Pizzaiuolo Tony at work. Photographs courtesy of Sara Remington

Did you know the United Nations considers pizza Napoletana a cultural heritage? In December 2017, the Art of the Neapolitan Pizzaiuolo, lovingly transmitted from generation to generation, has been selected by the United Nations, UNESCO (United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization), to join the Representative List of the Intangible Cultural Heritage of Humanity.

UNESCO writes, “The culinary know-how associated with pizza making – which includes gestures, songs, visual forms of expression, local linguistic utterances, the ability to handle pizza dough properly and to transform pizza making into a performance to share – is without a doubt a cultural patrimony.

Pizzaiuolo Tony at work. Photographs courtesy of Sara Remington

“Pizzaiuoli (people who makes pizzas in a pizzeria) and their guests, all participate in a social ritual steeped in conviviality, where counter and stone oven work as a stage. Originating in some of the poorer areas of Naples, this culinary tradition remains still today deeply entrenched in the daily life of its community. To many young apprentices, becoming a pizzaiuolo is also a way to avoid social marginalization.”

Sergio Miccù, president of the Associazione dei Pizzaiuoli Napoletani, highlights the profound social role of pizza making in his city of Naples: “The art of pizzaiuoli did carry out a function of social redemption for many. It is strictly connected not only with Neapolitan identity but, truly, with that of the whole country.”

By their action, UNESCO not only honored the cultural value of the pizza making art, but it also acknowledged the art’s social connotations. In some cases, becoming a pizzaiuolo has been a way out of poverty, a time-honored and respected way to learn a beloved craft.

Tony Gemignani, 12-time world champion pizzaiuolo. Photographs courtesy of Sara Remington

Schools and academies teach the arte dei pizzaiuoli (the art of the pizza maker) but it should be kept in mind that knowledge and skills are primarily taught in a bottega, a place where apprentices can watch masters create their delicious creations.

The San Francisco Bay Area has its own 12-time world champion pizzaiuolo, Tony Gemignani, and California is home to his many restaurants. L’Italo-Americano checked in with Gemignani and asked him to share his thoughts on UNESCO’s proclamation.

“It was a monumental day for our industry and the Neapolitan pizzaiuolo. It is important for tradition to be recognized and for UNESCO to recognize the Verace Pizza Napoletana, the authentic way of making true Neapolitan pizza. Yes, a very proud day for me and fellow Neapolitan pizza makers. It raised awareness about Neapolitan pizzas culture and heritage.”

Tony in the pizza kitchen. Photographs courtesy of Tony Gemignani

Did you have the opportunity to participate in this process and if so, in what way? 

“I was asked to sign the petition and support this a couple years ago by Salvatore Cuomo.”

Italian officials cite the importance as cultural but also for economic implications saying that pizza is a $14 billion industry in Italy and a $73 billion industry in the US. What are your thoughts about the economic impact as it applies to the US?  “Pizza has always been one of the most popular foods in America. What’s important is the awareness this brings to Neapolitan pizza and how people, customers, patrons, can understand the tradition that goes behind our pizza. It’s important to educate U.S. eaters and now, with the recognition of UNESCO, the pizza industry will get bigger and brighter.”

UNESCO highlights pizza making as an art, a profession, with traditional music, songs, specific skills and traditions. Please share your thoughts on pizza making as an art. “Neapolitan pizza is such an important trade. It’s a craft and it’s not easy. There are a lot of hours devoted to this, training, dedication, practice, love, passion, drive. It’s a religion. It’s our life. Our hands are everything. I have the words ‘Respect the Craft’ tattooed on my hands and ‘Pizza for Life’ tattooed on my chest. I’ve been making pizza for almost 30 years and I am still learning. We live, eat and sleep pizza.”

Seems UNESCO’s recognition could be used to promote the pizza industry and Italian culture. “The recognition is most important to me and carrying on the tradition through my pizza and hopefully to my son Giovanni as he gets older.”

In acknowledgment of UNESCO’s recognition of Neapolitan pizza, San Francisco’s Italian Cultural Institute (IIC) will celebrate the Week of Neapolitan Pizza in April. The IIC has invited the Associazione Verace Pizza Napoletana, AVPN (True Neapolitan Pizza Association) to honor this important achievement.

The True Neapolitan Pizza Association is a non-profit organization, founded in June 1984 in Naples. Its mission is to promote and protect in Italy and worldwide the true Neapolitan pizza. The Association is also involved in the promotion and protection of the affiliated pizzerias and products of true Neapolitan pizza and in the professionalization of pizza makers.

At the bottom of his email messages, Tony Gemignani includes the phrase, “Respect the Craft.” The San Francisco Bay Area agrees! Look for more information about upcoming events celebrating Pizza Napoletana in a future issue of L’Italo-Americano.

Sapevate che le Nazioni Unite considerano la pizza Napoletana un patrimonio culturale?

Nel dicembre 2017, l’Arte del Pizzaiuolo napoletano, amorevolmente trasmessa di generazione in generazione, è stata selezionata dalle Nazioni Unite, UNESCO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura), per far parte della Lista rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità.

L’UNESCO dice: “Il know-how culinario associato all’arte di fare la pizza – che comprende gesti, canzoni, forme visuali di espressione, espressioni linguistiche locali, capacità di maneggiare correttamente l’impasto della pizza e trasformare il fare la pizza in una performance da condividere – è senza dubbio un patrimonio culturale.

