Contrassegnata nel linguaggio di Twitter dall’hashtag #csxfactor, vero e proprio termometro degli umori e delle tendenze dell’opinione pubblica informata, nelle scorse settimane è andato in scena il tanto agognato dibattito televisivo tra i candidati delle primarie a premier della coalizione di Centro-Sinistra.
Un confronto fortemente auspicato e voluto, proprio da colui che sull’uso della campagna mediatica a “mezzo sociale” (Facebook e i suoi fratelli minori) sta puntando un grosso ammontare delle fiches a sua disposizione in questa lotta all’ultimo sangue: Matteo Renzi, sindaco di Firenze e noto alle cronache per la sua “rottamazione” politica.
Il confronto all’americana che per la prima volta in Italia ha visto sullo stesso palco i cinque candidati premier all’interno della coalizione di centro-sinistra, ha finalmente segnato una svolta di stampo democratico per competizioni di tale tipo ponendo le basi, prima o poi, per analoghi confronti anche all’interno del centro-destra.
Andiamo con ordine. Anzitutto preme ricordare i nomi degli sfidanti in queste primarie “democratiche” italiane.
Ai due reali contender della sfida, il segretario del partito Pierluigi Bersani e il giovane sindaco Matteo Renzi, si aggiungono il governatore della Puglia Nichi Vendola, il consigliere della Regione Veneto Laura Puppato, unica donna del lotto, ed il parlamentare Bruno Tabacci. Un gruppo certamente eterogeneo che ben rappresenta e fotografa le varie anime della sinistra post Partito Comunista.
Il confronto politico sui temi dell’attualità e dell’economia, con uno sguardo su possibili scenari futuri in caso di elezione alla guida del Paese, è andato in onda su Sky, piattaforma per soli abbonati, e in contemporanea sul canale del digitale terrestre controllato dal gruppo: Cielo.
Il dato eclatante emerso dalle rilevazioni dell’auditel è che tra gli abbonati alla tv satellitare, la metà degli spettatori ha seguito l’intero dibattito, con un totale di 4 milioni 569 mila spettatori unici. SkyTg24, canale che ha trasmesso il confronto, ha inoltre polverizzato ogni suo record di ascolto nella fascia 20.30-22.30, con oltre 700 mila spettatori me-di. Successo d’audience anche per il “Dopo Confronto”, che dalle 22.35 a mezzanotte ha raccolto 205 mila spettatori medi.
Un successo editoriale e mediatico enorme per la Tv controllata dal magnate dell’editoria Murdoch, ma soprattutto un successo per la cosiddetta “politica dei palazzi” e dei leader decisionisti, tutti, per una volta, sotto gli stessi riflettori in un question time con regole e minutaggi uguali per tutti.
Un format al riparo dalla degenerazione del “comizio televisivo” cui assistiamo impotenti da anni in tanti programmi tutt’ora in palinsesto, nei quali regna la confusione e la cronica tendenza a prevalere verbalmente sull’avversario di turno.