Ancora una volta, i soldati italiani scendono in campo a sostegno della popolazione colpita da disastri naturali. Il Capo di Stato Maggiore della Difesa, Generale Biagio Abrate, ha incontrato nella base dell’Aeronautica Militare di Poggio Renatico, i militari del nuovo raggruppamento “Una Acies”. Inviato dall’Esercito per intervenire nelle aree interessate dal sisma in Emilia Romagna, opera insieme al Dipartimento della Protezione Civile nelle zone particolarmente danneggiate di Bondeno, San Felice sul Panaro e Crevalcore.
 
L’Esercito Italiano è stato impiegato più volte, negli ultimi anni, in attività di soccorso. Dal sisma in Abruzzo all’esondazione di corsi d’acqua in Toscana alle frane causate dal dissesto idrogeologico in Calabria e Sicilia. Un contributo determinante sia nelle fasi iniziali sia nel successivo processo di normalizzazione e assistenza. Un risultato possibile grazie alle capacità di intervento e rapida dislocazione della Forza Armata e dei piani di collaborazione con la Protezione Civile e le altre strutture operative per la gestione delle emergenze.
 
In 2.500 anni, l’Italia è stata interessata da più di 30.000 terremoti di media e forte intensità. Solo nel secolo scorso sono stati rilevati 7 terremoti con magnitudo uguale o superiore a 6.5. Terremoti che hanno colpito la penisola e causato danni economici consistenti, valutati in circa 135 miliardi di euro solo negli ultimi quaranta anni, a cui però si devono aggiungere le ripercussioni infrastrutturali e le perdite incalcolabili sul patrimonio artistico-monumentale. Ad esempio, il terremoto del 1997 fra Umbria e Marche, oltre ai danneggiamenti a circa 600 chiese tra cui la Basilica di San Francesco d’Assisi, ha causato 32 000 sfollati e un danno economico di circa 10 miliardi di euro, confrontabile con quello della California del 1989 (14.5 miliardi di $ USA), malgrado fosse caratterizzato da un’energia circa 30 volte inferiore.
 
In Emilia, dove dal 20 maggio la terra non ha ancora smesso di tremare, è stato dislocato il nuovo raggruppamento “Una Acies” costituito su base dell’8° Reggimento Genio Guastatori della Folgore. È composto da 300 militari che, con circa 100 mezzi, saranno impiegati negli sgomberi delle macerie con personale del Genio dotato di macchine movimento terra ed attrezzature di vario genere; nei controlli di staticità delle strutture (ingegneri militari); nei controlli antisciacallaggio nelle aree sgomberate a seguito dei crolli (zone rosse).
 
Il nuovo assetto si aggiunge ai circa 50 militari che operano a Ferrara, Bologna, Mantova, Modena, S. Agostino (Ferrara), Bondeno (Ferrara) e Crevalcore (Bologna) con 20 mezzi, 10 vagoni letto, 2 vagoni cisterna, 3 shelter bagno/doccia, 2 gruppi elettrogeni, 1 cisterna da 10.000 litri, una motopompa ed una torre di illuminazione, cucina e refettorio. Una “città mobile” di pronto intervento, unica in Europa, che i militari italiani usano solitamente nelle missioni all’estero.
 
Inoltre, sono in “stato di allertamento” e prontamente impiegabili: 6 plotoni, di cui 3 del genio, 30 militari del genio ferrovieri e un elicottero HH3F dell’Aeronautica Militare, ubicato a Cervia. “I nostri uomini, ancora una volta, hanno dimostrato la prontezza di risposta che ci è propria”, ha spiegato il generale Abrate: “Nel giro di 12 ore erano qui tutti a Poggio Renatico.
 
L’Esercito ha già allestito un campo tendato per 300 persone a Crevalcore, messo a disposizione un treno del Genio Ferrovieri per ospitare una ottantina di sfollati a Bondeno e fornire 150 pasti caldi all’ora, demolito la ciminiera di un’ex fabbrica per la trasformazione del pomodoro, sempre nella zona di Bondeno.
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