Nei giorni del Los Angeles, Italia film festival e a pochi giorni dagli Academy Awards, che hanno visto trionfare La Grande Bellezza di Paolo Sorrentino nella categoria Miglior Film Straniero, il Consolato Generale d’Italia e l’Istituto Italiano di Cultura di Los Angeles hanno dedicato uno speciale evento al protagonista del cinema italiano contemporaneo che ha riscosso un incredibile successo internazionale.
 
Lo scorso giovedì 27 febbraio è stata inaugurata la mostra fotografica “La Grande Bellezza: Rime e Riflessi”, presentata dal Console Generale Giuseppe Perrone e dal direttore reggente dell’IIC Massimo Sarti, e dedicata all’opera cinematografica di Sorrentino già vincitrice dei Golden Globes e dei Bafta Awards.
 
Ispirata da un’idea estremamente semplice quanto originale ed efficace, la mostra si compone di scatti realizzati sul set del film da Gianni Fiorito, affiancati a celebri opere pittoriche di artisti internazionali per creare dittici di sorprendente grazia e forza espressiva.
 
I volti che animano il film e i luoghi della Capitale “fanno rima” con quelli noti alla nostra coscienza artistica, in un gioco di luci e riflessi che delineano una sorta di percorso emotivo e suggeriscono una diversa lettura del film.
 
Così Toni Servillo, che passeggia malinconico sul Lungotevere nei panni di Jep Gambardella, si specchia nel misterioso uomo con la bombetta raffigurato da René Magritte nel dipinto Il Vaso di Pandora (La Boite de Pandore, 1951), mentre la folla di curiosi radunata nel Parco degli Acquedotti per assistere alla (surreale) performance dell’artista Talia Concept, interpretata dalla bellissima Anita Kravos, è abbinata a quella immortalata da Georges Seurat nell’opera puntinista Una domenica pomeriggio sull’isola della Grande-Jatte (Un dimanche après-midi à l’Ile de la Grande Jatte, 1884). E ancora, l’immagine sensuale, ma un po’ triste della ragazza che cerca di sedurre lo scrittore è accostata a quella del Nudo Disteso(1919) di Amedeo Modigliani.
 
Queste sono solo alcune delle molte possibili combinazioni, la cui perfetta sintonia dimostra come, nonostante chi ha realizzato il film possa non aver richiamato alla mente tali dipinti in maniera consapevole, la bellezza oggettiva dei grandi capolavori dell’arte mondiale permea inevitabilmente la nostra cultura.
 
“C’è una rima nascosta dentro La Grande Bellezza che lega i colori, la luce, le forme dell’opera di Paolo Sorrentino ai colori, alle luci e alle forme della grande arte italiana e non italiana. E chiedersi se tali rime siano nate dalla memoria, dalla coscienza, dal metodo, dall’istinto o ancora dall’arbitrio di chi le vede: ma non per questo meno vere”, sottolinea il professor Alberto Melloni. Melloni è stato ideatore e curatore della mostra insieme a Monica Trecca e la Piccola Officina di Videostoria di Bologna per l’Istituto dell’Enciclopedia Italiana Treccani, in collaborazione con il Consolato Generale d’Italia, l’Istituto Italiano di Cultura di Los Angeles, e Indigo Film.
 
Una selezione di dittici è stata contemporaneamente esposta anche presso la residenza privata del Console Generale Giuseppe Perrone.
 
In occasione dell’inaugurazione, i locali dell’IIC hanno accolto una folla di ospiti, rappresentanti delle Istituzioni locali ed operatori del settore cinematografico, intervenuti per ammirare le fotografie e soprattutto per rendere omaggio al regista premio Oscar.
 
Nel suo discorso introduttivo, Massimo Sarti ha illustrato il tema della mostra e ringraziato il Console Generale per il supporto e l’entusiasmo investiti in questo come in molti altri progetti realizzati congiuntamente. A sua volta, il Console Giuseppe Perrone si è congratulato con Paolo Sorrentino per il suo lavoro, che “aiuta ad apprezzare il senso dell’identità italiana in un momento in cui il Paese fatica a ritrovare le proprie radici e la propria strada”. Come ha evidenziato, la bellezza mostrata dal film è quella dell’Italia e della comunità di cui facciamo parte, e non dovremmo mai darle per scontate.
 
Il regista era accompagnato dai produttori Nicola Giuliano, Francesca Cima e Viola Prestieri, dalla costumista Daniela Ciancio, le cui creazioni sono state esposte al Chinese Theater, dal direttore della fotografia Luca Bigazzi e dall’attrice Anita Kravos, la quale ha commentato: “La mostra apre nuove prospettive riguardo all’arte nel film, che riflette il dissipare del talento e delle bellezze italiane di cui non ci prendiamo cura”.
 
Presenti anche il presidente dell’Italian Trade Agency Carlo A. Bocchi, il direttore esecutivo della Italian American Chamber of Commerce West Letizia Miccoli ed Emanuela Boni dell’Enit, mentre tra le star del cinema non possiamo non segnalare l’attore italiano Franco Nero (Django, 1966) e l’americano Evan Handler (Californication, Sex and the City).
 
Ospite d’eccezione, il noto cantautore romano Francesco De Gregori, autore di capolavori indimenticabili come Rimmel (1975) e Generale (1978) che hanno segnato la storia della musica italiana moderna. Quella stessa sera, l’artista ha ricevuto il premio Excellence Award assegnato dal festival Los Angeles, Italia presso il TCL Chinese Theater di Hollywood, dove è stato anche proiettato il film documentario Finestre Rotte di Stefano Pistolini che ritrae De Gregori attraverso i suoi concerti e le sue opere.   
 
Viva l’Italia, canta De Gregori. Un titolo quanto mai appropriato alla strepitosa vittoria dell’Oscar.
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