(Ph tommaso picone da Pixabay)
Chiunque visiti Milano si accorgerà che non è una città che si protende verso l’alto. Lo skyline meneghino tende ad essere più orizzontale che verticale, nonostante ultimamente vi sia stato un’implementazione del vettore verticale che ha decisamente cambiato l’assetto della città.
Per chi ci vive sembra tutto normale: zone di palazzi d’epoca che hanno una media di cinque o sei piani, zone di palazzi che variano dagli anni Sessanta agli anni Ottanta, con una media di otto piani e poi qualche grattacielo che svetta alto e sembra creare un diversivo alla macchia orizzontale.
Quando hanno deciso di costruire un grattacielo di cinquanta piani in zona City life, quella zona che da essere la vecchia fiera di Milano sta diventando un avveniristico quartiere tra il residenziale e il business, alcuni milanesi hanno guardato con aria stranita il progetto.
Cinquanta piani? Come si può realizzare un palazzo così alto? Ovviamente chi ha visto o vive nelle città asiatiche o in metropoli americane sorriderà di fronte al nostro stupore per un progetto di grattacielo di 50 piani! Lo abbiamo osservato crescere ed è quasi terminato. Un primato per la Milano abituata ad avere palazzi ben più bassi!
Ovviamente nel corso degli anni una città cambia e si evolve in base alle esigenze e da qualche anno Milano è impegnata in progetti di riqualificazione di zone che prima erano dismesse.
Uno degli esempi più palesi è sicuramente l’ex area Varesine, in zona Garibaldi. Vent’anni fa al posto dei grattacieli e della passeggiata sopraelevata che si percorre oggi, vi era un luna park urbano (in parte si è spostato all’idroscalo formando una vera e porpria area ludica con ogni sorta di fast food).
La domenica si andava alle Varesine per passare una giornata in allegria e portare i bambini.
Gli ultimi anni putroppo l’area era degradata ed era diventato pericoloso frequentare il luna park urbano. Fu così abbattuto e furono progettati questi grattacieli fra cui quello a diamante che hanno cambiato l’assetto cittadino. Nonostante si sia persa un’area ludica si è decisamente riqualificata tutta una zona.
Lo stesso quartiere isola alle spalle dei grattacieli di zona Garibaldi sta vivendo una rinascita. Il quartiere era isolato e in degrado: attualmente, pur mantenendo il sapore tradizionale, le case della vecchia  Milano, si sta riqualificando come quartiere in: ristoranti chic, etnici, locali trendy e tutto quello che è novità sta nascendo per giorno e notte in un quartiere che da poco è attraversato dalla  nuova linea lilla della metropolitana.
Un’interessante mostra aperta in questo momento e con ingresso gratuito, spiega con esattezza come Milano sia cresciuta sia verticalmente che orizzontalmente: la città meneghina non si è preclusa alcuna possibilità! La mostra si intitola “Grattanuvole. Un secolo di grattacieli a Milano” sottolinea le grandi trasformazioni che hanno interessato l’assetto architettonico ed urbano (visitabile gratuitamente fino al 6 Dicembre 2014 alla Fondazione Riccardo Catarella.
Uno dei momenti di rinascita della città fu sicuramente il secondo dopoguerra. Milano era stata bombardata e molte zone erano state rase completamente al suolo. Negli anni che andarono dal 1945 al 1950 ci fu un’intensa attività edilizia che portò alla ricostruzione con un fenomeno che crebbe molto e fu quello della costruzione di edifici residenziali popolari o addirittur quartieri che potessero essere autosufficienti: fu progettato su questo modello il quartiete QT8 che oggi è un quartiere residenziale e non ha alcuna reale forma di attrazione turistica.
Oltre a questa ricostruzione della città, se avete accesso ai progetti degli architetti del tempo, rimarrete stupiti da quanto potessero essere futuristici e fossero innovative alcune idee. Si pensava di costruire un centro direzionale che si sarebbe sviluppato tra la stazione Centrale e la stazione Garibaldi.
In realtà i due emblematici grattacieli che furono realizzati rimasero isolati e questo progetto è stato ripreso solo adesso creando una vera e propria area direzionale che però va a questo punto ad aggiungersi a molte altre aree direzionali un po’ più decentrate e periferiche che costellano il territorio meneghino. Giusto per ricordarne qualcuna: Centro direzionale Colleoni, l’area di Assago, di Agrate Brianza e via dicendo.
Questi due grattacieli furono la torre Gakfa e il Grattacielo Pirelli che per anni sono rimasti il simbolo di una città che aveva tutte le intenzioni di crescere non solo a livello orizzontale ma anche verticale. Che la crescita orizzontale sia stata attiva è innegabile. Molte aree che adesso sono quartieri di Milano spesso collegati anche dalle metropolitane, ampliano l’originale diametro di una Milano in crescita!
In pratica verso gli anni 50 si è avuto uno sviluppo sia orizzontale che verticale, poi uno sviluppo orizzontale e adesso un nuovo sviluppo verticale che sta trasformando decisamente lo skyline della città.
 I milanesi stessi ogni tanto guardano all’orizzonte e ammettono: come è cambiata Milano.
Lo sviluppo verticale che adesso si ta sviluppando è comunque atto al recupero di aree: lo sono esempi palesi l’ex area fiera vecchia dove sta sorgendo il nuovo quartiere City life  e l’ex area Varesine/ Garibaldi. Di fianco agli svettanti grattacieli con pareti a specchio che riflettono il sole delle giornate fredde e i tramonti si affiancano ancora le case d’epoca, palazzi eleganti con sculture agli ingressi e meravigliosi giardini nascosti sì perché parte della bellezza di questi palazzi, soprattutto in centro, è nascosta al suo interno. Osservando Milano dall’alto si vedono queste macchie di verde circondate dalle case d’epoca. Inaccessibili ai molti, ma godibili dai pochi.
Poi ci sono le case d’epoca più tradizionali e  popolari, quelle con cortili più modesti nel cui cortile si affaccia la bottega dell’artigiano o lo studio del pittore, dove spesso la struttura è quella delle case di ringhiera che vengono oggi recuperate.
I primi grandi progetti di una Milano verticale risalgono ai primi anni del Novecento quando furono costruite le avveniristiche torri di Piazza Piemonte. Molti non sanno che anche Milano ha le sue torri gemelle: svettavano solitarie nel 1923 in una zona allora periferica ed oggi al confine con il centro di Milano, e diventata una delle zone di lusso per viverci.
Negli anni Venti si svilupparono molti progetti su una Milano con uno sviluppo verticale. Perché viene da domandarci? Principalmente perché era un momento di migrazioni. Molti si spostavano dall’Italia all’America alla ricerca del sogno americano e molti altri si spostavano dalla campagna verso la città e Milano poteva, nelle cartoline spedite dai migranti, avvicinarsi maggiormente alla ricerca del mito americano in Italia.
Per questo la città avrebbe dovuto svilupparsi anche in altezza e non solo orizzontalmente. La stessa idea fu poi ripresa durante la seconda fase di spostamento verso la città negli anni ’50 ed anche qui apparvero i grattacieli e i progetti ad esso relativi. Oggi? Nuovamente Milano si ridisegna perché ha bisogno di dare un restyling al suo look e sottolineare maggiormente l’idea di città internazionale, bacino della moda, fulcro del business di cui tanto si vanta.

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