Street art and mural house in Dozza © Claudio Caridi | Dreamstime.com

Dozza Imolese is a quaint village of about 6000, that quietly sits on the rolling pre-Apennine hills outside Bologna. One of FAI’s most beautiful borghi, its name may fail to evoke any memory of important works of art or historical events; but Dozza managed to carve a little space for itself in the book of Italy’s memorable places to see, thanks to its many colorful murals. Indeed, it is today considered one of the country’s most important centers for “urban art,” that is, the type of visual art created on city walls. Dozza’s medieval alleys and streets host more that 200 mural art pieces, in a  sort of open-air museum that adds colors and character to the village. 

© Luca Lorenzelli | Dreamstime.com

Dozza, as said, is only some 25 miles from Bologna, and enjoys a picturesque spot on the hills of Emilia-Romagna. It gets its name from water. Yes, water, because it seems that, once upon a time, Dozza was known as Ducia and then Dutia, which means “doccia” or “shower.” A sign of the historical origin of the name is the town’s own coat of arms, which shows a drinking griffin. Archaeological findings seem to demonstrate Dozza’s earliest human settlement dates back to the Bronze Age; then, after years under Celtic, Roman and Barbaric domination, the village finally appeared on the map with its modern name around the year 1000.  Wine production made Dozza wealthy and, under the protectorate of Caterina Sforza, the ruler of Imola, its castle was splendidly rebuilt, after suffering from many a military attack. 

© Nataliya Nazarova | Dreamstime.com

In spite of its natural beauties and interesting history, Dozza wouldn’t have been much different from many other Italian villages, if it weren’t for the idea of a group of artists and locals who, in 1960, created the Biennale del Muro Dipinto (the Biennial of the Painted Wall). Since then, artists from all over the world come to Dozza and add a piece of their art to this incredible outdoor museum that today counts more than 200 works, all on the walls of the village’s homes, stores, windows and doors. Murals, architecture and everyday life become a beautiful, colorful continuum that strikes visitors and enriches the day of residents all year round.  In its 61 years of existence, the Biennale del Muro Dipinto welcomed several important names, including Bruno Saetti, Riccardo Licata, Sebastian Matta, Norma Mascellani and Riccardo Schweizer. 

To be fair, Dozza  isn’t the only Italian village that made of open air paintings its claim to fame: there are 93 around the country, all united in the Associazione dei Paesi Dipinti, founded in 1994 to bring together the most colorful villages and towns in Italy.

© Luca Lorenzelli | Dreamstime.com

In Dozza, there is no limit to artists’ creativity:  from abstract paintings to landscapes, from still lifes to people and realistic images, every subject is welcome. Techniques are also many and varied, and include anything from frescoes to bas-reliefs. There is only one rule: artists must discuss their work with those who admire it, they must explain why they chose colors, lines and subjects, making of Dozza’s open air art gallery a very lively and interactive experience. This is why the inception and development of each work of art is just as fascinating as the work itself: for this reason, original sketches of each of the murals are visible in Dozza’s Rocca Sforzesca, the castle made important by Caterina Sforza all those centuries ago. As a matter of fact, the Rocca Sforzesca is also home to other museums, the Museo della Civiltà Contadina, dedicated to the history and economy of Emilia-Romagna, and the Enoteca Regionale dell’Emilia-Romagna, home to more than 200 local wines, spirits and balsamic vinegars.

Each biennial has a specific theme, always related to local heritage and territory, as exemplified, for instance,  by the many murals dedicated to farm life and to socialism, which has always been particularly strong in this part of Italy. More recent editions have opened up to the world of fantasy and magic, adding up a pinch of “supernatural” to Dozza’s streets. Since 2007, the Fondazione Dozza Città d’Arte, organizer of the biennial, has extended the event’s artistic production to the nearby village of Toscanella, where numerous works of modern street art can be viewed.

Dozza is also home to another artistic event, Fantastika, a biennial dedicated to fantasy illustrations. It was born in 2014, with the aim of valorizing the work of “young adult”literature’s illustrators. The event finds its roots in the seminal works of J.R.R. Tolkien and is known also for its popular mascot, Fyrstan the Dragon. While we still don’t know whether the Biennale del Muro Dipinto will take place this year, Fantastika will welcome participants and visitors in Dozza on the 22nd and 23rd of May, with an edition dedicated to the “heart of the dragon” (Cuore di Drago). In the hope that May will be a freer time for all Italians, we may begin, timidly, but with hope, to plan a little visit to this small, beautiful corner of Emilia-Romagna. 

Dozza Imolese è un pittoresco paese di circa 6000 abitanti, che si trova sulle dolci colline preappenniniche fuori Bologna. Fra i borghi più belli del FAI, il suo nome potrebbe non evocare alcun ricordo di importanti opere d’arte o eventi storici; ma Dozza è riuscita a ritagliarsi un piccolo spazio nel libro dei luoghi che meritano di essere visti in Italia, grazie ai suoi molti murales colorati. Infatti, oggi è considerata uno dei centri più importanti del Paese per “l’arte urbana”, cioè quel tipo di arte visiva creata sui muri delle città. I vicoli e le strade medievali di Dozza ospitano più di 200 opere d’arte murale, in una sorta di museo a cielo aperto che aggiunge colori e carattere al paese.

