Jannick Sinner in action at the ATP World Tour Finals in Turin last November (Photo: Marco Canoniero/Dreamstime)

Sports serve as a social model, a tool for gathering and integration, an avenue for inclusion and participation, and a counter to exclusion. Engaging in sports is fundamentally a burst of energy dedicated to physical well-being, essential for healthy growth, maintaining physiological balance, and preventing various diseases. However, its impact on society – encompassing both the enthusiasm from the stands and the business between merchandise and TV rights – and especially its ability to ignite excitement and foster belonging, cannot be overlooked.

The sports dimension is an aspect of Italy that is far from negligible, providing a fascinating means to understand the country and interpret its approach to life. The Scudetto won by Napoli in 2023, coming 33 years after the one led by Diego Armando Maradona – a man Neapolitans deeply adore and revere still today – demonstrates how deeply team enthusiasm, sports passion, and admiration for athletes can become part of people’s hearts and daily routines. Even a year after this triumphant championship, the city’s alleys, adorned with murals, banners, flags, and the inevitable nativity figurines, still bear the visible signs of the extensive community celebrations. Indeed, while soccer may dominate in Italy, athletes from various other disciplines have managed to captivate unexpected masses of fans with their talent and achievements.

The cycling clashes between Bartali and Coppi in the ’40s and ’50s not only showed their sporting prowess but also mirrored Italy’s societal and political divides, emblematic of the broader secular versus Catholic influences of the time. This era set the stage for Italy’s deep-rooted sports culture, from our passion for the America’s Cup, where fans would wake in the night to catch live races, to that for skiing, and the thrilling Alpine descents that have enchanted millions.

The fervor extends to the race tracks, where the Popolo della Rossa, Ferrari’s fans, exhibit a passion matched only in the motorcycle racing circuits, a domain long dominated by “The Doctor,” Valentino Rossi, who garnered widespread affection for decades. Italy’s enthusiasm for sports is further evidenced in volleyball, water polo’s Settebello, and basketball champions, not to mention athletics. After the legendary Pietro Mennea and Sara Simeoni, the nation’s heart has been captured anew by high jump sensation Gianmarco Tamberi and sprinter Marcell Jacobs, celebrated as the world’s fastest man.

Swimming champions abound, from Novella Calligaris, the pioneering Italian woman who first won a world championship, to the “Divine” Federica Pellegrini, a fourteen-year world record holder, and Gregorio Paltrinieri, a potential flag bearer for the Paris Games. Tennis, too, has a devoted following, tracing a lineage from the historic triumphs of Nicola Pietrangeli and Adriano Panatta to the modern-day successes of Matteo Berrettini and Jannik Sinner. Francesca Schiavone’s groundbreaking Roland Garros win in 2010, an unprecedented achievement for an Italian tennis player, followed by Flavia Pennetta’s victory at the US Open, highlights Italy’s rich and varied sporting legacy, cherished and celebrated across generations.

But in Italy, sports aren’t just watched, followed, and cheered for from the comfort of an armchair. About a third of Italians engage in sports regularly, totaling nearly 21 million people. This commitment is reflected in the large number of outstanding performers achieving significant international results. As of September 2022, Italy ranks 7th globally in the total Olympic gold medals and 6th in overall medals across both Summer and Winter Games, trailing behind the USA, Russia, Germany, Great Britain, and France.

Beyond the Olympic spirit, the business surrounding sports is substantial: in 2021, according to Italiaindati.com, the revenue of over 74,000 sports clubs amounted to approximately 37.5 billion euros. The entertainment industry, encompassing everything from media to sports betting and event-related services (transportation, hospitality, dining, shopping), generated 16.3 billion euros in the same year. Sportswear and equipment sales contributed another 16.8 billion euros, showcasing the employment and social impact of sports, as well as its indirect value to the Italian economy. The total estimated turnover for the Italian sports industry in 2021 was 78.8 billion euros, a 19% increase from 2020, following the record-breaking 95.9 billion euros in 2019, or 3.6% of the Italian GDP. These figures usually surge in response to sports achievements or major events, whether they’re national championships, world cups, or the Olympics.

While soccer remains the biggest moneymaker, the most practiced, and the most followed sport – there’s hardly an Italian who doesn’t feel a surge of national pride chasing a ball in the national team jersey – the tricolor dream holds a unique and unifying appeal across all sports. Even the billion-dollar realms of tennis pay homage, as seen in Volandri’s Davis Cup team’s triumphant victory and, more recently, in Sinner’s historic win in Australia, marking him as the first Italian to do so.

When the Italian flag is raised and the national anthem plays, sports have the sublime power to turn an individual victory into a collective triumph, making everyone feel part of the same team and nation.

 Sport come modello sociale, come strumento di aggregazione e integrazione, veicolo di inclusione, di partecipazione ma anche di contrasto all’emarginazione. La pratica dello sport è essenzialmente un’esplosione di energia al servizio del benessere fisico, utile ad una crescita sana, al mantenimento del giusto equilibrio fisiologico e alla prevenzione di molte malattie ma non si può certo trascurare il suo impatto sulla collettività, quella dimensione sociale che include tanto il tifo sugli spalti, quanto il giro d’affari tra gadget e diritti, e soprattutto quella sua trascinante forza di scatenare entusiasmo e affiliazione.

