(Ph© Antonello Marangi | Dreamstime.com)

Dopo Firenze, che ha ospitato le edizioni del 2014 e del 2016, sarà Roma ad accogliere la terza edizione degli Stati Generali della Lingua Italiana nel Mondo.

In programma il 22 e 23 ottobre prossimi, anche questa edizione dell’iniziativa sarà organizzata dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale in collaborazione con l’Accademia della Crusca, la Società Dante Alighieri, la Confederazione Elvetica e il Ministero per i Beni e le Attività Culturali. 

Gli Stati Generali si svolgeranno a conclusione della XVIII Settimana della Lingua Italiana nel Mondo, che avrà come tema “L’italiano e la rete, le reti per l’italiano”. Un tema estremamente attuale che approfondirà i legami e le influenze esistenti tra la lingua italiana, il mondo della rete internet, le nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione sociale incluse le piattaforme sociali.

Una prima riunione preparatoria ha avuto luogo, sempre a Roma, il 12 12 luglio scorso e ha portato all’elaborazione di un programma di massima, che prevede una sessione istituzionale e due sessioni orizzontali, cui potranno partecipare tutti i soggetti, con l’aggiunta di tre tavoli paralleli. Al centro della due-giorni anche l’interazione con le reti più importanti (Google, Facebook, Instagram) e quali contributi potranno queste ultime dare prima degli Stati generali. Quanto alle tematiche da affrontare si parlerà di “italicità” (con tutti gli operatori che si interessano della lingua e cultura italiana), certificazione e formazione dei docenti.

Nel corso della riunione è stata sottolineata l’importanza della informazione e della comunicazione e soprattutto, anche in virtù della nuova legge sull’editoria, di non far cadere i tanti periodici diffusi all’estero, che ancora oggi raggiungono molti italiani sparsi nel mondo che hanno poca dimestichezza con i nuovi strumenti informatici. Lo stesso vale anche per le tante “radio etniche” poco conosciute al grande pubblico, ma che hanno un ruolo importantissimo tra le numerose comunità etniche. Infine, la valorizzazione dei Piani Paese.


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