Le vittime sono salite a 291 mentre le scosse continuano. A tre giorni dalla prima e più distruttiva di magnitudo 6.0 che ha raso al suolo Amatrice, Arquata del Tronto e Accumoli, alle 4.50 una nuova scossa di grado 4,0 Richter, si è registrata nella zona fra Castelluccio di Norcia, nel Perugino, e Montegallo, nell’Ascolano. Ipocentro alla profondità di 8 km. Come confermato dalla Protezione Civile, ci sono state 1.332 scosse dall’inizio dell’evento sismico.
Ad Ascoli Piceno, nelle Marche, c’è stato il funerale di Stato delle 36 persone morte nel Marchigiano.
Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, dopo aver visitato le zone colpite dal terremoto di Amatrice e Accumoli, accompagnato dai Sindaci di Amatrice, Sergio Pirozzi, e di Accumoli, Stefano Petrucci, e aver incontrato i cittadini, i Vigili del Fuoco e i volontari impegnati nei soccorsi, ha partecipato alle esequie delle vittime del terremoto del Comune di Arquata del Tronto, nella giornata di lutto nazionale che ha disposto l’esposizione di bandiere a mezz’asta sugli edifici pubblici dell’intero territorio italiano.
Al rito celebrato dal vescovo Giovanni D’Ercole nella palestra adiacente all’ospedale “Mazzoni”, hanno preso parte i presidenti di Senato e Camera, Piero Grasso e Laura Boldrini, e il presidente del Consiglio dei Ministri Matteo Renzi.
“E adesso, Signore, che si fa?’ Quante volte, nel silenzio agitato delle mie notti di veglia e d’attesa, ho diretto a Dio la stessa domanda che mi sono sentito ripetere da voi in questi giorni”, ha detto il vescovo di Ascoli Piceno celebrando il rito funebre. “A nome mio, nel nome di questa nostra gente tradita dal ballo distruttore della terra: mi sono rivolto a Dio Padre, suscitato dall’angoscia, dall’avvilimento di esseri umani derubati dell’ultima loro speranza”. Poi si è rivolto agli altri paesi colpiti: “Questo è il saluto che la nostra comunità dà alle 35 vittime qui ma anche alle altre. Il nostro pensiero va ad Accumoli e Amatrice, perché siamo un’unica e sola grande famiglia”.