Con 665 voti, al quarto scrutinio, Sergio Mattarella conquista il podio del Quirinale e diventa il dodicesimo presidente della Repubblica italiana.
 
Quarto figlio di Maria Buccellato e di Bernardo, politico democristiano più volte ministro tra gli anni Cinquanta e Sessanta, e fratello minore di Piersanti, che nel 1980 fu assassinato da Cosa Nostra mentre era presidente della Regione Siciliana, Sergio Mattarella, si è trasferito a Roma a causa degli impegni politici di suo padre. Ha militato tra le file del Movimento Studenti della Gioventù Maschile di Azione Cattolica, del quale fu responsabile come delegato studenti di Roma e poi del Lazio dal 1961 al 1964, e successivamente aderì alla Federazione Universitaria Cattolica Italiana.
 
Dopo essersi diplomato al liceo classico San Leone Magno di Roma, nel 1964 si laureò in giurisprudenza presso l’università La Sapienza di Roma. Oltre all’avvocatura in un avviato studio legale palermitano specializzato in diritto amministrativo, Mattarella intraprese la carriera accademica presso l’Università di Palermo, fu assistente di Diritto parlamentare e poi professore associato. Dopo il 1999 diventò ordinario di Diritto costituzionale.
 Palermitano, ultimo di 4 figli 

 Palermitano, ultimo di 4 figli 

 
All’attività accademica Mattarella accosta presto quella politica. Vicino per tradizione familiare alla Democrazia Cristiana, in seguito all’assassinio del fratello nel 1980, fu spinto nel 1982 ad un impegno politico attivo. In quell’anno, Cosa Nostra era stata artefice degli omicidi del segretario regionale del Pci Pio La Torre e del prefetto di Palermo Carlo Alberto dalla Chiesa, che seguivano di appena due anni l’uccisione di Piersanti Mattarella. 
 
Questi eventi tragici scossero la credibilità del sistema politico regionale ponendo la Democrazia Cristiama di fronte alla necessità di una reazione nei confronti del fenomeno mafioso. 
 
In veste di commissario straordinario nel 1985 Mattarella si fece promotore della formazione a Palermo di una giunta comunale di rinnovamento guidata da Leoluca Orlando, che era stato tra i collaboratori di suo fratello Piersanti alla Regione Siciliana: la giunta Orlando fu uno degli elementi distintivi della cosiddetta primavera palermitana. Mattarella restò commissario della DC palermitana fino al luglio 1988.
 
 
Nel 1989 fu nominato Ministro della Pubblica Istruzione, nel 1992 e nel corso della XII legislatura, fu relatore delle leggi di riforma del sistema elettorale della Camera e del Senato dando vita alla legge Mattarella, alla quale il politologo Giovanni Sartori diede l’appellativo di Mattarellum impiegata per le elezioni politiche del 1994, del 1996 e del 2001.
 
Caduto il primo governo Prodi, Mattarella assunse la carica di Vicepresidente del Consiglio durante il governo D’Alema I, con delega ai servizi segreti. 
 
Tenne invece il Ministero della Difesa nei successivi Governo D’Alema II e Governo Amato II, sino al 2001. L’incarico di Mattarella al Ministero della Difesa seguì la delicata partecipazione dell’Italia all’operazione Allied Force, con la quale la Nato era intervenuta nella guerra del Kosovo, e coincise con l’approvazione della legge di riforma delle Forze Armate che aboliva di fatto il servizio di leva obbligatorio.
 
Tanti anche gli incarichi istituzionali. 
Mattarella presta giuramento come giudice costituzionale dinanzi ai Presidenti della Repubblica, del Senato e della Camera. Il 22 aprile 2009 è eletto dalla Camera dei Deputati componente del Consiglio di presidenza della giustizia amministrativa. Il 5 ottobre 2011 il Parlamento in seduta comune lo elegge giudice della Corte costituzionale alla quarta votazione con 572 voti, uno più del quorum richiesto. In occasione dell’elezione del Presidente della Repubblica Italiana del 2013 il suo nome era nella rosa dei candidati che Pier Luigi Bersani sottopose a Silvio Berlusconi, ma gli fu preferito Franco Marini.
 
Sabato 31 gennaio 2015 invece Mattarella non ha rivali, fortemente voluto dal Premier Renzi, è il nuovo “reggente” alla guida del Belpaese.
 
“Il pensiero va soprattutto e anzitutto alle difficoltà e alle speranze dei nostri concittadini. È sufficiente questo”. Sono state queste le sue prime parole da Capo dello Stato. 
 
Poi nel pomeriggio, a sorpresa, la significativa visita di Mattarella alle Fosse Ardeatine, tragico teatro del massacro di 335 civili e militari italiani, fucilati a Roma il 24 marzo 1944 dalle truppe di occupazione tedesche come rappresaglia per un attentato partigiano. Il suo messaggio in occasione della commemorazione, a pochi giorni dalla Giornata della Memoria, è stato questo: “L’Europa sia unita contro chi vuole trascinarci in una nuova stagione di terrore”. 
 
Il neopresidente raccoglie l’autorità morale di due ex del Colle: ha voluto telefonare al senatore a vita Carlo Azeglio Ciampi e si è recato in visita da Giorgio Napolitano, il presidente uscente, in entrambi i casi “per scambiare confidenze, pareri ed opinioni”. 
 
Matteo Renzi che aveva auspicato “la più ampia convergenza” sul nome del giudice costituzionale ed ex Ministro della Difesa, subito dopo l’elezione su Twitter gli ha augurato “buon lavoro”. Poi ha detto: “Sarà un arbitro imparziale, custode della Costituzione e diventerà un punto di riferimento per tutti i cittadini italiani, anche quelli che ancora non lo conoscono bene, come lo è stato Giorgio Napolitano. È una persona straordinariamente per bene, un galantuomo”.

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