Interrogazione al Ministro del lavoro Poletti per chiedere chiarimenti su alcune dichiarazioni del presidente dell’Inps Tito Boeri che, nell’ultima audizione al Comitato per gli Italiani nel Mondo e Sistema Paese della Camera, ha rivelato che “sono 100.000 le pratiche di prestazioni indebite relative a residenti all’estero titolari di pensioni in regime convenzionale, di cui 60.000 in corso di recupero per un totale di 270 milioni di euro da recuperare”.
Proprio da qui partono i due deputati che, nella premessa, scrivono: “nel corso dell’audizione tenutasi il 19 luglio 2017 presso la Commissione esteri della Camera, rispondendo a domande poste dal Comitato per gli italiani nel mondo costituito presso la stessa Commissione, il Presidente dell’Inps Tito Boeri ha quantificato in circa 100.000 le pratiche di prestazioni indebite relative a residenti all’estero titolari di pensioni in regime convenzionale; 60.000 di queste sono in corso di recupero; l’importo da recuperare è di circa 270 milioni di euro; la maggior parte degli indebiti è in Argentina (27,5 per cento), seguono Australia (quasi 15 per cento), Francia, Canada e Usa (con il 9 per cento)”.
“Le pensioni dell’Inps in pagamento all’estero – ricordano Porta e Fedi – sono circa 380.000; ciò significa che sono oggetto di ripetizione di un indebito più di un quarto delle pensioni erogate all’estero; si tratta, ovviamente, di una situazione clamorosa, ma di difficile decifrazione e che appunto lascia molto perplessi visto che non può essere il dolo da parte dei pensionati debitori la causa degli indebiti”.
Per i parlamentari “è quindi presumibile che il costituirsi di questo elevato numero di indebiti sia da ascrivere alle modalità e alle procedure adottate dall’Inps ai fini della attribuzione dei diritti previdenziali legati a limiti di reddito ed alla verifica, durante l’erogazione delle prestazioni, del mantenimento di tale diritto da parte dei pensionati italiani residenti all’estero”.
Porta e Fedi, dunque, chiedono di sapere “quanti siano complessivamente i pensionati residenti all’estero che devono restituire somme indebitamente percepite dall’Inps e quale sia il numero disaggregato per ciascun Paese di residenza dei debitori; quali siano le cause di un numero così obiettivamente elevato di indebiti pensionistici vista l’alta percentuale (25 per cento rispetto al numero complessivo delle pensioni erogate all’estero” e “quali siano esattamente le modalità adottate dall’Inps per il recupero degli indebiti in termini di frequenza”.
E ancora, a Poletti viene chiesto “quali siano esattamente le modalità di recupero adottate dall’Inps in termini di trattenute sulle pensioni in pagamento e di salvaguardia del trattamento minimo; quali siano esattamente le modalità di recupero adottate dall’Inps in termini di pagamento con rimesse di denaro e di durata dei piani di recupero; a quanto ammontino finora le somme recuperate rispetto ai 270 milioni di euro che l’Inps sostiene di dover recuperare” e infine “se il Ministro interrogato non ritenga utile ed opportuno valutare la possibilità di assumere iniziative per introdurre una sanatoria degli indebiti pensionistici per i pensionati italiani residenti all’estero i quali siano titolari di redditi complessivi inferiori agli importi della “No Tax Area” Irpef italiana”.