I SF Giants campioni della “World League” di baseball. La gioia sportiva vista con uno sguardo quasi neutrale.
Arancione e Nero sono stati i colori predominanti nelle ultime settimane a San Francisco, ed in particolare nella giornata di giovedì 1 Novembre.
Non solo perché Halloween è una festa molto sentita e festeggiata, ma perchè la città ha riaccolto nella immensa sfilata celebrativa i suoi “giganti”, campioni del campionato di baseball per la seconda volta in tre anni, bissando lo storico titolo ottenuto nel 2010 dopo un lungo periodo senza successi.
Anche per uno sportivo cresciuto in Italia avendo il calcio come modello di sport di squadra, quindi non proprio un appassionato di baseball americano, l’evento è riuscito a regalare forti emozioni.
Giganti sono stati non solamente i giocatori nella finale della “World League”, pur non trattandosi della coppa del mondo ma di quella nazionale, ma lo sono stati anche i tifosi: sono arrivati forse un milione di fans, allineati per le vie del centro di San Francisco alle ore 11 di mattina per la tanto attesa parata.
La sfilata è iniziata ai piedi di Market Street, a Steuart Street, vicino al Ferry Building, e si è diretta a ovest lungo Market per poi volgere a destra su McAllister Street e passare alla Civic Center Plaza. Il percorso scelto è stato più breve rispetto a quello utilizzato nel 2010, quando la parata ha avuto inizio a Montgomery Street, prima di andare verso la vittoria a Civic Center, ma non è stato certo meno caloroso e caotico.
L’entusiasmo e l’allegria ha contagiato un’intera città, dai giovani fans più scatenati fino a quelli più anziani, dai conduttori dei trasporti pubblici con la scritta ben in vista “Let’s go Giants” fino ai vigili del fuoco, i quali con le loro sirene hanno preso parte ai festeggiamenti per strada nella serata di domenica 28 Ottobre, subito dopo la fine di gara quattro a Detroit.
Sì, esatto, gara quattro perchè i San Francisco Giants sono riusciti nell’impresa di sconfiggere i Detroit Tigers in tutte e quattro le partite giocate, nettamente nelle prime due giocate in casa all’AT&T Park, ma in maniera più equilibrata in casa delle Tigri di Detroit, fino all’ultima estenuante partita finita con il punteggio di 4-3 al decimo extra inning.
Chi poteva essere l’uomo decisivo ancora una volta? Marco Scutaro, il giocatore venezuelano di chiare origini italiane, che ha dimostrato tutta la sua classe ed il suo sangue freddo in battuta, nella giocata decisiva quando le squadre erano in assoluta parità sul tre a tre oltre il tempo regolamentare.
La gente sente il nome e crede che lui sia italiano. Infatti lo è, almeno in parte. Suo padre è nato in Italia e da bambino giocava in un paese povero tra i residui lasciati da una guerra mondiale. Donatello Scutaro e la sua famiglia si trasferirono in Venezuela dopo la guerra, ed è stato in Venezuela che si è sposato con la madre di Marco, che era spagnola, ed è lì, a San Felipe, che Marco Scutaro è nato.
A causa della sua origine italiana, gli venne data anche la possibilità di giocare sia per l’Italia o il Venezuela nel World Baseball Classic 2006, ma lui scelse di giocare per il Venezuela.
Come accaduto per tutta la “postseason”, ovvero il periodo dei play-off a cui accedono le migliori squadre del paese, i Giants hanno scelto il seconda base Marco Scutaro nei momenti chiave delle partite. Una volta in postazione di battuta ha sfoderato il colpo chiave, dando a Ryan Theriot il via libera di correre verso casa base e segarne il punto del sorpasso.
Il Barbuto più amato di San Francisco – dopo l’idolo Brian Wilson ovviamente – è diventato a quel punto il lanciatore Sergio Romo il quale ha chiuso con cinismo la serie, eliminando tutti e tre i battitori avversari e lanciando i Giants verso la vittoria.
Cantando all’unisono “Champions of the World League”, “Beat the tigers” e“Let’s go Giants” tutti gli appassionati si sono riversati per le strade della città, dal quartiere a nord di Marina ben conosciuto per tutti i suoi locali notturni e sport bars di tendenza, al Civic Center dove era stato allestito un maxi schermo per seguire la partita live, a North Beach, Embarcadero dove risiede lo stadio dei Giganti, fin giù a sud a Mission district, dove sono stati accesi dei veri e propri falò celebrativi che hanno messo in apprensione le forze dell’ordine.
Chissà quanti fra tutti questi fans, sono stati trasportati come me solo dall’entusiasmo e da un attaccamento spontaneo per i colori della città, piuttosto che da una vera fede verso il baseball e verso i Giants?
Questi del resto sono solo dettagli, perchè le vittorie e le grida di gioia nell’illusione di essere i “campioni del mondo” rimarrano per sempre nei ricordi dei calorosi abitanti di San Francisco.