Approaching Volterra by car from the north, the countryside slowly takes on the sparse character of a lunar landscape. The panorama is at once strange and compellingly beautiful. Stepping out from the car into intense sunshine, I am surrounded by mad quiet, the kind of silence that makes you attentive to your surroundings. Solid earth slopes and crests as if trying to adjust itself for an audience with thirty centuries of noble history dating back to Volterra’s Etruscan beginnings in the 8th century B.C.
A welcoming “Ciaoooo” fractures the noiselessness as Podere Marcampo export manager Claudia Del Duca walks over to greet us, joined in a moment by her father, proprietor Genuino Del Duca. She is buoyantly enthusiastic, counterbalanced by the more reserved Genuino, ex-policeman and builder turned restauranteur, who bought and renovated the Marcampo property during the early 2000’s. Located in the heart of National Park of Balze and Calanchi, the property’s original building dates back to the 18th century, abandoned to ruin around 1950. Today, the new country house at Marcampo accommodates the winery, family quarters, guest rooms and apartments.
Marcampo’s vineyards sit on hard blue clay making it difficult for vines to establish deep root systems. Salt rich soil with high mineral content, testimony to the past presence of ancient seas, doesn’t make things any easier. Marcampo’s vineyards require irrigation with water Genuino must necessarily bring in via truck. All this, combined with solicited but discouraging professional opinions regarding the site’s suitability for viticulture would be enough to dampen anyone’s enthusiasm for the task at hand. However, at Marcampo, to meet the challenge of what nature has given is considered a privilege, approached with respect and the utmost care.
I reflect, for a private moment, on what could only be a difficult relationship here between soil and vine. Vines that struggle produce better wines. But, in vine terms, this is, well, no day at the beach.
I must tell you now that “passion” has become the most tired, overused, and perhaps over-relied upon word in wine world narrative, in most cases. But, that is not the case at Marcampo. To make world class wine in spite of such natural obstacles takes nothing short of passion. Podere Marcampo has earned the right to use that word.
Rather than disguise or change anything that nature has given them, Claudia and Genuino are committed to respecting the character of their wines and allowing them to be a perfect expression of the territory. “Why should one do things in the vineyard or cellar that standardize the wines? We must instead do things that reflect and preserve the territory,” says Claudia. “We use the wood barrel as a tool to enrich but not to flavor the wine,” she adds.
Podere Marcampo produces wines from selections of Merlot and Sangiovese grapes under the Toscana IGT denomination. Genuino and Claudia work the vineyards by hand, supplying most of the elbow grease themselves. The wines evoke a saline minerality, a theme that seems not atypical of many wines from the stretch of territory between Volterra and San Miniato.
That Claudia, Genuino and mother Ivana also operate a fine dining restaurant in Volterra underscores the importance of their wines’ drinkability with food. The Del Duca family provided an opportunity to taste the wines at their restaurant with food prepared by Ivana, who is the restaurant’s chef. Marcampo’s award winning wine Giusto Alle Balze, so named with a nod to le balze, the area’s sandy cliffs, demonstrated its prowess at table when paired with foie gras. Convincing testimony was also given by the 2012 and 2013 vintages of the estate’s wine Marcampo, a 50/50 blend of Merlot and Sangiovese, when tasted with wild boar pate. Severus, 100% Sangiovese aged in second passage French oak, served side by side with risotto, provided no less evidence that Marcampo’s wines elevate the food experience.
Leaving Volterra and Podere Marcampo, I am briefly overtaken by a feeling of melancholy. Time begins to thin out somehow as the first signs of industry pass by the car window. A sense of the magical and mysterious begins to fade and Etruscans once again become something more of book pages than of life. But, it is for that tired, overused, over-relied upon word of wine, passion, having found it refreshed, energized and so alive at Marcampo, and now to leave it behind, that I am most wistful in driving away. Alas, it belongs there at Marcampo.
Tasting Note
Podere Marcampo Giusto Alle Balze 2013
Deeply hued, 100% Merlot sings with rich notes of cherry, plum and spice. Issues power and balance, is never aggressive. Fleshy and energetic in the mouth, the wine is uniquely expressive, saline, minerals, and pleasantly unexpectedly tannic grip.
Arrivando a Volterra con la macchina, da nord, la campagna assume lentamente l’aspetto vuoto di un paesaggio lunare. Il panorama è al contempo strano ed irresistibilmente bello. Uscendo dalla macchina nella luce intensa del sole, sono circondato da una quiete pazzesca, quel genere di silenzio che ti rende attento a cosa ti circonda. La terra solida scende e sale come se tentasse di sistemarsi per un pubblico, con trenta secoli di storia nobile che vanno indietro alle origini etrusche di Volterra nell’8 secolo A.C.
