“Un monumento abruzzese al Multiculturalismo eletto al top di dieci monumenti di una metropoli nord americana, un monumento presente in quattro Continenti, mi pare più che mai di grande attualità”. Scrive così l’autore Francesco Perilli, pittore e scultore di Nereto (Teramo), segnalando la notizia pubblicata in Canada dal titolo “Top 10 in Toronto”.
Al centro della scena il monumento inaugurato nel 1985 a Toronto dal sindaco Arthur Eggleton con il premier dell’Ontario David Peterson. La motivazione con la quale l’opera viene riconosciuta di grande valore sociale, umano e culturale: “Toronto è una città conosciuta in tutto il mondo per la sua multiculturalità, e il Monumento Multiculturalismo a Union Station è un giusto tributo. Creata da Francesco Perilli e inaugurata nel 1985, la scultura ritrae un uomo che unisce due dei meridiani di tutto il mondo, con le colombe che tengono gli altri meridiani. Sculture identiche dell’artista si trovano in Sud Africa, Cina, Bosnia, Australia e Los Angeles”. Una copia di dimensioni ridotte è stata collocata all’ingresso del paese natale di Francesco Perilli, Nereto, così come un’altra è nella vicina Giulianova. Su Wikipedia viene definito “il Simbolo monumentale del multiculturalismo” precisando che si tratta “di una scultura bronzea che ritrae una figura umana in una sfera. L’uomo universale. Senza lineamenti per evitare riferimenti che possano associarla a una specifica etnia. La sfera è il globo terrestre, con otto meridiani tirati verso l’alto da colombe. Le colombe e l’uomo raffigurati nello sforzo di unire la sfera. Nelle intenzioni dell’artista, “gemellare idealmente i continenti del mondo sotto il segno del multiculturalismo”.
Lo scultore e pittore abruzzese Francesco Perilli è originario di Nereto, in provincia di Teramo
L’unità dei popoli. Senza muri. Senza discriminazioni. Un mondo d’amore, migliore.
Un cammino artistico molto significativo quello di Perilli. “Figlio di un ebanista, ha vissuto la sua giovinezza nel periodo della ricostruzione postbellica. Non ha avuto la possibilità di studiare e ha appreso i primi rudimenti dell’arte dal padre. Nel 1965 è andato “a bottega” da un ceramista di Nereto e in seguito frequentato lo scultore ascolano Giuseppe Marinucci. La sua formazione non accademica viene completata dalla frequentazione di numerosi intellettuali e artisti, tra cui Pietro Annigoni, Federico Zeri, Domenico Guzzi, Carlo Levi, Dacia Maraini, Ermanno Olmi, Carlo Lizzani, Nanni Loy.
Nella biografia si evidenzia che “la sua corrente artistica di riferimento è il Neutralismo, l’arte neutralista di cui Francesco Perilli stesso ha redatto il manifesto. Le sue opere sono esposte in molti paesi: dall’Italia alla Bosnia, alla Cina, all’Australia, al Sudafrica, al Canada, agli Stati Uniti.
Nel 2013, con il patrocinio del Centro Studi sul Multiculturalismo e dell’Istituto Nazionale di Cultura, ha organizzato la prima Biennale International Tattoo, un’iniziativa che si concluderà nel 2015 e che si è proposta per la prima volta al mondo di annoverare i capolavori dell’arte del tatuaggio nel panorama più ampio dell’arte contemporanea. Con questa iniziativa Francesco Perilli, con l’ausilio di una giuria critica internazionale, ha voluto rivalutare la pratica del tatuaggio come forma di espressione artistica e culturale, evidenziandone l’aspetto storico-antropologico e la varietà dei procedimenti di realizzazione ed individuandone la qualità delle modalità tecniche di esecuzione e il valore dei contenuti.