Giuseppe Maurizio Piscopo e Angelo Campanella autori del libro Raccontare Sciascia (Ph courtesy Angelo Pitrone)

Perché si scrive un libro a quattro mani? Perché se ne sente il bisogno? Certo, non è un romanzo quello che Angelo Campanella e Maurizio Piscopo hanno scritto e pubblicato, quindi non deve necessariamente essere creazione di un unico pensiero, ma quando si lavora in due sullo stesso testo, deve esserci uno medesimo intento.

E perché scrivere l’ennesimo saggio su Leonardo Sciascia? Certamente non perché quest’anno ricorre il centenario della sua nascita. Il motivo è ben più interessante: “Raccontare Sciascia”, questo il titolo, è dedicato principalmente ai bambini, ai ragazzi. E chi, allora, ha più esperienza in merito agli studenti di tutte le età? Ecco che un maestro di scuola elementare – ci piace usare ancora una terminologia antica-come Maurizio Piscopo che ha speso la maggior parte della sua vita a donare insegnamenti e amore ai suoi piccoli alunni e Angelo Campanella, docente di Lettere nei Licei, insieme hanno voluto scrivere questo libro che, pur essendo principalmente dedicato agli studenti, non manca di approfondimenti e particolare conoscenza della figura e delle opere di Leonardo Sciascia.

D’altronde, l’illustre scrittore abita le corde di noi siciliani in particolare, ma non soltanto. Allora è bene cominciare a farlo conoscere e ancor meglio a stimolarne la conoscenza a chi è impegnato negli studi fin dalla età preadolescenziale, così da percepirlo e assimilarlo nel modo più naturale possibile. Può sembrare strano che nell’epoca di Internet e dei social media uno scrittore come Sciascia possa interessare i giovani,  bisogna invece stimolarne la curiosità perché il patrimonio culturale che lo scrittore di Racalmuto ha lasciato, non venga un giorno disperso e relegato nelle polverose biblioteche scolastiche e cittadine come materiale di consultazione per pochi “addetti ai lavori”.

Per la collana “Officine” di  Navarra Editore , con la puntuale prefazione di Salvatore Ferlita e il prezioso arricchimento delle foto di Angelo Pitrone, ecco che nasce Raccontare Sciascia che è un ennesimo approfondimento sulla vita e sulla produzione dello scrittore racalmutese; preziosi capitoli su uno Sciascia non soltanto autore di memorabili narrazioni, ma anche giornalista,  politico,  amante delle tradizioni popolari, del cinema, dei viaggi,  delle zolfare, della fede, dell’arte – era un discreto collezionista di quadri -, del suo legame con Pirandello. E nelle pagine del volume è sottolineata la similitudine tra le vite dei due siciliani della provincia agrigentina, uniti da un profondo rapporto con le miniere di zolfo leitmotiv, spesso, di alcune opere di entrambi gli autori. Inoltre, la famiglia Pirandello gestiva le miniere, il nonno di Leonardo Sciascia vi lavorava come “caruso” per diventare, dopo essere diventato  capomastro, impiegato così come lo fu il padre di “Nanà” e per ultimo il fratello Giuseppe in qualità di perito minerario, morto suicida, quasi a confermare, insieme alla follia di Antonietta Portolano moglie del premio Nobel Luigi, la maledizione incombente sulle miniere, sullo zolfo, simbolo di una Sicilia sotterraneamente disperata.

Insomma, per raccontare Sciascia agli studenti, bisognava entrare nelle loro corde e restituirlo con le sue ideologie, con i suoi sentimenti, con le sue passioni così come egli era, così come si poneva a chi lo avvicinava, a chi andava a trovarlo in vacanza in contrada Noce o lo incontrava a Palermo alla galleria Arte al borgo di Maurilio Catalano. In fondo, al di là della sua austera figura, era Nanà come lo chiamava chi godeva del privilegio della sua amicizia, chi lo conosceva fin da ragazzino o fin da quando insegnava alle scuole elementari. Maestro era Leonardo Sciascia e accettava di essere così chiamato solo quando si faceva riferimento al suo mestiere, al suo principale lavoro, quello di insegnante delle scuole elementari.

Il volume contiene anche due interessanti interviste, una al giornalista Franco Nicastro che rispondendo alle domande di Maurizio Piscopo, narra di Sciascia collaboratore del giornale L’Ora; l’altra, condotta da Angelo Campanella racconta, attraverso la voce di Giacomo Lombardo alunno di Sciascia maestro a Racalmuto, di un uomo, del professore che parlava in dialetto per farsi capire da tutti gli alunni, generoso e ben disposto ad aiutare chi ne avesse bisogno.

E’ dunque un libro particolare questo di Campanella e  Piscopo e non soltanto perché alla fine di ogni capitolo si trovano “Spunti di riflessione” dedicati ai ragazzi, ma anche perché le ultime pagine   sono vuote, in attesa di essere riempite dalle osservazioni, dalle domande e dalle note che il giovane lettore vorrà trascrivere sui righi tracciati a mo’ di quaderno, per rimanere così nella dimensione scolastica.

Chiude le pagine il “Tema di Regalpetra”, Colonna sonora scritta da Maurizio Piscopo che è anche un talentuoso fisarmonicista  e trascritta sul pentagramma da Virginia Maiorana che potrà essere ascoltata scaricando l’esecuzione della stessa musicista alla fisarmonica e del mandolino di Raffaele Pullara attraverso il link riportato o dal canale You Tube indicato.

Una novità assoluta, questa, di inserire lo spartito e le coordinate informatiche – che ben si addicono a un pubblico giovanissimo –  in un libro cartaceo ma, come scrivono gli autori: “Esiste un’arte capace di competere con la letteratura. Quando le parole non bastano più, comunichiamo con le armonie dei suoni…..Basterà chiudere gli occhi e lasciarsi accompagnare dalle note in un sogno che parte dalla contrada Noce, a Racalmuto, e giunge fino alle rive della Senna”.


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