La mostra “Il sogno e la gloria” è un omaggio a Frederick Stibbert (1838-1906) e alla sua opera: lo straordinario Museo fiorentino che porta il suo nome e che racchiude una delle più vaste collezioni al mondo di armi e armature antiche. Ecco in mostra alcuni dei capolavori raccolti in tutto il mondo, attraverso un allestimento che non solo ne evidenzia la bellezza e le particolarità, ma introduce il visitatore nell’atmosfera culturale ottocentesca in cui nacque la visione, anche didattica, di questo eclettico collezionista.
 
Non solo spade, pistole e armature cesellate e sbalzate, vere opere d’arte italiane e straniere, ma oggetti, dipinti, schizzi e fotografie che testimoniano il gusto dell’epoca per il revival romantico della vita medioevale e documentano il profondo interesse di Stibbert per la storia del costume civile e militare. È  stato ricreato anche uno dei laboratori dei tanti artigiani: orafi, armaioli, cesellatori, fabbri e ebanisti, incaricati dei restauri e delle ricomposizioni delle collezioni, spesso veri artisti che aiutarono Stibbert nella realizzazione del grandioso impianto scenografico del Museo nei magnifici ambienti della sua villa di Montughi, come il sorprendente Salone della Cavalcata. Restaurato negli ultimi anni secondo il progetto originale, il Museo, che era stato ideato come un viaggio nel tempo e in paesi lontani, in cui ogni sala era stata costruita nell’intento di rievocare periodi storici e ambiti culturali diversi, si presenta di nuovo com’era nel 1884 quando venne visitato dai Duchi di Teck e da molti ospiti illustri, tra i quali la Regina Vittoria, Oscar Wilde e Gabriele D’Annunzio. Il Museo conta circa 50.000 oggetti e si articola in sezioni allestite su una superficie di oltre 3.000 metri quadrati.
 
Il Museo è stato creato a Firenze negli anni dell’Unità d’Italia da Stibbert, come racconta la mostra, che riporta l’attenzione su questo brillante collezionista inglese, espressione della cultura europea ottocentesca, appassionato alla storia del costume civile e militare.
Nipote di Giles Stibbert, Comandante della Compagnia delle Indie nel Bengala, Frederick aveva una delle più prestigiose scuderie di Firenze, e presenziava a tutti gli eventi artistici e mondani. Nel 1866 si arruolò nelle Guide di Garibaldi nella campagna del Trentino ed ebbe una medaglia d’argento al valore, ma alla vita militare preferì i viaggi, in Russia, in Turchia, in Egitto, negli Stati Uniti, in Germania e in Francia o a Londra.
 
Nella creazione del Museo, Stibbert spese una fortuna, ma fu anche oculato uomo di affari, che non smise mai d’investire in avvedute operazioni finanziarie. Alla sua morte il 10 aprile 1906 Frederick Stibbert, cittadino britannico dal cuore italiano, citava come primo legatario dell’eredità museale il Governo Britannico, con l’obbligo di mantenere la collezione a Firenze e di istituire il Museo a suo nome. In caso di rinuncia sarebbe subentrato il comune di Firenze, come effettivamente accadde nel 1908. 
 

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