Dozza, come detto, è ad appena 25 miglia circa da Bologna, e gode di una posizione pittoresca sulle colline dell’Emilia-Romagna. Prende il suo nome dall’acqua. Sì, acqua, perché pare che un tempo Dozza fosse conosciuta come Ducia e poi Dutia, che significa “doccia”. Un segno dell’origine storica del nome è lo stesso stemma del paese, che mostra un grifone bevitore. I ritrovamenti archeologici sembrano dimostrare che il primo insediamento umano di Dozza risale all’età del bronzo; poi, dopo anni di dominazione celtica, romana e barbarica, il paese apparve finalmente sulla mappa con il suo nome moderno intorno all’anno 1000. La produzione di vino rese Dozza ricca e, sotto il protettorato di Caterina Sforza, sovrana di Imola, il suo castello fu splendidamente ricostruito, dopo aver subito molti attacchi militari.

Nonostante le bellezze naturali e la sua interessante storia, Dozza non sarebbe stata molto diversa da molti altri borghi italiani, se non fosse stato per l’idea di un gruppo di artisti e abitanti del posto che, nel 1960, crearono la Biennale del Muro Dipinto. Da allora, artisti di tutto il mondo vengono a Dozza e aggiungono un pezzo della loro arte a questo incredibile museo all’aperto che oggi conta più di 200 opere, tutte sui muri di case, negozi, finestre e porte del paese. Murales, architettura e vita quotidiana diventano un continuum bello e colorato che colpisce i visitatori e arricchisce la giornata dei residenti tutto l’anno.  Nei suoi 61 anni di vita, la Biennale del Muro Dipinto ha accolto diversi nomi importanti, tra cui Bruno Saetti, Riccardo Licata, Sebastian Matta, Norma Mascellani e Riccardo Schweizer.

A dire il vero, Dozza non è l’unico paese italiano che ha fatto della pittura all’aperto il suo motivo di fama: ce ne sono 93 in tutto il paese, tutti uniti nell’Associazione dei Paesi Dipinti, fondata nel 1994 per riunire i borghi e le città più colorate d’Italia.

A Dozza non c’è limite alla creatività degli artisti: dai quadri astratti ai paesaggi, dalle nature morte alle persone, alle immagini realistiche, ogni soggetto è benvenuto. Anche le tecniche sono molte e varie, e comprendono qualsiasi cosa, dagli affreschi ai bassorilievi. C’è solo una regola: gli artisti devono discutere il loro lavoro con chi lo ammira, devono spiegare perché hanno scelto colori, linee e soggetti, rendendo la galleria d’arte all’aperto di Dozza un’esperienza molto vivace e interattiva. Per questo motivo, l’inizio e lo sviluppo di ogni opera d’arte sono affascinanti quanto l’opera stessa: per questo motivo, i bozzetti originali di ognuno dei murales sono visibili nella Rocca Sforzesca di Dozza, il castello reso importante da Caterina Sforza tanti secoli fa. La Rocca Sforzesca ospita infatti anche altri musei, il Museo della Civiltà Contadina, dedicato alla storia e all’economia dell’Emilia-Romagna, e l’Enoteca Regionale dell’Emilia-Romagna, che ospita più di 200 fra vini, distillati e aceti balsamici locali.

Ogni biennale ha un tema specifico, sempre legato al patrimonio locale e al territorio, come dimostrato, ad esempio, dai numerosi murales dedicati alla vita contadina e al socialismo, da sempre particolarmente forte in questa parte d’Italia. Le edizioni più recenti si sono aperte al mondo della fantasia e della magia, aggiungendo un pizzico di “soprannaturale” alle strade della Dozza. Dal 2007 la Fondazione Dozza Città d’Arte, organizzatrice della biennale, ha esteso la produzione artistica dell’evento al vicino paese di Toscanella, dove si possono ammirare numerose opere di street art moderna.

Dozza è anche sede di un’altra manifestazione artistica, Fantastika, una biennale dedicata all’illustrazione fantasy. È nata nel 2014, con l’obiettivo di valorizzare il lavoro degli illustratori di letteratura per “giovani adulti”. L’evento trova le sue radici nelle opere seminali di J.R.R. Tolkien ed è noto anche per la sua popolare mascotte, il drago Fyrstan. Se non si sa ancora se la Biennale del Muro Dipinto avrà luogo quest’anno, Fantastika accoglierà partecipanti e visitatori a Dozza il 22 e 23 maggio, con un’edizione dedicata al “Cuore di drago“. Nella speranza che maggio possa essere un periodo più libero per tutti gli italiani, in cui potremo cominciare, timidamente, ma con speranza, a programmare una piccola visita in questo piccolo, bellissimo angolo di Emilia-Romagna.

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