Quanti di noi sanno che molte delle componenti dei telefoni cellulari, di cui oggi non possiamo più fare a meno, sono state ideate da illustri scienziati italiani? L’antenata della batteria che li alimenta fu un’invenzione di Alessandro Volta nel XIX secolo, la plastica che li protegge deriva dalle ricerche sul polipropilene che valsero il premio Nobel per la chimica a Giulio Natta nel 1963, e lo stesso algoritmo alla base della trasmissione dati GSM fu ideato da Andrea (Andrew) Viterbi negli anni ’60.
 
Questi e altri importanti traguardi ottenuti dall’Italia in campo scientifico nel corso dei secoli sono l’oggetto della mostra interattiva itinerante dal titolo “L’Italia del Futuro”, in esposizione all’Istituto Italiano di Cultura di Los Angeles dal 4 settembre al 1 ottobre, promossa dal Ministero degli Affari Esteri e realizzata grazie alla collaborazione tra varie istituzioni quali il CNR, l’Istituto Italiano di Tecnologia, l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa.
 
Nel contesto losangelino il progetto fa parte delle iniziative per celebrare il “2013 – Anno della Cultura Italiana negli Stati Uniti” e della seconda edizione del “Mese della Scienza Italiana”, sotto gli auspici del Consolato Generale d’Italia e con il supporto dell’ISSNAF (Italian Scientists and Scholars in North America Foundation) e dell’Italian Trade Commission (ICE).
 
Una collezione di 20 pezzi unici che include gli affascinanti robot umanoidi iCub e HyQ, simulazioni di collisioni tra particelle, modelli di navi e motoscafi, gioielli in titanio, tessuti naturali in grado di auto-pulirsi alla luce del sole, esplorazioni virtuali di siti archeologici e molti altri affascinanti materiali interattivi che i visitatori possono sperimentare e scoprire in prima persona.
 Discorso d’apertura del Console Generale d’Italia, Giuseppe Perrone

 Discorso d’apertura del Console Generale d’Italia, Giuseppe Perrone

 
L’idea della mostra nasce – come racconta Filippo Sozzi, uno dei curatori scientifici che lavorano presso il CNR a Genova – dall’omonimo documentario di Alberto Angela, che presenta esempi dell’eccellenza italiana in diversi settori della scienza e della tecnologia. Dalla robotica alla fisica delle particelle, dalla chimica alla meccanica, le scoperte dei ricercatori italiani sono applicate nel campo della medicina, dei trasporti, delle telecomunicazioni, dell’architettura sostenibile e anche nel restauro di antiche opere d’arte.
 
Una panoramica estremamente incoraggiante, che rivela come il talento dell’Italia non si limiti soltanto all’ambito artistico o letterario, ma anche alla creatività e all’ingegno che hanno caratterizzato personaggi come Guglielmo Marconi o Enrico Fermi in passato, e che ancora oggi danno un importante contributo al progresso scientifico internazionale. Proprio la scienza, come sottolinea il Dottor Sozzi, può e deve essere la chiave per la ripresa economica del Paese dopo la crisi.
 
E tuttavia, purtroppo, i soli aspetti positivi non definiscono il quadro generale, come ha ricordato nel suo intervento “Ricerca ed Innovazione in Italia” il Dottor Vito Campese, Presidente dell’ISSNAF e Professore di Medicina, Fisiologia e Biofisica alla USC. Nonostante l’Italia si trovi all’ottavo posto nel ranking mondiale in termini di produzione scientifica dietro a paesi come gli USA o il Giappone e possa vantare ben 12 premi Nobel (4 dei quali naturalizzati statunitensi) nei campi della chimica, fisica, fisiologia e medicina, meno dell’1% del PIL nazionale viene investito nello sviluppo scientifico e il principio della meritocrazia nell’assegnazione dei fondi ancora stenta ad affermarsi, così come la cruciale interconnessione tra università e aziende.
 
Lo stesso concetto è stato ribadito anche dal Dottor Edward Crandall, Professore di Medicina a capo della divisione per la ricerca sulle patologie polmonari presso la USC, il quale ha evidenziato il problema della mancanza di organizzazione e competitività nel contesto italiano. Negli Stati Uniti, al contrario, l’attribuzione dei finanziamenti è davvero basata sul merito e ogni proposta deve essere continuamente rivista e aggiornata in relazione al rapido progresso scientifico per poter ricevere nuovi fondi.
 
Inoltre, nel corso della breve conferenza che si è tenuta all’IIC, sono stati affrontati anche altri argomenti incentrati sulle opportunità  offerte dalle moderne tecnologie per migliorare la vita quotidiana, con l’obiettivo di mostrare le molteplici possibilità offerte dagli studi attualmente in corso nei centri scientifici locali a confronto con la realtà italiana.
 
In particolare, il Professor Mario Gerla del Dipartimento di Scienze Informatiche della UCLA ha presentato un interessante studio promosso dal Dipartimento dei Trasporti della città di Los Angeles, mirato a contrastare con tecnologie di comunicazione come Smartphones e GPS problemi quali la sicurezza stradale, il traffico e l’inquinamento. Un tipo di ricerca presente anche in Italia, ad esempio con la realizzazione della “Google Car” ad opera del VisLab dell’Università di Parma. Alimentata ad energia solare ed equipaggiata con sistemi di visione artificiale per la rilevazione degli ostacoli e delle condizioni stradali, quest’auto senza autista ha percorso 15.000 km in tre mesi dall’Italia alla Cina.
 
Infine, il Dottor André de Fusco, CEO della società Cynvenio Biosystems, Inc., ha illustrato l’innovativa e avanzata tecnologia molecolare impiegata dalla sua azienda per la diagnosi precoce, il monitoraggio costante e la terapia mirata nella cura delle diverse tipologie di cancro.
 
Nel complesso, la serata non è stata solo un omaggio alla scienza in generale e al genio italiano in particolare, bensì anche un modo per mostrare il potenziale d’innovazione che il Paese ha ancora da offrire e la necessità, come ha affermato il Professor Campese, di contribuire pur stando dall’altra parte dell’Atlantico a cambiare “il brutto e il cattivo” dell’Italia.
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