Ci sono tante storie dietro a una vittoria sportiva, a un oro olimpico, a un record di velocità. Ci sono innanzitutto uomini e donne che nel tempo sono diventati simboli, personaggi che hanno contribuito a fare grande il Paese di cui hanno vestito i colori, che nel mondo sono diventati ambasciatori dell’Italia e non solo testimoni di meravigliosa bravura nelle rispettive categorie sportive.
Basta nominarli per associarli al Tricolore: Valentino Rossi pluridecorato motociclista, Valentina Vezzali medagliata nella scherma in 5 olimpiadi consecutive, il pilota Alex Zanardi che dopo il tremendo incidente automobilistico è diventato simbolo paralimpico e dell’energia positiva dello sport, Alberto Tomba re dello sci, Marco Pantani nel ciclismo, Roberto Baggio che dopo i successi calcistici è diventato promotore di valori sociali, di pace e diritti civili (come raccontiamo a pagina 5), i fratelli Abbagnale che vinsero l’oro nell’84 a Los Angeles nel cannottaggio, i campioni del mondo del 1982 come Gaetano Scirea, Claudio Gentile, Paolo Rossi e Dino Zoff (foto), l’appena scomparso recordman dell’atletica Pietro Mennea, o guardando ancor più indietro, Giuseppe Meazza che vinse due mondiali di calcio nel ‘34 e ‘38 e il ciclista Attilio Pavesi che a Los Angeles nel 1932 conquistò l’oro della crono su strada.
E ci sono partite, sfide e gare che, nelle tifoserie, hanno unito tutti davanti alla tv, anche a migliaia di chilometri di distanza. Come a Pasadena, la scorsa estate, quando la Commissione giovani di Los Angeles/Young Italians in Los Angeles, ha riunito in un bar italiani, italoamericani, americani e non solo per tifare gli Azzurri impegnati negli Europei, come L’Italo Americano ha documentato nelle sue pagine.
E ci sono tifoserie che vanno oltre lo sport e non dimenticano la madrepatria lontana ma la sostengono come hanno fatto i nostri lettori raccogliendo fondi dopo i terremoti dell’Emilia o dell’Abruzzo, di cui ricorre in questi giorni il 4° anniversario.