La Scala Santa (Ph © Marinv | Dreamstime.com)

Ventotto gradini in marmo sui quali, secondo i cristiani, pose i piedi Gesù per andare incontro a Ponzio Pilato e sui quali sarebbero ancora presenti quattro macchie del sangue di Cristo. I gradini si salgono in ginocchio, meditando e pregando sulla Passione di Gesù. Nessun piede, dopo Cristo, deve toccarla. Infatti la posa della scala venne fatta operando dall’alto verso il basso perché i gradini non venissero calpestati dagli operai, ma toccati solamente con le ginocchia, come fanno i pellegrini che la risalgono una volta l’anno per ottenere l’indulgenza dai peccati per un tempo di 100 giorni. Dopo averla percorsa, si arriva al Sancta Sanctorum, la cappella papale privata dove si venera l’immagine del SS. Salvatore e alcune delle reliquie più sacre della Chiesa.

L’11 aprile, dopo circa un anno di lavori di restauro dei dipinti che la circondano, ha riaperto la Scala Santa custodita nel santuario omonimo costruito da Domenico Fontana per volere di papa Sisto V nel 1589 in piazza San Giovanni in Laterano. Per secoli, i pellegrini che hanno visitato Roma, hanno considerato la visita al pontificio santuario una tappa fondamentale di preghiera.

Questa volta potranno ammirare  circa 1.700 metri quadri di rinnovato splendore degli affreschi con storie dell’Antico e del Nuovo Testamento, inseriti nel 1589 da Papa Sisto V per istruire  i pellegrini più illetterati che visitavano la Scala Santa.

Sarà possibile visitarla per 60 giorni durante i quali resterà esposta priva della protezione in legno di noce ordinata nel 1723 da papa Innocenzo XIII. Così resterà fino a domenica 9 giugno, giorno di Pentecoste (che cade cinquanta giorni dopo la Pasqua, ed è la festa in cui viene celebrata la discesa dello Spirito Santo), quando verrà ricoperta di nuovo.

Secondo un’antica tradizione cristiana, S. Elena nel 326 fece trasportare a Roma dal pretorio di Pilato in Gerusalemme la Scala salita da Gesù il giorno della sua condanna a morte. La Scala apparteneva al governatore romano Ponzio Pilato (per questo fu chiamata Scala Pilati o Scala Sancta) e arrivò a Roma, portata dalla madre dell’imperatore Costantino  convertita al Cristianesimo.

Le prime testimonianze scritte di questa memoria della Passione sono in un passo del Liber Pontificalis del tempo di Sergio II (844/847) e in una Bolla di Pasquale II (1099/1119).
La Scala Santa, donata a Papa Silvestro I, fu collocata dove sorgeva l’antica residenza papale, San Giovanni in Laterano ma fu solo per volere di Sisto V, sul finire del ’500, che venne affidata la costruzione di un vero e proprio “antro” che potesse custodire un tesoro tanto prezioso. Fu l’architetto Fontana, a cui erano stati affidati i lavori, che decise di porre i gradini sacri dove c’era il Sancta Sanctorum. Il luogo più sacro al mondo, a quel tempo cappella personale dei pontefici, sorgeva sul lato est della piazza di San  Giovanni. Pio IX (1846-1878) ne curò i restauri e promosse il culto della reliquia costruendo l’attiguo convento, che il 24 febbraio 1853 affidò ai religiosi Passionisti.


Receive more stories like this in your inbox