L’Italia condivide la tradizione musicale della Fisarmonica con tutta Europa, specialmente con la Francia, Germania, Polonia e con la Scandinavia, ma è stato Giuseppe Verdi a riconoscerla come strumento vero e proprio, e a raccomandarne la sua introduzione nei conservatori di musica. Ed effettivamente, la Fisarmonica è veramente parte della tradizione italiana.
Immaginate la costa centro-Adriatica. Alcuni conosceranno l’area per l’importante porto di Ancona, o per la città di Pesaro, dove sono nati i compositori Gioacchino Rossini e più recentemente, Riz Ortolani e il soprano Renata Tebaldi, oppure per la fabbrica di moto Benelli, vincitrice di campionati, forse l’impresa che da più tempo opera in questo settore, avendo prodotto la prima moto maxi di sei cilindri per strada, che ancora “canta” sulle strade in stile molto italiano. Anche la meno conosciuta città di Recanati può vantarsi di avere avuto tra i suoi cittadini il tenore Beniamino Gigli. Ciò nonostante, tutte queste attrazioni sono di secondaria importanza per me.
Quello che più conta per questo fisarmonicista (e per la mia nuova recluta, Angela, la mia Signora) è il pellegrinaggio musicale a “Accordionland Central” (la Terra della Fisarmonica), nello specifico il pittoresco paese di Castelfidardo in cima a una collina e i circostanti borghi della Fisarmonica: Camerano (paese della ditta Scandalli), Numana (paese della ditta Frontalini), Loreto (paese del Santuario della Santa Casa della Madonna e della “Piazza della Fisarmonica”) ed anche Recanati (paese che parzialmente dà origini alla ditta Fratelli Vaccari).
Nel centro storico di Castelfidardo, si trova il “Museo Internazionale Della Fisarmonica”, fondato nel 1981, il cui sito internet in inglese è http://accordions.com/museum/
Vari curatori, amanti della musica e della “Fisa” mantengono e gestiscono il Museo in modo impeccabile. Sin dalla mia prima visita nel 2008, ho conosciuto i signori Paolo Brandoni, Fabio Petromilli, Maurizio Pomposini e Beniamino Bugiolacchi.
Il piacere di conoscere il modesto Bugiolacchi l’ho avuto finalmente durante la nostra visita quest’anno in agosto. È stato Bugiolacchi uno degli ideatori del Museo sin dal giorno che aprì nel Maggio del 1981. Direttore per 21 anni (sin dall’inizio), egli continua ancora, senza pretese (e di solito anonimamente) a rispondere a tutte le email inviate al Museo. È interessante notare che non tutti questi signori sono stati commercianti di fisarmoniche, ma nonostante ciò possono considerarsi delle autorità del settore e i loro nomi sono conosciuti (Petromilli, Bugiolacchi e Brandoni).
Nel secolo XIX, verso la fine degli anni ’50, un pellegrino austriaco visitò la Casa Della Madonna al Santuario di Loreto, si fermò presso la fattoria della famiglia Antonio Soprani, e diede al giovane Paolo Soprani la possibilità di sentire ed esaminare il suo strumento primitivo con tastiera a leva (tipo macchina da scrivere), chiamato “organetto”. Quasi subito, Paolo realizzò che sarebbe stato capace di produrre uno strumento superiore, più adatto alla musica popolare dell’epoca.
In breve tempo, fondò una piccolissima “impresa da scantinato” con il fratello Settimio. Non aveva idea che sarebbe diventato il “Padre della Fisarmonica” come lo ricordiamo oggi, facendo di Castelfidardo la capitale internazionale dello strumento. Il giovane Paolo incominciò a vendere le sue “Fise” nella piazza del Santuario di Loreto, come la futura leggenda Silvio Scandalli di Camerano ed altri produttori avrebbero fatto più avanti (forse questo potrebbe fare della Santa Madre Maria la patrona della Fisarmonica). Così nacque il “Movimento della Fisarmonica”, come conosciuto oggi.
Il busto in bronzo di Paolo Soprani indica l’entrata del Museo, il quale celebra alcuni tra i più famosi “Figli della Fisa” tra cui Fred Astaire, John Lennon, e Gervasio Marcosignori. Sì, il ballerino Fred Astaire, sua sorella e la loro fisarmonica erano in tournée con una commedia musicale, e John Lennon compose alcune delle sue canzoni sulla fisa, mentre Marcosignori può essere considerato un “Segovia della Fisarmonica”, e certamente il grande sostenitore della fisarmonica elettronica.
Anche se la collezione del Museo consiste di circa 420 strumenti, la maggior parte dei pezzi scelti ed immacolati (più di 150) in mostra con foto, grafiche e ricordi, costituiscono un’elaborata esibizione che continua ancora ad evolvere. Un angolo del museo multi-sala è riservato come saletta “viewing” per un favoloso mini-film documentario.
Al nostro arrivo a Castelfidardo nel 2008, con nessuna persona disponibile per avere informazioni a metà pomeriggio, io e la mia signora Angela facemmo qualche domanda a due signore anziane sedute nella via, le quali stavano chiacchierando. Speravamo di ottenere delle notizie sulle attività fisarmonicistiche. Queste due signore sapevano esattamente quali famiglie costruirono quali pezzi per quali fabbriche, chi aveva lavorato dove e per quanto tempo, ed il corrente profilo delle fabbriche della “Accordionland”, incluso le fabbriche che erano “kaput” (questa l’espressione divertente da loro usata). La gente locale, cioè i “Fidardensi” davvero vivono e respirano la Fisarmonica!
Nonostante abbia visitato (il Museo) come semplice fisarmonicista e commerciante di caffè (del pionieristico e globalmente conosciuto Caffé Trieste) proveniente da una delle tre grandi città della fisarmonica negli USA, cioè San Francisco (il cui strumento ufficiale è, non a caso, la fisarmonica), sono stato accolto a braccia aperte. Durante una visita, Fabio Petromilli ha acceso e ha dato una dimostrazione con ogni strumento che non era fissato ed è stato davvero un grande privilegio. È interessante notare che, sebbene il nome Petromilli sia una leggenda nel mondo della fisarmonica, Fabio ha lavorato da sempre per il Comune di Castelfidardo, entrando nel campo della fisarmonica come curatore del Museo appena dopo essere andato in pensione.
Un ringraziamento speciale alla Sig.ra Angela Alioto per aver messo a disposizione tutte le foto apparse in questo articolo.