Poeta, giornalista, sceneggiatore, regista, saggista, scrittore, drammaturgo, traduttore, paroliere, attore. Tutto in un nome: Pier Paolo Pasolini. Amato e scomodo, eclettico e radicale, geniale e mai scontato. Profondamente colto e capace di leggere la realtà italiana .
La letteratura, con cui L’Italo Americano vuol dare un altro assaggio di virtuoso made in Italy, vanta un elenco lunghissimo di interpreti che hanno scritto la storia delle scienze umanistiche.
Basti Dante Alighieri, riprodotto anche sulle monete da 2 euro, che nella tv italiana rivive in questi giorni nelle splendide letture della “Divina Commedia”, interpretate dal premio Oscar Roberto Benigni. O, nei tempi moderni, bastino i sei premi Nobel per la letteratura: Giosuè Carducci nel 1906, Grazia Deledda nel 1926, Luigi Pirandello nel 1934, Salvatore Quasimodo nel 1959, Eugenio Montale nel 1975 e Dario Fo nel 1997.
Senza che suoni riduttivo, c’è però un ricchissimo “sottobosco” di talenti che, all’ombra dei grandi nomi, hanno riempito l’immensa foresta della cultura italiana.
Nomi che hanno cercato fortuna all’estero e negli Usa, come quello di Laudomia Bonanni, la scrittrice abruzzese riscoperta e pubblicata da docenti dell’Università di Princeton. Nomi che hanno trovato negli Usa la loro dimensione vitale e professionale, come la giornalista e opinion leader Oriana Fallaci (abbiamo parlato di lei, laurea honoris causa in letteratura al Columbia College di Chicago, nello scorso numero. Cliccate sulla versione online del giornale www.italoamericano.com/story/2013-4-6/Oriana-Fallaci).
Nomi che, spaziando tra le arti, riescono a emergere negli Usa, nella culla hollywoodiana del cinema, superando in bravura la concorrenza internazionale e “letteralmente” sconfiggendola fino a conquistare 5 premi con un solo film al Los Angeles Web Film Awards. Merito di Andrea Camerini (in Red Carpet), toscano come Dante, ma bravo in arti assolutamente moderne.