Palermo is the beating heart of Sicily, a heart that holds within all the mesmerizing beauty and stark oppositions typical of this land: it is rich in art and beautiful to the point of pain, yet rough around the edges and uncompromising. Palermo, just like Sicily all, shows you unafraid the opulence of its past, side by side with the more precarious nature of its present. Palermo is beautiful, even where it needs some TLC, because it has always been a city, just like the whole region of Sicily, with a multifaceted soul: Greek and Roman, Arab and Norman, Spanish and Italian, each leaving behind a mark which contributed to create that unique thing Sicilian identity is.
Finally, Palermo will get some official recognition for all its charm: the city has been chosen as Italy’s Capital of Culture for the year 2018. The announcement was given at the end of the month of January by the Minister for Cultural Heritage and Art, Dario Franceschini, who declared to Italian daily “La Repubblica” that “the competition becomes better and better each year and being one of the ten finalists is already a huge achievement. Palermo has always been – and still is – a capital and this title will only valorize the city as much as it truly deserves.”
The positive choice came three years after Palermo’s candidacy to become European Capital of Culture failed to be accepted. Little memory of that blow still stands, especially after Palermo was also chosen, at the beginning of 2017 as Italy’s Youth Capital for the year.
Palermo’s mayor, Leoluca Orlando, congratulated all finalists – Alghero, Aquileia, Comacchio, Ercolano, Montebelluna, Recanati, Settimo Torinese, Trento ed Erice – highlighting how his city’s victory is not only due to its undeniable cultural importance in the history of Italy, but also to the heart of its people, who makes it “the city of welcoming and acceptance, certainly a trait not to be neglected – he concluded- in times like these,” as cited in “Il Giornale di Sicilia”. Ugo Forello, candidate to this Spring’s municipal elections, declared he hopes this recognition may become the initial step to bring the city back at the cultural centre of the whole Mediterranean area.
The evident relevance of Palermo in the heritage, art and history of Italy, recently recognized also at international level with the introduction of its Arab-Norman art and architecture in the UNESCO’s World Heritage in 2015, has certainly played a huge part in the choice, but it is far from being the only one. Certainly, the city’s current touristic boom, in part caused by the sizeable decline in booking for Northern Africa, considered unsafe at the moment, has also contributed.
In many a way, though, it’s Palermo’s current effort to support the arts and culture that may have tipped the scale in its favor: since 2015, the city is home to the “Festival delle Letterature Migranti”, the festival of migrant literatures, whose 2018 edition will be enriched and strengthened in contents and organization. Always in 2018, Palermo will host famous itinerant modern art biennial “Manifesta”, after Saint Petersburg and Zurich.
Thanks to the financial incentives given to the competition’s winner, Palermo will be able to work on projects of cultural importance, such as the regeneration of its waterfront area, La Kalsa. Other initiatives, albeit not financed directly by the grant, have had their deadlines changed to be ready for the beginning of 2018. Among them, the restoration of Palazzo Butera, carried out by famous art collectors Francesca and Massimo Valsecchi, which will open on time to be enjoyed by all those visiting the city next year, and the reopening of the former Convent of Saint Francis, which will become a centre for Arab and Mediterranean cultures.
Andrea Cusumano, the city’s arts and culture councilor, underlined how Palermo, with all its idiosyncrasies and variety of cultures, symbolizes perfectly “every individual’s right to be different and unique, all while maintaining a very distinct, unchangeable identity.”
Beautiful words, those of Cusumano, mirror to a reality anyone who has been to Palermo has witnessed. The city truly manages to be one and many at once, on so many levels. Palermo is a refined continental baroque city and a spices-scented northern African kasba; it is an opulent and sleepy Norman princess, covered in precious gold and stones, and a veiled temptress à la “Thousand and One Nights,” exotic and sinuous. Palermo has the warm, buttery voice of a soprano performing at its beloved Teatro Massimo, but finds also the gritty tones of Vuccirìa’s vendors within the depth of its throat.
Simply put and simply stated, Palermo is one of Italy’s most beautiful and most culturally significant cities, it is a great place to be. Palermo is a city that deserves to be appreciated: may 2018 bring it, then, the recognition and love it deserves.
Palermo è il cuore pulsante della Sicilia, un cuore che contiene al suo interno tutta la bellezza affascinante e le nette contrapposizioni tipiche di questa terra: è ricca d’arte e bella da morire, ancora ruvida alle estremità e senza compromessi. Palermo, come tutta la Sicilia, ti mostra senza paura l’opulenza del suo passato, accanto alla natura più precaria del suo presente. Palermo è bella, anche dove ha bisogno di qualche TLC, perché è sempre stata una città, così come la regione intera della Sicilia, con un’anima sfaccettata: greca e romana, araba e normanna, spagnola e italiana, ciascuna anima ha lasciato dietro a sé un marchio che ha contribuito a creare quell’identità siciliana unica nel suo genere.
