Da Genova a Los Angeles, passando per Milano: questa è la strada che ha percorso Paola Maria Savoia e che l’ha portata alla sua prima mostra negli Stati Uniti, sabato 15 dicembre, a Sherman Oaks.
Pittrice per passione, Paola ha iniziato la sua carriera lavorativa in Italia aprendo scuole di taglio e cucito, diventate poi vere e proprie scuole di moda e infine accademie dello spettacolo.
 
L’arte ha sempre fatto parte della tua vita?
Ho avuto un’attività più commerciale per 25 anni, che ha deviato un po’ quella che era la mia vera passione: fin da piccola per Natale, per i compleanni, l’unica cosa che volevo erano colori, scatole e scatole di colori per poter disegnare e dipingere. Tutto il resto non mi interessava.
 
Dalla moda alla pittura: qual è stato il percorso?
La prima scuola di moda è nata a Pegli, un piccolo paese della Liguria. Nel giro di pochi anni la mia attività ha iniziato a crescere e mi sono ritrovata a 28 anni a dover gestire 15 scuole in tutta Italia. In seguito, sono andata ad aprire scuole di moda in Giappone, Corea, Marocco.
Ad un certo punto queste scuole si sono trasformate: non erano più solo scuole di moda ma avevano a che fare con lo spettacolo, il cinema, la televisione. Ho passato la mia vita, in qualche modo, sempre in mezzo ad artisti, anche se in diversi campi.
 
Com’è nata la decisione di venire in America e perché hai scelto di stabilirti a Los Angeles?
La scelta è legata ad un discorso cinematografico: mio marito è un regista e dopo aver fatto due film in Italia ci siamo guardati negli occhi, abbiamo chiuso tutto e, anche se con un grande punto interrogativo davanti, abbiamo preso un aereo e ci siamo trasferiti in California. Forse è stata anche la mia natura “colombiana”, venendo proprio da Genova, a portarmi qui.
  Una delle icone dipinte da Savoia ed esposte a Sherman Oaks, CA  

  Una delle icone dipinte da Savoia ed esposte a Sherman Oaks, CA  

 
Qual è stato l’impatto con gli Stati Uniti?
L’America è dura, durissima. Ma se hai talento, il tuo talento viene fuori. Se non ce l’hai, torni a casa.
Ho ricominciato a dipingere a Los Angeles, avendo molto tempo libero, e quando alcune persone hanno visto i miei quadri è arrivata la proposta di fare una mostra. Devo ringraziare gli americani perché sono stati loro a riconoscere in qualche modo il mio talento e a darmi quest’opportunità. È bello vedere che dopo 50 anni qualcuno ha capito che la mia passione meritava un po’ di attenzione.
 
Analizzando le tue opere si nota un forte richiamo all’arte bizantina. Perché hai scelto di dipingere delle icone?
La tecnica che uso è proprio quella dei bizantini: ho passato un periodo in un monastero per imparare la tecnica di pittura delle icone e ho iniziato proprio mischiando la tempera con il tuorlo d’uovo. Poi sono passata ad usare l’olio e a mischiarlo alla sabbia, in modo che tirasse fuori insieme alla sabbia questi colori caldi, ambrati che ricordano proprio la terra di siena bruciata, l’ocra.
Ora sto cercando di staccarmi da quelli che sono i soggetti dell’iconografia classica, andando verso una ricerca del metafisico.
 
Il tema della mostra “Angels in L.A.” sembra non essere casuale.
L’idea è nata un po’ per caso un anno fa: ho pensato che oltre ai soggetti classici, come Gesù, la Madonna e i Santi, mi sarebbe piaciuto fare qualcosa che avesse a che fare con gli angeli. Era un mio desiderio dipingere angeli e quale occasione migliore se non qui nella città degli angeli?!
 
Dipingere icone religiose nel 2012 non potrebbe sembrare un po’anacronistico?
Questa è una domanda che mi sono fatta anche io; poi ho pensato al fatto che le persone potessero ritrovare nella spiritualità quella pace interiore che al giorno d’oggi, con la vita frenetica che facciamo, è difficile trovare. Si è troppo stressati e ci sono alcuni momenti in cui bisogna fermarsi un attimo: io ho ritrovato una certa pace proprio dipingendo l’immagine di Gesù, della Madonna e degli Angeli.
In una vita dove ho sempre corso, ho sentito la necessità di fermarmi e credo che tante persone abbiano la stessa esigenza: fermarsi. E nell’immagine del sacro si può riscoprire una pò di serenità.

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