La data del 16 agosto marca come da tradizione l’appuntamento annuale con l’evento più atteso della tradizione folkloristica di tutta la regione Toscana: la seconda e conclusiva corsa equestre del celebre Palio di Siena.
Come ogni anno fino dal 1644, data in cui venne corso il primo palio con i cavalli, la “Carriera” o corsa si svolge abitualmente due volte: il 2 luglio si corre il Palio di Provenzano (in onore della Madonna di Provenzano) e il 16 agosto il Palio dell’Assunta (in onore della Madonna Assunta).
Il Palio di Siena non è solo una manifestazione di grande rilievo culturale capace di attirare migliaia di visitatori ed appassionati, ma è l’essenza estrema del popolo della città di Siena: un’esplosione di emozioni contrastanti, dalle rivalità di “Contrada” alla festa che segue l’evento, il quale ha il suo culmine nell’intensa corsa equestre all’interno della meravigliosa Piazza del Campo.
Il territorio della Città è diviso in diciassette Contrade con dei confini stabiliti nel 1729 dal Bando di Violante di Baviera, Governatrice della Città.
Ogni Contrada è come un piccolo stato, retto da un Seggio con a capo il Priore e guidato nella “giostra” da un Capitano.
Ognuna possiede, entro il suo territorio, una chiesa con annessa la sede dove viene custodito tutto il suo patrimonio: cimeli, drappelloni delle vittorie, costumi della Comparsa, bandiere, archivio e tutto quanto altro concerne la vita della Contrada stessa.
Ad ogni Palio partecipano solo dieci Contrade tra le diciassette totali, scelte a sorte e secondo un turno che va di luglio in luglio e di agosto in agosto.
Queste le sei Contrade che corrono oggi di diritto Carriera dell’Assunta: Civetta, Drago, Onda, Selva, Tartuca, Valdimonte, a cui si aggiungono le quattro estratte: Leocorno, Istrice, Pantera, Giraffa.
La doppia corsa equestre che si svolge annualmente, non è altro che il momento più atteso ed osservato dagli occhi di estimatori da ogni parte del mondo. Se ogni volta la Festa vera e propria si celebra in quattro giorni intensi, ricchi di vari appuntamenti, la preparazione dura lungo tutto il corso dell’anno.
Le dirigenze, sin dall’inverno, curano le strategie tenendo i contatti con i fantini e i proprietari di cavalli.
Si entra pienamente nel clima paliesco a fine maggio, con l’estrazione a sorte delle tre Contrade che affiancheranno le sette che corrono di diritto: con il quadro delle contrade delineato per intero si può iniziare a parlare davvero di “monte” (ingaggio dei fantini) e di “partiti” (patti segreti per la vittoria), nonostante l’incognita del cavallo che toccherà in sorte.
Circa una settimana prima del Palio viene presentato il Drappellone che il Comune ha commissionato ad un artista locale (nel caso del Palio di luglio) o di fama internazionale (nel caso del Palio di agosto).
Si giunge pertanto alla mattina del 29 giugno, nella prima edizione, e quella del 13 di agosto, quando iniziano gli intensi quattro giorni di preparativi alla Festa del Palio.
L’origine del nome della Corsa del Palio, non solo della città di Siena, è nel premio che viene dato al vincitore: il palio appunto, uno stendardo rettangolare di seta dipinto a mano. In latino “pallium” (mantello di lana), era in genere un drappo di stoffa molto pregiata che veniva utilizzato per gli scopi più svariati. A Siena era destinato alla chiesa del Rione vincitore.
Questo avveniva perché, ai loro albori, le Contrade si appoggiavano per le loro riunioni alle Parrocchie che sostenevano e supportavano gli ordini monastici. È comprensibile come, in caso di vittoria, il premio venisse regalato alla Chiesa del rione, sia per riconoscenza sia per devozione.
Come ogni corsa di origine medievale che si rispetti, solo al primo arrivato è riservata la gloria della vittoria. L’unicità del Palio di Siena è la maggiore importanza che viene data al cavallo rispetto al “fantino” che lo cavalca.
Infatti a vincere il Palio è sempre il cavallo, il quale per primo riusce a compiere tre giri di pista in senso orario per circa 1000 metri, arrivando al traguardo anche “scosso”, ossia senza fantino.
I festeggiamenti iniziano subito: i contradaioli ricevono il Palio e con quello si recano alla Basilica di Provenzano (per il Palio di luglio) o al Duomo (per questo di agosto) per cantare il Te Deum di ringraziamento.
Da questo momento in poi ogni occasione sarà buona per ricordare alla città la vittoria conquistata sul Campo, fino all’autunno, quando, tra il mese di settembre e i primi giorni di ottobre, nel rione vittorioso addobbato a festa, si svolgerà la “cena della vittoria” a cui parteciperanno migliaia di contradaioli e, al posto d’onore, il cavallo vittorioso, vero e proprio ammirato eroe.