“Tutti voi Pellegrini, con le vostre mogli e i vostri piccoli, radunatevi alla Casa delle Assemblee, sulla collina per ascoltare lì il pastore e rendere Grazie a Dio onnipotente per tutte le sue benedizioni”.
Nacque nel 1621 a Plymouth, nel Massachusetts, la Festa del Ringraziamento, in segno di riconoscenza per il primo raccolto che permise ai coloni inglesi di sopravvivere al rigido inverno del loro arrivo.
Nel menù di quel primo Ringraziamento americano ci furono pietanze che divennero tradizione per feste che da allora si diffusero in tutti gli Stati Uniti.
Sapori che immediatamente si legano a ricordi, a usi e costumi familiari, alle origini non solo personali ma sociali, che sono sinonimi di appartenenza alla propria comunità.
Lo stesso può valere per gli immigrati che ritrovano in una pietanza, in un profumo, in un gusto, un legame intimo con il proprio passato e le origini.
Ecco perchè scoprire un ristorante in Idaho, nella Sun Valley che sforna pane caldo e saporiti manicaretti tipicamente toscani, può diventare un tuffo nei ricordi personali, un’esperienza sensoriale che ricrea emozioni quasi ataviche in un italoamericano che pure ha alle spalle più decenni vissuti negli Usa che non nel Belpaese e che magari festeggia convintamente il Thanksgiving Day, sentendosi americano.
I legami con la propria cultura spesso sono tessuti di fili invisibili e insospettabili: dalle abitudini alimentari a uno slang che marca il territorio di provenienza.
Per tutti gli altri, queste caratteristiche sono folklore, sono fissazioni, sono stranezze.
Ma immergersi nella cultura italiana attraverso la sua enogastronomia, ad esempio, è solo uno dei tanti modi per conoscere e capire l’Italia. Significa imparare a decifrare quel linguaggio non verbale che ne costituisce l’essenza profonda e unica che distingue i paesi, le regioni, i dialetti, i costumi.