Ci sono luoghi che, per una singolare disposizione dello spirito, prestano le loro immutabili bellezze alle storie degli uomini. Con i suoi dammusi, circondati da grandi cespugli di capperi di un verde lucido, i suoi filari di zibibbo, le chiesette disadorne e le edicole votive, Pantelleria è il cuore del  Mediterraneo.

Isola lambita dall’acqua e sferzata dal vento, Pantelleria è per ovvie ragioni geografiche un lembo di terra votato alla specificità. Come uniche, non assimilabili, ma assolutamente connesse sono le vite di Sandra, che cerca il senso delle cose negli affetti, Patrick, che dagli affetti fugge, Bruno, che ripete gli errori di sempre, Livio e Giacomino, che di Pantelleria sono gli ospiti più ricchi di sfumature. “Noi siamo un oceano di sentimenti” scrive l’autore, “ma – aggiunge – spesso ci fermiamo a considerare solo quello che appare immediato, visibile”.

Perchè l’isola si può scoprire anche leggendo il racconto di Vito Di Ventura dal titolo “Oceano, noi – Incroci e ricordi tra i dammusi di Pantelleria”: un intreccio quasi metafisico di passioni ed emozioni tutte terrene, che trovano lì – in mezzo al mare – la loro sintesi. 

Con una vis descrittiva di grande impatto, e un’indagine letteraria che fa la spola per osmosi dall’intimità dei protagonisti al contesto in cui si muovono, il romanzo è un inno alla bellezza della vita, incastonata nel fascino sublime dei luoghi (con l’aggettivo sublime che richiama però anche il dolore, il senso di inadeguatezza, lo stupore, così ben descritti da poeti e pittori romantici, dell’uomo di fronte ai suoi stessi sentimenti e alla grandezza della natura).

 
 
 
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