Lasciata Termoli, seguiamo la statale adriatica fino a San Salvo, per risalire lungo la valle del fiume Trigno che scende dall’Appennino. La valle, anche nella stagione invernale, propone cromie mutevoli e il paesaggio è denso di richiami. Il fiume alimenta una vegetazione che nella bella stagione sarà rigogliosa di verde. Risaliamo il costone meridionale della valle fino a Trivento, centro con l’antica sede vescovile risalente all’anno Mille. La Cattedrale, dedicata ai Santi Celso, Nazario e Vittore, fu costruita sui resti d’un tempio di Diana. Molto bella è la cripta paleocristiana, a piccole navate, che contiene il sepolcro di S. Casto con un bassorilievo della SS. Trinità tra due delfini. Interessanti il Castello ducale e la lunga scalinata che in 365 gradoni conduce alla piazza del Duomo. L’antica Trivento dei Sanniti Pentri diventò municipio romano, Terventum, nel I secolo a.C. Nelle vicinanze sono state rinvenute ville rustiche di epoca romana dove si producevano olio e vino.

Abbiamo ancora un’altra tappa da fare, ad Agnone. Mentre riprendiamo il viaggio risalendo la valle, indicazioni stradali segnalano la diramazione per S. Angelo Limosano. Non abbiamo tempo per una visita, ma solo per rammentare che nel 1209 là nacque Pietro Angelerio, il monaco benedettino che il 29 agosto 1294 diventò papa Celestino V a L’Aquila, nella Basilica di Collemaggio, dove prese la tiara davanti a 200mila pellegrini, come le cronache dell’epoca raccontano. Fu una figura importante per la spiritualità del tempo, insieme a Francesco d’Assisi e a Gioacchino da Fiore, con i suoi gesti rivoluzionari, come l’istituzione della Perdonanza – il primo giubileo della cristianità – e le dimissioni dal soglio pontificio a cinque mesi dall’elezione. Un gesto che nel 2013 papa Benedetto XVI avrebbe replicato.

Siano infine arrivati ad Agnone, magnifica cittadina d’origine sannita rinomata per la millenaria arte della fusione di campane, che rintoccano in mezzo mondo, e per l’arte orafa. Famosa l’antica fonderia Marinelli, che appunto risale all’anno Mille, tra le poche che hanno il privilegio di fregiarsi dello stemma pontificio. La città ha preziosi monumenti, come la parrocchiale di San Francesco, con il pregevole portale gotico sormontato da un rosone, e le chiese di S. Emidio, S. Antonio Abate, S. Amico, S. Nicola, S. Pietro, Santa Maria a Majella, Santa Croce ed altre fuori le mura. Pregevole anche l’architettura civile, nei palazzi gentilizi e nel teatro italo-argentino, costruito nella prima metà del Novecento con le offerte degli agnonesi emigrati in sud America.

Famoso il caciocavallo di Agnone, insieme alle scamorze tipico esempio della tradizione casearia del Molise, che vanta anche una vasta gamma di formaggi ovini e caprini, un’eccellente produzione di pasta alimentare, di olio e vini di qualità, di salumi tipici e di coltivazione del tartufo. Il nostro viaggio finisce a Pietrabbondante, suggestivo borgo del quale non vi parliamo, ma che già nel nome evoca la ricchezza di meraviglie e sapori del Molise, terra con tante curiosità da scoprire e da apprezzare, senza inutile fretta.


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