«Ma Giorgia, non posso mica fare gnocchi per tutti ristoranti di Los Angeles!». «Vabbé mamma, vorrà dire che ti aiuterò io».
Per fare impresa, così come nella preparazione di una ricetta, ci vanno ingredienti e metodo. Prendete una buona dose di coraggio, aggiungeteci un po’ d’incoscienza per affrontare il rischio, quindi armatevi di pazienza per far fronte agli imprevisti e alla mole di documenti da dover firmare. Dopo aver infornato la richiesta, ed essere stati in innumerevoli uffici per ottenere permessi e agibilità (molto meno, comunque, di quelli italiani), il piatto sarà servito.
La storia di Giorgia Fornari, di sua mamma Paola e di suo fratello Francesco è un mix di caso, audacia, inventiva e tradizione familiare. Oltre che di patate, farina, uova e sale, perché anche le grandi avventure hanno bisogno degli ingredienti base, ovvero quelli che mantengono l’uomo a contatto con le sue radici e con la terra dalla quale proviene.
Paola (52) è originaria di Padova. Nel 2011, dopo anni di lavoro nelle cooperative sociali come educatrice, decise di spostarsi a Los Angeles per cercare lavoro e iniziare una nuova avventura.
A Los Angeles, l’anno prima si era già trasferito il maggiore dei suoi figli (Francesco, 32) e in qualche modo si trattava di un “ritorno”, dato che ci aveva vissuto negli anni ’70. Ma avere la forza, a 48 anni, di ricominciare tutto da capo, è raro e – per certi versi – eroico. Il primo impiego che trovò a quel tempo, in parte legato all’esperienza precedente, fu di baby-sitter per alcune famiglie della città.
Giorgia (25), invece, dopo una Laurea in Scienze del Servizio Sociale all’Università di Padova (e un background nella musica), raggiunse la famiglia l’anno seguente e iniziò a lavorare come “Hair Model” per poi continuare come cameriera al Fred Segal Mauro Café di Melrose Avenue. E proprio nel locale dove si incontrano solitamente vip e celebrities, la storia di questa famiglia padovana ha preso una svolta inaspettata e incredibile.
«Un giorno (era il 2013, ndr) – ricorda Giorgia – la proprietaria del locale, Evelyn, mi accennò al fatto che avrebbe organizzato un tasting per decidere quali gnocchi inserire nella fornitura del ristorante». «Per scherzo – prosegue – le proposi di assaggiare quelli fatti in casa da mia mamma, che con una battuta le descrissi come i “migliori al mondo”».
La ricetta di Paola si perdeva nel tempo, e risaliva al libro di cucina della nonna, dove pagine ingiallite e visibilmente provate dagli anni custodivano (e custodiscono tuttora) un tesoro di cultura culinaria.
Dopo qualche brontolio da una parte, qualche incoraggiamento dall’altra, e una serie di stratagemmi per portare il prodotto fresco al tasting del ristorante (che rende l’inventiva italiana tra le eccellenze mondiali in campo di espedienti), gli gnocchi erano pronti alla prova: una serie tradizionale, una agli spinaci e una alla zucca. I proprietari del Mauro’s ne furono estasiati e vollero subito una fornitura per il loro locale.
La vita di Paola, e così la sua routine e quella di Giorgia, sarebbe cambiata ancora una volta. Dopo le giornate da baby-sitter e da cameriera, infatti, mamma e figlia alla sera avrebbero vestito i panni dello chef e cominciato a produrre gnocchi per il ristorante, suddividendoli in porzioni monouso “prêt-à-manger”.
«Questo durò 4-5 mesi – aggiunge Giorgia – dopodiché un’amica ci segnalò un altro tasting, decisamente più impegnativo, al quale secondo lei avremmo dovuto partecipare». Ci chiesero, infatti, di produrre gnocchi per tutti gli alberghi Hyatt. Nonostante la prova si svolgesse a Boston (e di conseguenza si dovettero spedire gli gnocchi nel Massachusetts) il prodotto casereccio di Paola trionfò ancora una volta.
«Era la conferma che stavamo facendo un ottimo lavoro – continua Giorgia – ma produrre tonnellate di gnocchi per tutti gli Stati Uniti sarebbe stato difficile e non eravamo pronte a sbilanciarci». In questa fase, all’incirca un anno fa, si inserì l’inventiva e l’energia di Francesco (in passato giornalista, ma anche vigile del fuoco e manager in un ristorante), che iniziò a informarsi sulla possibilità di aprire un pastificio in città.
«Apriremo a marzo all’incrocio tra Pico Boulevard e Harlington – annuncia Giorgia –. Avremo un laboratorio per la produzione di gnocchi (ma anche pasta, tagliatelle, pappardelle) e una parte deli, dove i clienti potranno trovare sia le nostre produzioni che alcuni prodotti italiani difficili da trovare in città, come lo stracchino e altri formaggi e l’orzo. Faremo anche zuppe, panini, piadine (da consumare sul posto o take away anche via internet) e tutti i prodotti saranno geneticamente non modificati».
Il pastificio/gastronomia si chiamerà Pasta Sisters (è in società anche l’attuale compagno di Paola, Craig Moody, che ha seguito la parte commerciale e finanziaria) e proporrà un “hand and home made” anche per i lunch box delle scuole e un servizio catering per i set.