Finalmente, Palermo troverà il riconoscimento ufficiale per tutto il suo fascino: la città è stata scelta come la Capitale italiana della Cultura per il 2018. L’annuncio è stato dato alla fine del mese di gennaio dal Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini, che al quotidiano nazionale “La Repubbica” ha dichiarato che “la competizione diventa ogni anno migliore ed essere tra i dieci finalisti è già un enorme risultato. Palermo è stata sempre – ed ancora è – una capitale e questo titolo valorizzerà la città quanto merita”.
La scelta positiva è arrivata tre anni dopo la candidatura di Palermo, che però non è stata accettata, a diventare la Capitale europea della Cultura. La memoria di quel colpo fallito ancora c’è, specialmente dopo che Palermo è stata anche scelta, all’inizio del 2017, come la Capitale italiana della Gioventù.
Il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, si è congratulato con tutti i finalisti – Alghero, Aquileia, Comacchio, Ercolano, Montebelluna, Recanati, Settimo Torinese, Trento ed Erice – mettendo in luce come la vittoria della sua città non solo è dovuta all’innegabile importanza culturale nella storia d’Italia, ma anche al cuore della sua gente, che la rende “la città dell’accoglienza, certamente un tratto da non trascurare – ha concluso – in tempi come questi”, come citato ne “Il Giornale di Sicilia”. Ugo Forello, candidato alle Amministrative questa primavera, ha dichiarato di sperare che questo riconoscimento possa essere il passo iniziale per riportare la città ad essere il centro culturale del Mediterraneo.
Il duomo di Monreale a Palermo. Photo by boggy22
L’evidente rilevanza di Palermo nell’eredità, nella arte e nella storia dell’Italia, recentemente riconosciuta anche a livello internazionale con l’introduzione della sua arte ed architettura arabo-normanna nell’Eredità mondiale dell’Unesco nel 2015, ha certamente giocato una parte enorme nella scelta, ma è ben lontana dall’essere l’unica ragione. Certamente ha anche contribuito l’attuale rapida espansione turistica della città, in parte causata dal calo piuttosto evidente nelle prenotazioni per l’Africa Settentrionale, considerata pericolosa al momento.
Ad ogni modo, tuttavia, è l’attuale impegno di Palermo nel sostenere le arti e la cultura che hanno fatto pendere l’ago della bilancia a suo favore: fin da 2015, la città ospita il “Festival delle Letterature Migranti”, che nell’edizione 2018 sarà arricchito e rafforzato nel contenuto e nell’organizzazione. Sempre nel 2018, Palermo ospiterà la famosa biennale d’arte moderna itinerante “Manfesta”, dopo San Pietroburgo e Zurigo.
Grazie agli incentivi finanziari che arriveranno per la vincita della competizione, Palermo sarà capace di lavorare su progetti d’importanza culturale, come la rigenerazione del suo lungomare, La Kalsa. Altre iniziative, benché non finanziate direttamente dalla concessione, hanno visto cambaire i loro termini di consegna per essere pronti per l’inizio di 2018. Fra loro, il restauro di Palazzo Butera, eseguito dai famosi collezionisti d’arte Francesca e Massimo Valsecchi, che aprirà per tempo per essere goduto da tutti quelli che visiteranno la città il prossimo anno, e la riapertura dell’ex Convento di San Francesco che diverrà un centro per le culture arabe e del Mediterraneo.
Un taxi pittoresco decorato come un carretto siciliano. Photo by Alesinya
Andrea Cusumano, l’assessore all’arte e alla cultura della città, ha sottolineato come Palermo, con tutte le sue idiosincrasie e varietà culturali, simboleggia perfettamente “il diritto di ciascuno ad essere differente e unico, tutto mentre conserva un’identità ben evidente e immodificabile”.
Belle parole, quelle di Cusumano, che rispecchiano una realtà di cui chiunque sia stato a Palermo può esserne testimone. La città veramente riesce ad essere uno e molti allo stesso tempo, e tanti livelli. Palermo è una città barocca continentale e una raffinata e spezie profumata di spezie kasba nordafricana; è una principessa normanna opulenta e sonnolenta, ricoperta d’oro prezioso e pietre, ed una tentatrice velata da “Mille e una notte”, esotica e sinuosa. Palermo ha in gola il calore, la voce burrosa di un soprano che si esibisce nel suo adorato Teatro Massimo ma ha anche i toni ruvidi dei venditori della Vuccirìa.
Detto semplicemente, Palermo è una delle più belle e culturalmente significative città di Italia, è un grande luogo da visitare. Palermo è una città che merita di essere apprezzata: il 2018 possa portare il riconoscimento e l’amore che merita.
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