I presepi toccano un nuovo record: salgono a mille e cinquecento, dai più semplici ai veri e propri pezzi d’arte, e quest’anno superano di quattro volte gli abitanti del piccolo borgo di Ossana, in provincia di Trento. Sono diventati un’attrazione internazionale e fanno del piccolo comune nell’Alta Val di Sole, un punto di riferimento per chiunque ha a cuore la tradizione presepiale.
Quest’anno i presepi provenienti da tutto il mondo si arricchiscono di una storia molto particolare. Non è arrivata solo una nuova collezione ma un pezzo di storia del Venezuela.
Il Comune di Ossana ha ricevuto da un’anziana signora venezuelana, madre di una ragazza che abita nel borgo da 15 anni, una richiesta: inviare in Trentino alcune rappresentazioni della Natività realizzate da artisti venezuelani che sono ora messe in pericolo dai tumulti che interessano il Paese latinoamericano.
Accanto al presepe in movimento che rappresenta la vita paesana di un tempo allestito vicino alla chiesa pievana di Ossana, al presepe dedicato alla Grande Guerra conclusasi cento anni fa e custodito tra le antiche mura di Castel San Michele, e al presepe dedicato alla tragedia aerea del Monte Giner al Mas dei Voltolini, quest’anno ci saranno le oltre cento Natività collezionate nel corso di quarant’anni da Carmen Acurero, residente a Barquisimeto, città di artisti e musicisti.
Si tratta di opere popolari e di artigiani e artisti affermati, realizzate in legno, tessuto, materiale riciclato, terracotta, argilla, avorio vegetale delle foreste pluviali, che esprimono la cultura tradizionale dei popoli venezuelani dalla cordigliera andina all’Amazzonia.
Tra le opere donate c’è anche un presepe realizzato dell’artista Carlos Hernandez le cui opere, che raccontano la tradizione del presepe diffusasi anche tra gli aborigeni gli sono valse il riconoscimento di Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità dall’Unesco nel 2005.