I “Pizzaiuoli” (le persone che fanno le pizze in una pizzeria) e i loro ospiti, partecipano tutti ad un rito sociale intriso di convivialità, dove il bancone e il forno in pietra funzionano come un palcoscenico. Originaria di alcune delle zone più povere di Napoli, questa tradizione culinaria rimane ancora oggi profondamente radicata nella vita quotidiana della sua comunità. Per molti giovani apprendisti, diventare un pizzaiuolo è anche un modo per evitare l’emarginazione sociale”.

Sergio Miccù, presidente dell’Associazione dei Pizzaiuoli Napoletani, sottolinea il profondo ruolo sociale del fare la pizza nella sua città di Napoli: “L’arte dei pizzaioli ha svolto una funzione di redenzione sociale per molti. È strettamente connessa non solo con l’identità napoletana ma, in realtà, con quella dell’intero Paese”.

Con la sua azione, l’UNESCO non solo ha onorato il valore culturale dell’arte della pizza, ma ha anche riconosciuto le connotazioni sociali dell’arte. In alcuni casi, diventare un pizzaiolo è stato un modo per uscire dalla povertà, un modo radicato nel tempo e rispettato per apprendere un mestiere amato. Scuole e accademie insegnano l’arte dei Pizzaiuoli ma bisogna tenere presente che le conoscenze e le abilità sono insegnate principalmente in bottega, il luogo in cui gli apprendisti possono osservare i maestri realizzare le loro deliziose creazioni.

La San Francisco Bay Area ha il suo Pizzaiuolo 12 volte campione del mondo, Tony Gemignani, e la California ospita i suoi numerosi ristoranti. L’Italo-Americano ha incontrato Gemignani e gli ha chiesto di condividere i suoi pensieri sulla proclamazione dell’UNESCO.

“È stata una giornata monumentale per la nostra industria e per il Pizzaiuolo napoletano. È importante che la tradizione sia riconosciuta e che l’UNESCO riconosca la Verace Pizza Napoletana, il modo autentico di fare la vera pizza Napoletana. Sì, una giornata di grande orgoglio per me e gli altri pizzaioli napoletani. Ha aumentato la consapevolezza della cultura e del patrimonio della pizza napoletana”.

Ha avuto l’opportunità di partecipare a questo processo e se sì, in che modo? 

“Mi è stato chiesto di firmare la petizione e sostenerla un paio di anni fa da Salvatore Cuomo”.

I funzionari italiani citano l’importanza culturale, ma anche le sue ricadute economiche, affermando che la pizza è un’industria da 14 miliardi di dollari in Italia e da 73 miliardi di dollari negli Stati Uniti. Quali sono le sue opinioni sull’impatto economico negli Stati Uniti? 

“La pizza è sempre stata uno degli alimenti più popolari in America. La cosa importante è la consapevolezza che questo porta alla pizza Napoletana e come le persone, i clienti, gli avventori possono comprendere la tradizione che c’è dietro la nostra pizza. È importante educare i consumatori americani e ora, con il riconoscimento dell’UNESCO, l’industria della pizza diventerà più grande e più luminosa”.

L’UNESCO sottolinea come la pizza sia un’arte, una professione, con musica tradizionale, canzoni, abilità e tradizioni specifiche. Può condividere le sue opinioni sul fatto che fare la pizza è un’arte?

“La pizza Napoletana è un lavoro così importante. È un mestiere e non è facile. Ci si dedica per tante ore, allenamento, dedizione, pratica, amore, passione, esercizio. È una religione. È la nostra vita. Le nostre mani sono tutto. Ho tatuato sulle mie mani “Respect the Craft” (rispetta il mestiere) e sul petto “Pizza for Life” (pizza per la vita). Faccio la pizza da quasi 30 anni e sto ancora imparando. Viviamo la pizza, la mangiamo e dormiamo con essa”.

Sembra che il riconoscimento dell’UNESCO possa essere utilizzato per promuovere l’industria della pizza e la cultura italiana. 

“Il riconoscimento è molto importante per me e per portare avanti la tradizione attraverso la mia pizza e, spero, anche con mio figlio Giovanni quando diventerà grande”.

Per il riconoscimento della pizza Napoletana da parte dell’UNESCO, in aprile l’Istituto Italiano di Cultura di San Francisco (IIC) celebrerà la Settimana della Pizza Napoletana. L’IIC ha invitato l’Associazione Verace Pizza Napoletana, AVPN (True Neapolitan Pizza Association), per onorare questo importante traguardo.

True Neapolitan Pizza Association è un’organizzazione no-profit, fondata nel giugno 1984 a Napoli. La sua missione è promuovere e proteggere in Italia e nel mondo la vera pizza Napoletana. L’associazione è inoltre impegnata nella promozione e tutela delle pizzerie convenzionate e dei prodotti della vera pizza Napoletana, e della professionalità dei pizzaioli.

In fondo ai suoi messaggi e-mail, Tony Gemignani include la frase “Rispetta il mestiere”. La Bay Area di San Francisco è d’accordo! Cercate ulteriori informazioni sui prossimi eventi che celebrano la Pizza Napoletana su un prossimo numero de L’Italo-Americano.


Receive more stories like this in your inbox