Tra nuovi modelli di produzione e consumo, al ‘Salone del Gusto’ di Torino sapori e saperi a Stelle e Strisce
Sulla scia di quella filosofia “slow food” (mangia piano e bene, vivi meglio) che sembra tanto incompatibile con i ritmi della vita metropolitana, si è tenuta a Torino, dal 25 al 29 ottobre, la doppia rassegna “Salone del Gusto e Terra Madre”, finalizzata a promuovere l’educazione alimentare e la scoperta delle cucine del mondo.
Grande spazio per la delegazione statunitense: i rappresentanti dei contadini, dei trasformatori, dei cuochi e degli studenti delle 50 comunità del cibo nordamericane si sono dati appuntamento a Torino insieme ai produttori dei Presìdi Slow Food e dei prodotti selezionati dall’Arca del Gusto.
Ha fatto il suo esordio al Salone anche la Rete dei Coltivatori Biologici Afro-Americani del Sudest: la cofondatrice e coordinatrice Cynthia Hayes ha illustrato i progetti della Rete, l’impegno per coinvolgere i giovani e le comunità agricole del Sud Est degli Stati Uniti e l’interessante collaborazione con la campagna Mille Orti in Africa.
Inoltre, Hayes ha fatto parte del gruppo dei relatori della conferenza Nuovi modelli di produzione e di consumo in cui si sono discussi tutti i nascenti e affermati modelli di produzione e distribuzione: filiere brevi, Community supported agriculture (Csa), Gruppi di acquisto solidale (Gas), Association pour le maintien d’une agriculture paysanne (Amap), cassetta del contadino, distretto di economia solidale rurale, orti collettivi.
L’edizione 2012 ha poi segnato il ritorno a Torino di Alice Waters, vice presidente di Slow Food (presente in Usa dal 2000), chef e attivista, che ha affrontato il tema dell’educazione alimentare ai giovani nella conferenza “Le radici della rivoluzione”. Un’organizzazione che continua nella sua attività di sensibilizzazione e solidarietà, come in occasione della costituzione nel 2006, del Terra Madre Relief Fund, fondo speciale per aiutare le comunità del cibo della Louisiana, colpite dall’Uragano Katrina.
La voce dell’America è stata rappresentata in altri incontri per la presentazione di alcuni progetti chiave: Michael Dimock, presidente del gruppo a difesa del sistema alimentare Roots of Change, è stato tra i relatori del convegno “Diritto al Cibo: come si fa?”, mentre due esperti degli ambienti marini come Seth Macinko e Brett Tolley hanno animato la conferenza su “I Custodi degli oceani”.
Anche il Mercato della Terra Greenville, primo Mercato della Terra nordamericano fondato nel maggio 2011, ha partecipato all’evento con i rappresentanti dei farmers locali. Uno dei produttori del Presidio della pecora navajo-churro, Carrie House, ha partecipato alla conferenza Diamoci un taglio!, per promuovere un consumo più consapevole della carne.
L’invito per i più golosi è invece stato quello di visitare lo stand dedicato ai dolci con Mama’s Nuts o Scrumptious Pantry. Infine, alle birre artigianali statunitensi è stato riservato un ruolo da protagonista nel Laboratorio del Gusto Da Est a Ovest, da Nord a Sud…Beers on the Road!, un incontro pensato per esplorare la realtà dei piccoli birrifici americani, settore in forte sviluppo, con oltre 2000 produttori già aperti e 900 di prossima apertura. Una crescita del settore dovuta alla grande varietà di gusti, aromi, stili e nuove frontiere inaugurate nella gastronomia nordamericana.
Tra i principali rappresentanti statunitensi al Salone del Gusto e Terra Madre 2012 c’erano: Alice Waters, Daniel Katz e Eric Holt-Gimenez.
Alice Waters, cuoca, autrice e attivista. È la proprietaria di Chez Panisse, ristorante di Berkeley in California, e fondatrice dell’omonima fondazione, nonché creatrice del progetto Edible Schoolyard, nato per avvicinare i bambini al cibo sano. Fa parte da oltre 40 anni del movimento impegnato a favore del cibo biologico, di cui è una delle esponenti più illustri e conosciute nel mondo. Promotrice degli school gardens, ha ispirato Michelle Obama per la creazione nel 2009 di un orto nel giardino della Casa Bianca.
Daniel Katz, Usa. Scrittore e attivista ambientale, è l’attuale direttore della Overbrook Foundation, che cura gli effetti dei cambiamenti climatici, la biodiversità e la sostenibilità ambientale, temi che affronta nei numerosi college e università statunitensi in cui tiene incontri e conferenze. Si deve a lui la fondazione di Rainforest Alliance nel 1986, organizzazione non governativa che si occupa di conservazione ambientale.
Eric Holt-Gimenez si occupa di agroecologia ed economia politica, temi su cui scrive libri e tiene conferenze. Dopo aver lavorato a lungo in Sudafrica e Centroamerica su progetti legati allo sviluppo agricolo sostenibile e alla condivisione di esperienze e tecniche agricole tra i piccoli produttori, è tornato negli Stati Uniti per completare un dottorato di ricerca in Scienze Ambientali. Attualmente è direttore esecutivo del Food First Institute for Food and Development Policy.
IL SALONE – In oltre 80.000 mq allestiti a Torino hanno trovato spazio 1000 espositori da 100 Paesi, 1200 etichette, 128 Laboratori e 14 Teatri del Gusto, 23 Appuntamenti a Tavola, 11 Incontri con l’Autore, 20 degustazioni guidate nella Piazza della pizza, 50 chef tra Appun-tamenti a Tavola e Teatri del Gusto, 49 Conferenze, 20 incontri nella Casa della Biodiversità, 19 corsi Master of Food, 43 incontri con il Personal Shopper, 8 attività educative e oltre 40 ore di giochi ed esperienze ludiche per famiglie e ragazzi, 24 percorsi di educazione per le scuole.
GIRO D’AFFARI - Il Salone Internazionale del Gusto è un marchio che vale 2.35 milioni di euro e la stima delle sue ricadute complessive sul territorio sfiora i 40 milioni di euro (fonte: IP Finance Institute e ICM Research).
Completano il quadro finanziario gli investimenti per l’organizzazione della rassegna (8,7 milioni di euro nell’edizione 2010, di cui circa il 90% “speso” sul territorio piemontese), le spese in città e nella regione Piemonte da parte del pubblico in visita all’evento (stimate, attraverso una segmentazione per profilo di consumo dei 200.000 visitatori dell’edizione 2010, in oltre 30 milioni di euro) e gli oltre 25 milioni di euro con cui sono stati certificati da una società terza i valori di reputazione e notorietà dati dalle rassegne stampa, audio e video (al netto della presenza sui giornali stranieri, sul web e sui media a livello locale).