La dimensione sportiva è sicuramente un aspetto tutt’altro che trascurabile dell’Italia, un interessante mezzo per capirla ma anche per interpretare quel suo modo di intendere la vita. Basterebbe lo scudetto conquistato dal Napoli nel 2023, arrivato 33 anni dopo quello targato Diego Armando Maradona (per il quale i napoletani nutrono un amore viscerale e una vera e propria venerazione), per rendersi conto di quanto profondamente l’entusiasmo per una squadra, la passione per uno sport e l’ammirazione per i suoi interpreti possa entrare profondamente nel cuore e nella quotidianità delle persone. A un anno di distanza da quel trionfale campionato, i vicoli della città, tra murales, striscioni, bandierine e immancabili statuine del presepe, mostrano ancora i segni visibili dei lunghissimi festeggiamenti di popolo. Certo, in Italia il calcio la fa da padrone, ma molti sportivi di altre discipline con il loro talento e i loro risultati, sono riusciti a trascinare insospettabili masse di tifosi.

Dai duelli ciclistici Bartali-Coppi degli anni ‘40-‘50 (dove la rivalità tra i due campioni fu anche una metafora sociale e politica del Paese, diviso tra movimenti di ispirazione laica e quelli d’influenza cattolica) alle sveglie notturne per seguire le dirette dell’America’s Cup, dalle piste da sci che hanno fatto appassionare milioni di persone alle spettacolari discese dell’arco alpino, a quelle automobilistiche, dove l’inguaribile “popolo della Rossa” segue i piloti della Ferrari con un entusiasmo che romba così forte e corre così veloce solo sui circuiti motociclistici dove per decenni il “Dottore” Valentino Rossi ha calamitato il favore popolare. Per non parlare dell’Italvolley, del settebello della pallanuoto o dei campioni del basket, senza dimenticare l’atletica che dopo Pietro Mennea e Sara Simeoni ha ritrovato un posto nel cuore degli italiani grazie ai talenti nel salto in alto di Gianmarco Tamberi e del suo primo uomo più veloce al mondo Marcell Jacobs. E come dimenticare il nuoto dove i campioni si sprecano, da Novella Calligaris prima nuotatrice azzurra a vincere un mondiale alla “Divina” Federica Pellegrini per 14 anni primatista mondiale, a Gregorio Paltrinieri che potrebbe essere il prossimo portabandiera ai Giochi di Parigi, oppure il tennis che trascina un nutrito gruppo di appassionati dai successi d’annata di Nicola Pietrangeli e Adriano Panatta a quelli più recenti di Matteo Berrettini e Jannik Sinner, senza dimenticare la statuaria vittoria di Francesca Schiavone al Roland Garros nel 2010, impresa mai riuscita prima a nessuna tennista italiana, seguita qualche anno dopo da Flavia Pennetta agli Us Open.

In Italia, lo sport non è solo ammirato, seguito e tifato in poltrona. Circa un terzo degli italiani lo pratica con costanza e si tratta di quasi 21 milioni di persone. Numeri che si riflettono poi nel gran numero di ottimi performer che ottengono risultati di rilievo internazionale. Osservando i dati

aggiornati a settembre 2022, nel medagliere complessivo dei Giochi olimpici estivi e invernali, l’Italia risulta il 7° Paese a livello globale per totale di medaglie d’oro e 6° per numero di medaglie dopo Usa, Russia, Germania, Gran Bretagna e Francia.

Ben più lontano dallo spirito olimpico ma aspetto tutt’altro che trascurabile, è il giro d’affari che si muove attorno allo sport. Secondo Italiaindati.com, il fatturato delle oltre 74.000 società sportive nel 2021 ammontava a circa 37,5 miliardi. L’industria dell’intrattenimento, comparto che va dai media alle scommesse sportive ai servizi collegati agli eventi sportivi (trasporti, hospitality, ristorazione, shopping), sempre nel 2021 ha generato 16,3 miliardi. L’abbigliamento sportivo con annesse attrezzature ha prodotto un fatturato di 16,8 miliardi, numeri che arrivano da circa 10.000 aziende e 160.000 addetti a conferma delle ricadute occupazionali e sociali e di quel valore indiretto generato dallo sport per l’economia italiana. Il sito complessivamente stimava nel 2021 per la sport industry italiana un giro d’affari pari a 78,8 miliardi, cioè +19%, rispetto al 2020 dopo il record del 2019 quando si toccarono 95,9 miliardi di euro ovvero il 3,6% del Pil italiano. Cifre che solitamente schizzano in corrispondenza dei risultati sportivi o dei grandi eventi che siano campionati italiani, mondiali o olimpici.

Se il calcio è lo sport che genera il giro di affari maggiore, il più praticato e quello più seguito, e non c’è italiano che non sappia quanto ci si senta italiani a inseguire un pallone con indosso la maglia azzurra o quanta memoria collettiva costruiscano certi risultati sportivi (basti per tutti la finale Italia-Germania del campionato del mondo vinto nel 1982), il sogno tricolore, in qualsiasi sport, esercita un fascino unico e unificante. Persino gli universi miliardari che ruotano intorno al tennis si inchinano, come accaduto per la trionfante vittoria del team di Volandri in Coppa Davis o più recentemente di Sinner, primo italiano a vincere in Australia.

Quando si vede il Tricolore issarsi sul pennone più alto e sul podio si sente risuonare l’inno, lo sport ha quella capacità sublime di consegnare la vittoria di uno all’intero popolo dei tifosi, facendo sentire tutti appartenere alla stessa squadra e alla stessa nazionale.


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