A Los Angeles “The Pleasure principal” indica la nuova direzione artistica per il ravennate Mattia Biagi. Per la sua prima esposizione alla Eric Buterbaugh Gallery, ha scelto opere che sorprendono per i colori gioiosi. 
 
La personale rappresenta una dissoluzione di confini che impiega materiali diversi come  il legno, la carta, il metallo acrilico, la seta e la vernice spray per annebbiare i confini tra la vita e la morte, la natura e la civiltà, la conservazione e la trasformazione. La relazione tra trasformazione e conservazione si estende a “The Purpose”, una scultura realizzata nel 2014 in cui Biagi drappeggia fiori di seta su una pelle di pece, su cui sembra esprimersi di malavoglia e senza scopo per creare una nube nera che lacrima.
 
I “fiori sono un importante simbolo per me perchè loro rappresentano simultaneamente vita e morte: un regalo che si decompone nel momento in cui è offerto. ‘The purpose’ offre una soluzione preservando i fiori in un appiccicoso nero pece che mantiene la loro naturale bellezza celandola sotto un velo di spessa oscurità”, dice Biagi.
 
Tre nuovi lavori di collage scultorio, dal 2016 saranno installati nel cortile della Eric Buterbaugh Gallery. Ognuno dipinge una figura a grandezza naturale presa dalla storia dell’arte ma resa surreale dalla tecnica di assemblaggio impiegata da Biagi. “Anna” cannibalizza un’antica scultura romana, sostituendo la testa della figura con un enorme, cervello di cartoonish. Fiori e frutta sembrano germogliare direttamente dai suoi genitali in un’offerta di eccesso e di rifiuto dei limiti di natura.
 
Biagi ha passato gli ultimi dieci anni accumulando un archivio di immagini estratte dai media, dalla pornografia, dalla storia dell’arte, e dalle sue fotografie istantanee. Questa corposa fonte di materiale permette all’artista di costruire rapidamente ed intuitivamente lavori di collage, esprimento la biblioteca mentale inconscia di Biagi. 
 
Una serie di otto dipinti prodotti con questa tecnica di mezzi espressivi mescolati tra loro, a partire dal 2015, evidenziano questa direzione artistica nuova. 
In Charlie, 2015, l’artista propone l’immagine di una infermiera dagli anni Cinquanta, in cui sostituisce la sua siringa con un mazzolino di fiori colorati ed il cappello da infermiera con un apparato meccanico. 
 
Il modo in cui Biagi usa la pece fa sì che questa si comporti come un fondale per l’immagine colorata e si riferisca concettualmente alle qualità trasformative del collage. 
Mattia Biagi, originario dell’emilia Romagna, vive e lavora a Los Angeles. Il suo lavoro è stato presentato in personali come “Election Day” a Le Dictateur di Milan (2013) e “Fiori” allo Young Projects di Los Angeles (2014), esibizioni di gruppo come “Storm of Life” al Castello di Rivara di Turin, nel 2013, “Un homme juste est quand même un homme mort” al Palais de Tokyo di Parigi nel 2013, “Erection” alla Mama Gallery di Los Angeles nel 2014. Suoi lavori sono inclusi nelle collezioni permanenti del Mint Museum di Charlotte, in North Carolina, e del Louvre Museum di Dubai.
 

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