Dal 2005 molti diciottenni italiani hanno tirato un sospiro di sollievo alla notizia che la leva non sarebbe più stata obbligatoria. Eppure, strano a dirsi, da allora i numeri sono in crescita. “Rispetto a sette anni fa – conferma il primo maresciallo Paolo Bevilacqua, Pi del Distretto Militare Caserma di Como – c’è stato un aumento del 75% degli arruolati e questo dato è valido per qualsiasi parte del Paese”.
 
La vita in caserma, si sa, non è tra le più comode. Non viene servita la colazione a letto e di certo non ci si alza alle dieci di mattina con il dolce suono della voce della mamma…Allora perchè i neo-diplomati scelgono sempre più spesso di arruolarsi invece di iscriversi all’università? 
 
“Frequentare l’Accademia – continua Bevilacqua – è oggi, come non mai, soprattutto una questione economica: i ragazzi fanno il concorso e, una volta selezionati hanno la possibilità di frequentare qualsiasi facoltà, da medicina a ingegneria, da lettere a economia, senza dovere sostenere alcuna spesa e, nel frattempo, intraprendono la carriera militare”. E una volta presa la laurea? “Non è obbligatorio esercitare la propria professione solo all’interno dell’Esercito. Da liberi professionisti – afferma il primo maresciallo – è possibile a-prire un proprio studio come civili”. Certo, frequentare l’Accademia non è per tutti. Ci sono selezioni molto rigide e inoltre bisogna essere capaci di conciliare studio e preparazione militare. “Ci sono alcune prove fisiche da affrontare, valide sia per gli uo-mini che per le donne; prove attitudinali e di cultura generale. Quando si decide di intraprendere questo percorso bisogna essere davvero convinti. Molti lasciano prima della fine dei corsi”.
 
Davide, 20 anni appena compiuti, sta cercando di entrare in questo mondo: “Voglio fare il medico – dice – e quella dell’Accademia non solo è una possibilità in più per fare il test di medicina ma anche e soprattutto mi darebbe la possibilità di fare il medico in condizioni diverse da quelle che si esercitano normalmente in ospedale”. 

Militari italiani impegnati in Afghanistan

Ma sono davvero così tanti i giovani che tentano questa strada? “Alla prima selezione, solo per il corpo sanitario – racconta Davide – c’erano circa 900 persone per soli 21 posti”. Ventuno posti dei quali sei sono riservati a chi ha frequentato il liceo militare. “Il 10% dei posti disponibili –conferma il primo maresciallo Paolo Bevilacqua – sono riservati a chi richiede di entrare in Accademia ma ha già frequentato una scuola  superiore militare di secondo livello e ha ottenuto ottimi risultati”. 
 
In fondo non è poi così strano immaginare circa novecento studenti a Foligno, dove si affrontano il test d’ingresso e le successive sei prove, culturale, fisica, psichica, medica, orale di matematica e lingua straniera (senza contare i 60 giorni di ferma per verificare le proprie capacità all’interno della caserma), tutti pronti per arruolarsi soprattutto in tempi come questi in cui è perfino difficile mandare i figli all’università. “A 19-20 anni, una volta entrati in Accademia – dice Davide – non solo si può frequentare l’università pagata dall’Esercito, ma si riceve uno stipendio mensile e quindi si è anche indipendenti economicamente”. Ma c’è anche chi, come lui, che vuole intraprendere questo percorso perché, situazione economica a parte, è quello che vuole: “Ottenuta la laurea – dice Davide – ci sono 9 anni di ferma obbligatoria”. E tu pensi di congedarti alla fine? “No. Io voglio andare in missione. Come medico”.
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