Un articolato itinerario che ripercorre alcuni passi della vita del celeberrimo compositore Giacomo Puccini può consentire al viaggiatore di conoscere luoghi ed eccellenze artistiche, imprenditoriali e gastronomiche della provincia di Lucca.
Il percorso inizia da una visita a Torre del Lago che fu l’ultima dimora del maestro lucchese, quella dove il suo estro trovò un ambiente favorevole e al tempo stesso l’occasione di distrarsi nella prediletta caccia alle folaghe. A Torre del Lago si trova la sua villa, oggi museo.
La semplicità dell’esterno contrasta con le ricche decorazioni eclettiche degli interni che caratterizzano ogni stanza in base alla sua funzione: la sala del pianoforte, o della scrittura, il salottino, il soggiorno, con un pannello ceramico di Chini sul caminetto, e la cappella dove è sepolto il musicista insieme alla moglie, al figlio, alla nuora e alla nipote, ultima erede, scomparsa nel 2017. Una stanza pare una singolare armeria dove sono custoditi i fucili da caccia: “Dopo il pianoforte – confessava Puccini agli amici – lo strumento che preferisco è il fucile”. Da pochi mesi è stato concluso il restauro del piano superiore della villa.
Giacomo è sempre stato attento ai piaceri della buona tavola e coltivò spesso l’arte del cucinare, soprattutto per la rumorosa schiera degli amici di Torre del Lago. Con loro condivise la passione per le battute di caccia e le allegre tavolate che ne seguivano, fatte a base di lepre in salmì, fagiani arrosto, folaghe rosolate o pernici fritte. Un’altra sua passione erano i fagioli cotti al fiasco che venivano preparati nel convento di Lucca in cui viveva sua sorella, suor Angelica.
La vita di Giacomo inizia però a Lucca dove si trova la sua casa natale, in cui sono esposti molti preziosi manoscritti, oggetti, documenti e memorie: dal pianoforte della “Turandot” al cappotto del maestro, ai costumi femminili delle sue opere, alle medaglie, alle lettere che ricordano la vicenda dell’uomo e dell’artista.
Nella vicina Basilica di San Paolino l’organo è lo stesso sul quale il giovanissimo Puccini si esibiva durante le funzioni religiose per raggranellare qualche soldo.
Tra i piatti tipici da assaggiare a Lucca spiccano i tordelli, un tipo di pasta ripiena di una farcia di carne, dalla forma a semicerchio di dimensioni importanti. Leggenda vuole che la preparazione di questo piatto avvenisse di lunedì, raccogliendo gli avanzi della domenica. A questi si aggiungevano uova, formaggio, bietola, mortadella e pane bagnato. Tradizionalmente i tordelli vengono accompagnati col classico ragù di carne.
Da Lucca, attraverso Ponte a Moriano, costeggiando il fiume Serchio, nella media valle, più in alto detta Garfagnana, andando verso Pescaglia, si giunge a Celle dei Puccini, a 300 metri di altezza. Da Celle ebbero origine gli avi di Puccini e nella casa degli avi, ora trasformata in museo, sono esposti numerosi cimeli quali il pianoforte su cui il maestro compose parte di “Madama Butterfly”, il letto matrimoniale dei genitori, una culla, un abitino da neonato, ritratti di famiglia, la cucina.
Non si può dire di essere stati in questa zona senza aver assaggiato il biroldo, un salume cotto, preparato a partire dai tagli meno nobili e costosi del maiale. Altro prodotto di eccellenza è la farina di neccio della Garfagnana Dop. Il dolce più tipico è il buccellato, dolce tipico dall’impasto morbido con uva passa e anice, fuori spennellato con zucchero e uovo per conferire un colore lucido marrone scuro.
A Viareggio, dove Puccini ha soggiornato a lungo, si trova un’altra dimora di grande valore storico. a pochi passi dalla pineta, purtroppo attualmente non visitabile.
La città di Viareggio è celebre per il suo Carnevale, organizzato dal 1987 dalla Fondazione Carnevale. Consigliabile è una visita alla Cittadella, il più grande ed importante centro tematico italiano dedicato alle maschere, dove si trovano gli hangar destinati alla costruzione dei carri.
Viareggio è nota anche per la cantieristica navale: Maria Luisa di Borbone, duchessa di Lucca, ordinò nel 1819 la costruzione di una grande darsena lungo il canale della Burlamacca e così ebbe inizio la storia secolare dei cantieri navali viareggini. I viareggini hanno saputo, attraverso i secoli, dare vita a numerosi cantieri navali e a generazioni di armatori, capitani e marinai diventati famosi per la loro grande professionalità e competenza. Quegli stessi cantieri viareggini ora varano lussuosi yacht rinomati in tutto il mondo e possono essere considerati i diretti eredi della gloriosa marineria velica che si è affermata sin dai primi dell’800 nella cittadina versiliese.
A pochi km di distanza da Viareggio la storica Pietrasanta è stata scelta come luogo di lavoro da artisti del calibro di Joan Mirò, Fernando Botero, Pietro Cascella, Igor Mitoraj.
Dal 2012 Pietrasanta ospita il Musa uno spazio dedicato alla promozione del territorio e delle sue eccellenze produttive. Per la sua collocazione geografica, esso rappresenta in tutte le sue componenti il comparto lapideo apuo-versiliese e i suoi protagonisti assoluti: imprenditori, artigiani, scultori, architetti, pittori, scrittori che, fin dai tempi di Michelangelo, visitano, lavorano e vivono la città di Pietrasanta come luogo ideale per la creazione dell’opera.
L’itinerario può concludersi a Forte dei Marmi, località marittima di villeggiatura che prende il nome dall’ omonimo fortino che sorge al centro della città, voluta dal granduca Leopoldo a difesa dell’approdo, e dai marmi che dalle Alpi Apuane, poco distanti, venivano trasportati attraverso dei binari fino al pontile per poi prendere la via del mare. Il pontile è oggi un’apprezzata attrazione turistica.