Dopo la sua nascita a Roma nel 1999 su iniziativa della Gorbachev Foundation, il Summit dei Premi Nobel per la pace è tornato nella capitale italiana con la sua XIV edizione dal titolo “Peace. Living it! In honour of Nelson Mandela”.
 
Il premio Nobel sudafricano (1993), esempio di coraggio per la sua costante e vincente lotta contro l’apartheid, scomparso il 5 dicembre del 2013, è stato ispiratore e destinatario onorario di questo Summit che originariamente doveva tenersi a Città del Capo in Sud Africa. Ma, come spesso accade, grandi personalità attirano consensi e dissensi. 
 
È stato il caso del Dalai Lama, premio Nobel per la pace nel 1989, personaggio di maggior risonanza del Summit, al quale il governo sudafricano ha negato il visto di accesso e che Papa Francesco ha preferito non incontrare a Roma per non alimentare tumulti o dissensi da parte della Cina e della comunità cinese.
 
In quanto guida spirituale del Buddhismo e dei tibetani in esilio, il Dalai Lama è accusato dal governo cinese di utilizzare la religione per tentare di sovvertire l’integrità politica e territoriale della Cina. 
Le premesse di organizzazione a Roma dell’incontro di ex Premi Nobel per la pace non sono state, pertanto, delle migliori. Tuttavia le controverse dinamiche che hanno portato alla scelta di Roma come sede del Summit rimandano alle bizzarre vicissitudini che portarono alla nascita del Premio Nobel. 
 
L’idea del chimico industriale svedese Alfred Nobel di lasciare un buon ricordo e una buona eredità morale dopo la sua morte con l’istituzione dei Premi Nobel sorse dopo aver inventato la dinamite, mezzo che avrebbe potuto distruggere l’umanità. Fortunatamente Nobel si pose lo scrupolo di non voler essere ricordato come artefice di morte tramite la sua invenzione e da questa preoccupazione scaturì una buona iniziativa: l’istituzione e l’assegnazione annuale di Premi in diversi e specifici ambiti (Letteratura, Fisica, Chimica, Medicina, Economia e Pace) che presero il nome del loro ideatore.  
 
Il Summit mondiale dei Premi Nobel per la Pace ha avuto l’intento di riunire importanti personalità impegnate nel sociale che continuano ad essere protagoniste della storia internazionale, della conquista della libertà e dei diritti umani. 
 
L’evento è riuscito nel suo obiettivo di far confrontare ex Premi Nobel, di farli incontrare con giovani studenti provenienti dalle scuole romane e dalle migliori università del mondo e di partecipare con loro a workshop pomeridiani. 
 
Il futuro è nelle mani dei giovani e nella loro educazione, nella volontà di costruire insieme un mondo migliore in nome della pace, dell’uguaglianza, dell’impegno sociale contro l’ingiustizia, la violenza e la guerra. Concetti universali che possono sembrare comuni, ma di cui è sempre necessario ed indispensabile parlare per evitare di perdersi in ostilità, invidia, egoismo e nel desiderio di prevaricare e prevalere sugli altri. 
 
Tra i Premi Nobel che si sono recati a Roma: Shirin Ebadi, Leymah Gbowee e Tawakkol Karman sostenitrici della lotta per i diritti delle donne; David Trimble, sostenitore della pace nel conflitto nell’Irlanda del Nord; Josè Ramos Horta vincitore del Nobel per l’impegno pacifico a favore dell’indipendenza del suo Paese, il Timor dell’est, contro l’invasione dell’Indonesia; lo stesso Dalai Lama sostenitore della nonviolenza e della tollerenza nel conflitto tra il Tibet e la Cina. 
 
Tra gli altri Nobel invitati ma assenti al Summit: Michail Gorbachev Premio Nobel per la pace nel 1990, leader politico dell’Unione Sovietica protagonista degli eventi che portarono alla fine della Guerra Fredda e alla riunificazione della Germania; il Presidente degli Stati Uniti Barak Obama (Premio Nobel nel 2009); l’ex presidente della Polonia Lech Walesa attivista per i diritti umani. Oltre a Nelson Mandela, non si può far a meno di volgere un pensiero a Madre Teresa di Calcutta per un’intera vita dedicata ai poveri.     
 
 
Il Summit si è concluso con una cerimonia in Campidoglio in occasione della quale il regista italiano Bernardo Bertolucci ha ricevuto il Peace Summit Award 2014 per aver raccontato nei suoi film storie di oppressione e per l’impegno nel sociale e per i disabili. 
 

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