Ad Amatrice, nelle tensostrutture allestite nel cortile dell’istituto Don Minozzi, il vescovo di Rieti Domenico Pompili ha celebrato i funerali solenni di 28 delle vittime del terremoto del 24 agosto. La cerimonia si è svolta alla presenza delle più alte cariche dello Stato: il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, i presidenti di Camera e Senato Laura Boldrini e Pietro Grasso, come già era avvenuto ad Ascoli Piceno.
Durante il pomeriggio è stato incessante l’afflusso di parenti e amici delle vittime, a cui il volontariato di Protezione Civile ha fornito assistenza costante. Nell’omelia, Monsignor Domenico Pompili ha ricordato come siano le opere dell’uomo a uccidere e non il terremoto e ha espresso l’auspicio che nei luoghi colpiti dal sisma torni a rivivere la bellezza: “I terremoti esistono da quando esiste la terra. I paesaggi, le montagne, l’acqua dolce, tutto è dovuto ai terremoti. Neanche l’uomo esisterebbe senza i terremoti, il terremoto non uccide. Uccidono le opere dell’uomo”.
Soprattutto se, come stanno dimostrando i primi sopralluoghi, molte costruzioni erano prive di regolari certificati antisismici.
Un’omelia intensa che ha invitato a guardare avanti. La ricostruzione non dev’essere “una ‘querelle politica’ o una forma di sciacallaggio di varia natura, ma deve far rivivere una bellezza di cui siamo custodi”.
Al termine della funzione, dopo la benedizione delle salme, la comunità di Amatrice ha dedicato un lungo e commosso applauso alle sue vittime, seguito da decine di palloncini bianchi liberati verso il cielo.
In concomitanza con le esequie, la presidenza del Consiglio ha disposto una giornata di lutto nazionale con l’esposizione delle bandiere italiana ed europea a mezz’asta sugli edifici pubblici dell’intero territorio nazionale.