatti prigionieri dai tedeschi e morirono nei campi di concentramento nazisti quando l’Italia cercò di ritirarsi dalla guerra nel 1943. I risultati finali dell’incoscienza, della vanità e della scarsa capacità di giudizio di Mussolini: 306.000 soldati italiani uccisi, 145.000 civili italiani morti e innumerevoli feriti gravi.

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Benito Mussolini venne al mondo il 29 luglio 1883, nel villaggio di Dovia, vicino a Predappio, provincia di Forlì, nella regione Emilia-Romagna. Lasciò il mondo il 28 aprile 1945. Il corpo di Mussolini, crivellato di proiettili, fu appeso per le caviglie dopo essere stato catturato dai partigiani italiani mentre cercava di sgattaiolare fuori dall’Italia travestito da soldato tedesco in ritirata. Sfortunatamente, la sua giovane amante, Claretta Petacci, in un maldestro tentativo di stare al fianco del suo uomo, scelse di stare con lui, e i due furono giustiziati dai partigiani, che li avevano trovati vicino al Lago di Como.

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Il padre di Benito Mussolini, Alessandro, era un fabbro e successivamente fu un oste. Uomo generoso e compassionevole, Alessandro fu uno dei primi seguaci della causa socialista e aspramente antagonista alla Chiesa e alla monarchia. La madre di Mussolini, Rosa Maltoni, proveniva da circostanze migliori del marito ed era maestra di scuola elementare. Era una donna religiosa sensibile, determinata a crescere i figli al di sopra della precaria esistenza della classe medio-bassa che condivideva con suo marito. Benito Mussolini prese il nome da Benito Juarez, il rivoluzionario messicano che guidò la rivolta contro l’imperatore Massimiliano e sua moglie Carlotta.

A 18 anni Benito divenne insegnante e scrisse anche, part-time, per un giornale socialista. Nel 1915, dopo una relazione di fatto, sposò, con rito civile, la moglie Rachele, che aveva dato alla luce, nel 1910, la loro prima figlia, Edda. All’età di 29 anni, Mussolini divenne direttore dell’Avanti, il giornale del partito socialista italiano, e la diffusione triplicò sotto la sua direzione. Tuttavia, la guerra mondiale lo trasformò da internazionalista in intransigente sostenitore dell’intervento, cosa che portò alla sua espulsione dal partito socialista. Per diffondere le proprie idee patriottiche fondò nel 1914 Il Popolo d’Italia. Chiamato in servizio, andò al fronte come soldato semplice dei Bersaglieri, divenne caporale e poi fu gravemente ferito dall’esplosione di un mortaio in trincea. Dopo essere stato ricoverato in ospedale, tornò a Milano e organizzò un gruppo di ex militari nella prima unità fascista, invocando il fervore nazionalista contro la forza crescente del socialismo e del comunismo. Ottimamente organizzati sul piano militare, i fascisti crebbero in forza politica. Divennero un partito di opposizione e, nell’ottobre 1922, ispirati dall’oratoria provocatoria del loro leader, un folto gruppo iniziò la marcia su Roma. Il governo, intimidito, si dimise e il re chiese a Mussolini di formare un governo. Nacque la lista fascista, sovrapposta alla monarchia costituzionale e investita di tutto il potere politico. Fu l’inizio di una dittatura che avrebbe soggiogato il Paese per 21 anni. 

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