Un accogliente “Ciaoooo” frattura il silenzio quando Claudia Del Duca, export manager del Podere Marcampo, ci viene incontro per salutarci, raggiunta in un momento da suo padre, il proprietario Genuino Del Duca. Lei è allegramente entusiasta, controbilanciata da Genuino, più riservato, ex-poliziotto e costruttore diventato ristoratore, che ha comprato e rinnovato la proprietà di Marcampo durante i primi anni 2000. Localizzato nel cuore del Parco nazionale di Balze e Calanchi, l’edificio originale della proprietà è datato 18° secolo, lasciato in abbandono e in rovina attorno al 1950. Oggi, la nuova casa di campagna di Marcampo accoglie uno stabilimento per la lavorazione del vino, la residenza di famiglia, stanze per ospiti ed appartamenti.
I vigneti di Marcampo crescono su dura creta blu che rende difficile per le viti creare un sistema di radici profonde
I vigneti di Marcampo crescono su dura creta blu che rende difficile per le viti creare un sistema di radici profonde. Un suolo ricco di sale con alto contenuto minerale, testimonianza della presenza passata di mari antichi, non rende le cose più facili. I vigneti di Marcampo richiedono irrigazione con acqua che Genuino deve necessariamente portare con un autocarro. Tutto questo, combinato con sollecite ma scoraggianti opinioni professionali riguardo all’appropriatezza del luogo per la viticoltura, sarebbe già abbastanza per scoraggiare l’entusiasmo di chiunque per il compito da assolvere. A Marcampo, tuttavia, affrontare la sfida di ciò che la natura ha dato, è considerato un privilegio, da avvicinare con rispetto e la massima cura.
Rifletto, da solo per un momento, su quella che qui potrebbe essere solamente una relazione difficile tra suolo e vite. Viti che lottano producono i migliori vini. Ma, in termini di vite, questo non è affatto una passeggiata.
Ora devo dire che “passione”, in più casi, è divenuta la più stanca, abusata, e forse eccessivamente invocata parola nella narrativa mondiale sui vini. Ma, questo non è il caso di Marcampo. Fare vino di classe mondiale nonostante simili ostacoli naturali non richiede altro che passione. Podere Marcampo ha guadagnato il diritto di usare quella parola.
Piuttosto che mascherare o cambiare qualsiasi cosa che quella natura ha dato loro, Claudia e Genuino sono impegnati a rispettare il carattere dei loro vini permettendo loro di essere un’espressione perfetta del territorio. “Perché uno dovrebbe fare cose nel vigneto o in cantina che standardizzano i vini? Noi dobbiamo fare invece cose che riflettono e preservano il territorio”, dice Claudia. “Noi usiamo il barile di legno come un attrezzo per arricchire ma non per insaporire il vino”, lei aggiunge.
Podere Marcampo produce vini da selezioni di Merlot e acini d’uva di Sangiovese sotto la denominazione Toscana IGT. Genuino e Claudia lavorano i vigneti a mano, fornendo loro stessi la maggior parte dell’olio di gomito. I vini evocano una mineralità salina, un tema che sembra non atipico in molti vini del territorio che si allunga tra Volterra e San Minato.
Claudia, Genuino e la madre Ivana gestiscono anche un ristorante da eccellente cena a Volterra, e questo sottolinea l’importanza della bevibilità dei loro vini con il cibo. La famiglia Del Duca offre l’opportunità di assaggiare i vini al loro ristorante con cibo preparato da Ivana, che è lo chef del ristorante.
Il vino premiato di Marcampo Giusto Alle Balze, così chiamato con un accenno alle balze, le colline sabbiose dell’area, ha dimostrato la sua prodezza a tavola nell’accoppiamento con foie gras. Testimonianza convincente è stata data anche dalle vendemmie 2012 e 2013 del vino dell’appezzamento di terreno Marcampo, una miscela 50/50 di Merlot e Sangiovese quando assaggiate con patè di verro selvatico. Severus, Sangiovese 100% invecchiato in un secondo passaggio in quercia francese, servito fianco a fianco con risotto, ha mostrato che i vini di Marcampo migliorano l’esperienza del cibo.
Lasciando Volterra e Podere Marcampo, sono rapidamente raggiunto da un sentimento di malinconia. Il tempo comincia passare in qualche modo quando i primi segnali dell’industria passano nel finestrino della macchina. Un senso di magico e misterioso comincia ad affievolirsi e gli Etruschi, ancora una volta, diventano qualche cosa che è più simile alle pagine di un libro che alla vita. Ma, è per quella parola stanca, abusata, su cui si fa troppo affidamento nel mondo del vino, la passione, che si è rinfrescata, riempita di energia e anche di vita a Marcampo, e che ora devo lasciare alle spalle, che sono molto ansioso di andare. Ahimè, appartiene là a Marcampo.
Podere Marcampo Giusto Alle Balze 2013
Profondamente colorato, il Merlot 100% canta con note ricche di ciliegia, susina e spezie. I problemi potenziano e bilanciano, non è mai aggressivo. Carnoso ed energico in bocca, il vino è unicamente espressivo, salino, minerale, e ha una presa piacevolmente e inaspettatamente tannica.
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