Domenica pomeriggio 15 marzo, Papa Francesco è uscito dal Vaticano, a piedi. La scorta lo seguiva a poca distanza. Una camminata faticosa per un 83enne al suo ottavo anno da pontefice. Ha visitato due chiese simbolo della Capitale per pregare per la fine della pandemia da Coronavirus.
E’ entrato nella Basilica di Santa Maria Maggiore per rivolgere una preghiera a Maria Salus populi Romani. Nel 593 Papa Gregorio I la portò in processione per far cessare la peste, e nel 1837 Gregorio XVI la invocò per far finire un’epidemia di colera. Poi, dopo un tratto di Via del Corso, “come in pellegrinaggio”, ha raggiunto la chiesa di San Marcello al Corso. Lì si trova il Crocifisso miracoloso che nel 1522 fu portato in processione per i quartieri della città durante la peste.
“Con la sua preghiera – ha riferito il portavoce vaticano Matteo Bruni – il Santo Padre ha invocato la fine della pandemia che colpisce l’Italia e il mondo, implorato la guarigione per i tanti malati, ricordato le tante vittime di questi giorni, e chiesto che i loro familiari e amici trovino consolazione e conforto. La sua intenzione – ha continuato Bruni – si è rivolta anche agli operatori sanitari, ai medici, agli infermieri, e a quanti in questi giorni, con il loro lavoro, garantiscono il funzionamento della società”.Un gesto forte e intenso, quello del Pontefice, che resterà nella Storia.
In occasione del 19 marzo, Festa di San Giuseppe, il Papa ha inviato un videomessaggio per il momento di preghiera promosso dalla Cei, tramite la recita del Rosario in televisione, per l’emergenza sanitaria in corso. “È un’indicazione di cammino che ritrovo in tante lettere dei vostri Pastori che, nel condividere un momento così drammatico, cercano di sostenere con la loro parola la vostra speranza e la vostra fede”, ha detto Francesco unendosi all’iniziativa della Chiesa italiana. “Questa sera preghiamo uniti, affidandoci all’intercessione di San Giuseppe, Custode della Sacra Famiglia, Custode di ogni nostra famiglia. Anche il falegname di Nazareth ha conosciuto la precarietà e l’amarezza, la preoccupazione per il domani; ma ha saputo camminare al buio di certi momenti, lasciandosi guidare sempre senza riserve dalla volontà di Dio”.
La preghiera del Santo Padre ha detto anche :“Proteggi, Santo Custode, questo nostro Paese. Illumina i responsabili del bene comune, perché sappiano come te prendersi cura delle persone affidate alla loro responsabilità. Dona l’intelligenza della scienza a quanti ricercano mezzi adeguati per la salute e il bene fisico dei fratelli. Sostieni chi si spende per i bisognosi: i volontari, gli infermieri, i medici, che sono in prima linea nel curare i malati, anche a costo della propria incolumità. Benedici, San Giuseppe, la Chiesa: a partire dai suoi ministri, rendila segno e strumento della tua luce e della tua bontà. Accompagna, San Giuseppe, le famiglie: con il tuo silenzio orante, costruisci l’armonia tra i genitori e i figli, in modo particolare i più piccoli. Preserva gli anziani dalla solitudine: fa’ che nessuno sia lasciato nella disperazione dell’abbandono e dello scoraggiamento. Consola chi è più fragile, incoraggia chi vacilla, intercedi per i poveri. Con la Vergine Madre, supplica il Signore perché liberi il mondo da ogni forma di pandemia”.