Spara con fucili italiani e il suo successo olimpico è legato alla precisione di tiro del marchio Perazzi. Kim Rhode è una atleta californiana che da una decina d’anni ha scelto di vivere a Monrovia, preferendola al resto di Los Angeles per la qualità di vita e il forte senso di comunità.
 
Caratteristiche che devono essere entrare a far parte del suo Dna se domenica scorsa ha trascorso ore con i fan nel parco della Monrovia Library a firmare autografi e a fare fotografie concedendo a tutti l’onore di indossare, almeno per un attimo, le sue medaglie olimpiche. “È una giornata incredibile. Essere qui, con la mia famiglia, con la mia città, con un sacco di gente intorno a me in una città come Monrovia è una sensazione travolgente. Quando ero bambina mi mettevo in fila per avere l’autografo dei miei idoli, ed è veramente bellissimo per me, oggi, vedere grandi e piccoli mettersi in fila per avere il mio autografo. È pazzesco, continua a colpirmi. Voglio dire, non ho mai pensato di diventare il numero uno in qualcosa, ho sempre fatto solo quello che volevo. Mi sento così fortunata di aver ricevuto questa opportunità e sono onorata di condividerla con i bambini e i ragazzi, e auguro loro di realizzare i loro sogni”.
 
Negli ultimi cinque Giochi, da Atlanta a Londra, ha conquistato cinque medaglie: tre d’oro, una d’argento e una di bronzo. Un record multiplo: cinque medaglie in cinque Olimpiadi consecutive che la rendono la donna più medagliata nella storia del tiro a volo olimpico, l’unica ad aver vinto due ori nel double trap e l’unica donna ad avere ottenuto tre medaglie d’oro. “Ogni Olimpiade è così unica. Nel 1996 ad Atlanta, i miei primi Giochi, avevo 16 anni e non sapevo cosa aspettarmi, e con tutte quelle emozioni era come essere sull’ottovolante, era incredibile. Avere l’onore di rappresentare la mia nazione per cinque volte e ritornare ogni volta con una medaglia – racconta Kim Rhode a L’Italo-Americano – è eccezionale. Non so quale emozione venga prima, non so se urlare, saltare o piangere di gioia”.
 
L’ultima medaglia l’ha conquistata a Londra, lo scorso 29 luglio, quando ha guadagnato il gradino più alto del podio nello skeet, eguagliando il record mondiale di 99 piattelli colpiti su 100, sparando con un Perazzi Mx2000/8 calibro 12.
 
La storia della Armi Perazzi è legata a Daniele, ragazzo povero ma caparbio che da sempre insegue il mito del fucile perfetto. A soli sedici anni il suo talento brevetta il primo modello di una lunga serie di fucili che dagli anni ’50 portano il suo nome. I primi modelli vengono venduti direttamente sui campi da tiro dove risultati sportivi eccellenti confermano l’equilibrio perfetto tra sapienza artigianale, tecnologia e scelta dei materiali. Nel 1957 nasce la Armi Perazzi, l’azienda di cui è fondatore e ancora oggi presidente e unico azionista. Elasticità e maneggevolezza, innovazioni e affidabilità, negli anni hanno reso i fucili adatti ad ogni disciplina, tanto da portare l’azienda italiana ad essere leader mondiale nel settore del tiro a volo.

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