Nel 2017, secondo la rilevazione Istat, i poveri sono l'8,3% della popolazione italiana, nel 2008 erano il 3,9% (Ph© Dmytro Surkov| Dreamstime.com)
Nel 2017 le persone che vivono in povertà assoluta in Italia hanno superato i 5 milioni cioè sono 8 su cento. E’ il valore più alto registrato dall’Istat dal 2005. Le famiglie in povertà assoluta sono stimate in un milione e 778mila. Rispetto al 2016 la povertà assoluta cresce in termini sia di famiglie sia di individui. Lʼaumento della condizione di indigenza colpisce soprattutto il Mezzogiorno, dove oltre uno su dieci vive in gravissimo disagio. 
 
Nel 2017 l’incidenza della povertà assoluta fra i minori permane elevata e pari al 12,1% (1 milione 208 mila, 12,5% nel 2016); si attesta quindi al 10,5% tra le famiglie dove è presente almeno un figlio minore, rimanendo molto diffusa tra quelle con tre o più figli minori (20,9%). L’incidenza della povertà assoluta aumenta prevalentemente nel Mezzogiorno sia per le famiglie (da 8,5% del 2016 al 10,3%) sia per gli individui (da 9,8% a 11,4%), soprattutto per il peggioramento registrato nei comuni Centro di area metropolitana (da 5,8% a 10,1%) e nei comuni più piccoli fino a 50mila abitanti (da 7,8% del 2016 a 9,8%). La povertà aumenta nei centri e nelle periferie delle aree metropolitane del Nord.
 
A testimonianza del ruolo centrale del lavoro, la povertà diminuisce tra gli occupati (sia dipendenti sia indipendenti) e aumenta tra i non occupati; nelle famiglie con persona di riferimento operaio, l’incidenza della povertà assoluta (11,8%) è più che doppia rispetto a quella delle famiglie con persona di riferimento ritirata dal lavoro (4,2%).
 
Cresce rispetto al 2016 l’incidenza della povertà per le famiglie con persona di riferimento che ha conseguito solo la licenza elementare: dall’8,2% del 2016 si porta al 10,7%. Le famiglie con persona di riferimento almeno diplomata, mostrano valori dell’incidenza molto più contenuti, pari al 3,6%.
Si confermano le difficoltà per le famiglie di soli stranieri: l’incidenza raggiunge il 34,5%, con forti differenziazioni: 29,3% al Centro, 59,6% nel Sud.

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