Chi passeggerà a Firenze, lungo la centralissima via Tornabuoni, si troverà ad ammirare, inaspettatamente, un’inedita installazione video di Fabrizio Plessi che animerà la facciata di Palazzo Bartolini Salimbeni, sede della Collezione Roberto Casamonti.
Il progetto nasce dalla collaborazione tra la Collezione Roberto Casamonti e le Gallerie degli Uffizi e si inaugura in occasione della Florence Art Week. Un progetto a cadenza biennale che, di volta in volta, selezionerà un artista internazionale al quale sarà commissionato un lavoro site specific per le quattro nicchie all’altezza del piano nobile della facciata che, nel Cinquecento (1520), ospitavano le statue raffiguranti le quattro Stagioni, sculture ormai disperse, creando un confronto diretto tra la struttura architettonica antica e i linguaggi contemporanei. L’opera, che andrà a sostituire le antiche statue, realizzata grazie alla Collezione, sarà visibile per sei mesi. L’artista invitato donerà il proprio ritratto alle Gallerie degli Uffizi, arricchendo così la preziosa Galleria degli autoritratti.
Fabrizio Plessi, pioniere e sperimentatore della tecnologia applicata all’arte, ha scelto di raffigurare quattro soggetti a lui cari: l’acqua, il fuoco, l’oro e i lampi, che si ripetono in maniera ciclica nei video inseriti in modo armonico nella compostezza dell’architettura dell’edificio di Baccio d’Agnolo.
“Il progetto di Palazzo Bartolini Salimbeni – dichiara Roberto Casamonti – è per me molto significativo, in quanto evidenzia ulteriormente le motivazioni che mi hanno spinto a realizzare la mia stessa Collezione e successivamente ad aprirla al pubblico: l’idea cioè di condividere l’arte, di riportare nelle strade e nelle piazze un rinnovato senso estetico, una nuova vitalità offerta al nostro sguardo in grado di rigenerare l’attitudine conoscitiva”.
“La presenza dell’acqua e del fuoco insieme al numero delle immagini di Plessi ricorda i quattro elementi della filosofia naturale classica e rinascimentale, che a Firenze ispirarono, tra l’altro, la decorazione dell’interno della Tribuna degli Uffizi – commenta Eike Schmidt – suggerendo la concentrazione dell’intero cosmo in una singola stanza. L’oro addirittura rappresenta un elemento presente nel sistema periodico moderno (il numero 79). Tuttavia, Plessi non sembra essere tanto interessato alla qualità sostanziale, elementare, atomica, chimica e fisica dei fenomeni evocati, quanto, come Leonardo da Vinci – in particolare con le osservazioni e interpretazioni sulla viscosità dell’acqua e sull’idrodinamica contenute nel Codice Leicester – al loro movimento. Un movimento che si oppone al nostro sul terreno e ci impone una sosta di riflessione: nei prossimi mesi, chi passeggerà lungo via Tornabuoni potrà fermarsi ad ammirare l’inaspettata animazione della facciata di Palazzo Bartolini Salimbeni, e farsi coinvolgere nella contemplazione catartica delle quattro immagini in successione”.
“L’acqua, il fuoco e la tempesta con i suoi lampi – sottolinea Sonia Zampini, direttrice della Collezione – sembrano essere racchiusi, al pari di una sorta di sintesi cosmica, tra le mura antiche, apologia dello scorrere del tempo e della ciclicità dell’universo. L’oro fluido, infine, consacra l’atto visivo come pura ierofania che lascia trasparire una urbana, quotidiana, rivelazione.”
Per l’occasione sarà disponibile una pubblicazione con testi di Eike Schmidt, Roberto Casamonti, Sonia Zampini e Chiara Toti.
L’installazione sarà visibile fino al 30 marzo 2023, tutti i giorni dalle 16.00 alle 24.00
Fabrizio Plessi è nato a Reggio Emilia nel 1940. Vive e lavora tra Venezia e Palma di Maiorca. Ha partecipato ad importanti rassegne come Documenta di Kassel, e a quattordici edizioni della Biennale d’Arte di Venezia. Ha esposto in prestigiosi sedi internazionali tra le quali il Guggenheim di New York, le Scuderie del Quirinale di Roma, il Museo Pushkin di Mosca. Al Passo del Brennero nel 2013 è stato inaugurato il Plessi Museum, progettato dall’artista come un’opera di architettura, scultura e design.