Le espressioni napoletane: “Tieni mente” e “tieni a mmente” sembrano identiche; eppure il loro significato è completamente diverso. Rese in italiano corrisponderebbero – più o meno – a: “poni mente” (guarda con attenzione) e “conservalo nella mente” (tienilo a mente, ricordati).
 
Esse sono due perifrasi, giro di parole, due o più parole al posto di un unico vocabolo, come tante volte decidiamo di utilizzare. Nel primo caso: “Guarda!”. Nel secondo: “Ricorda!”. 
La perifrasi, una volta consolidatasi con l’uso, diviene poi una espressione idiomatica (modo di dire caratteristico di una data lingua).  Dicono che la lingua francese sia ricca di espressioni idiomatiche: adesso possiamo dire che anche il napoletano non è da meno. 
 
Confrontando le due perifrasi, quella napoletana e quella italiana, dobbiamo constatare – noi bilingui che conosciamo bene entrambe le lingue – che le due espressioni idiomatiche napoletane, pur equivalendosi alle corrispondenti della lingua italiana, hanno tuttavia una leggera differenza di significato che ne evidenzia la peculiarietà. Perché, se dico: “Tieni mente!” (napoletano), inequivocabilmente io voglio dire, “Guarda!”. Ma se dico: “Poni mente” (italiano) forse voglio dire: “Presta attenzione!” Più simile, invece sono: “Tieni a mmente” (napoletano) e “Conservalo nella mente” (italiano). Ben altra cosa, però, intendo dire, se ripeto due volte l’espressione “Tiene mente”. 
 
E qui ci vorrebbe il grande Eduardo (De Filippo), a spiegarcelo, come sa fare mirabilmente nel finale del III atto della sua commedia “Uomo e galantuomo”, quando, lisciandosi i baffi, conclude:  “Una cosa che solo noi napoletani sappiamo quello che significa, quando uno dice: “Tieni mente, … tieni mente!”. 
E ribadisce, quasi a mo’ di risposta ad una domanda sottintesa. “Significa: Tieni mente! … tieni mente!” 
Lo spieghiamo per chi napoletano non è. È come se uno dicesse: “Ma tu guarda un po’ che mi doveva capitare di incontrare …” o giù di lì.
 
E concludo. Le espressioni idiomatiche sono dei modi di dire, vere creazioni originali, pure invenzioni poetiche, giocate sulla metafora e l’analogia, i cui stilemi si standardizzano mediante il loro uso fino e diventano familiari come formule fisse. Esse sono prezioso patrimonio di frammenti linguistici, e tracciano la storia della sensibilità del popolo e della sua originalità. 
 
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