Al Palazzo del Quirinale, celebrazione della “Giornata della Qualità Italia” con la partecipazione di rappresentanti del governo, esponenti del mondo istituzionale, imprenditoriale e culturale che, in diversi settori, promuovono l’immagine e l’eccellenza del Made in Italy e dell’Italia nel mondo. 
 
“La qualità – ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella – è un segno distintivo del nostro Paese e i Premi Leonardo continuano a svolgere una funzione di stimolo per coniugare al meglio ricerca e lavoro, eccellenza e cultura d’impresa, intelligenza e valore sociale. 
 
Desidero congratularmi con tutti i vincitori. Con gli imprenditori, che hanno visto realizzato il loro progetto e hanno così contribuito all’innovazione, a migliorare la solidità e la competitività dell’intero sistema. Con i giovani neolaureati, che si sono distinti nello studio e ora si affacciano con speranza nel mondo del lavoro e della produzione.
L’attenzione alla qualità è un patrimonio, ricevuto dalla nostra storia e dalla nostra terra, che nel tempo abbiamo accumulato e che abbiamo il dovere di reinvestire per fare in modo che la società ne tragga beneficio, che il testimone giunga alle generazioni più giovani, in modo che il mondo continui ad apprezzare il nostro Paese per ciò che vale. Per la sua straordinaria miscela di cultura, esperienze, gusto, natura, saperi. 
 
Non si tratta soltanto di una tradizione, sia pur di grande prestigio. Al contrario, si tratta di una sfida. 
Una sfida difficile, rischiosa, necessaria: rispondere alla domanda di Italia che c’è nel mondo con un impegno a migliorarci ancora, a rendere sempre più preziose e originali le nostre manifatture, a integrare le nuove tecnologie con il lavoro e la sapienza dell’uomo, ad ammodernare la società e la sua organizzazione in modo che il valore e la qualità emergano e si diffondano, a beneficio di tutti. Con una espressione efficace, Piero Bassetti ha recentemente definito questa attenzione al nostro modo di vivere e di essere, questo desiderio di potersi giovare dei nostri prodotti, come l’aspirazione a divenire “italici”. Coloro, cioè, che sono contaminati dall’italian sounding. Un numero enorme di persone nel mondo – ben oltre le persone di origine italiana – che è stato stimato in almeno 300 milioni”. 
 
Durante la cerimonia il presidente ha poi detto: “Viviamo una stagione di cambiamenti profondi. Geopolitici, economici, persino antropologici.
L’uscita dalla recessione apre possibilità di crescita sulle quali il Paese intero, il sistema Italia, è chiamato a misurarsi, individuando il bene comune tra legittimi interessi talvolta in competizione tra loro”.
 
Per Mattarella la via di uno sviluppo sostenibile e duraturo è praticabile ma è necessario  essere consapevoli che l’uscita dalla crisi avviene nel contesto di una nuova rivoluzione industriale che sta cambiando le produzioni, le modalità del lavoro, il “potere” delle tecnologie: “La dimensione digitale continuerà a svilupparsi, offrendo nuove opportunità, e incidendo sui comportanti, le aspirazioni, l’organizzazione stessa della società e del mercato. La fase di internazionalizzazione vissuta dall’impresa italiana ne è piena conferma. Il futuro della qualità italiana è già cominciato dentro questi processi di cambiamento.
 
Sono convinto anch’io che l’impresa innovativa deve aprire la strada a una costruzione più grande, deve aprire la strada a un nuovo umanesimo del lavoro, proprio nel tempo in cui la tecnologia e le scienze conteranno di più. Qui sta la nuova frontiera del valore sociale dell’impresa. Del resto, la qualità italiana non è questione settoriale”. 
Sul tema della crescita economica ha aggiunto: “Mi auguro che l’idea del governo di un piano “Manifattura italiana” diventi un utile terreno di confronto e di elaborazione. Siamo il secondo Paese industriale dell’Europa. Nell’innovazione necessaria non possiamo, non vogliamo retrocedere. Piuttosto, dobbiamo rafforzarci.  
 
La nostra qualità è la risultante di una cultura e di un modo di vivere e di lavorare. E’ questa prospettiva di “stile di vita”, che attrae tanti visitatori in Italia: è uno stile che esportiamo anche con i nostri prodotti della moda, del design, della tradizione del gusto per la cucina e le bevande di qualità, con ricadute positive su tutto il Paese.
Per aumentare la qualità servono tanti elementi: una amministrazione più efficace e moderna, regole più snelle, decisori democratici competenti, collaborazione tra le istituzioni, imprese coraggiose che investono e innovano. Serve una società coesa che non dimentica gli ultimi, che restringe la forbice della diseguaglianza nel momento in cui è pronta a migliorare la propria competitività. Il Paese, le istituzioni, sono impegnate su questo percorso, con il coraggio dell’innovazione.
 
Dalla società e da tante imprese arrivano segnali positivi. Possiamo tuttavia fare di più. Il nostro Paese continua ad essere caratterizzato da un livello di investimenti in ricerca e sviluppo, sia pubblici che privati,  minore rispetto ai nostri principali partner europei, e da una ancora insufficiente cooperazione tra imprese e università (come ricordato anche dal recente Rapporto sull’Italia della Commissione europea). 
 
E’ necessario – ha detto ancora Mattarella – uno sforzo congiunto di aziende e istituzioni per rilanciare la competitività e un modello di sviluppo basato sulle conoscenze e l’alta qualità, con importanti investimenti nel capitale materiale ma anche in quello immateriale, delle competenze e della capacità, e in quello sociale. Dobbiamo cercare sempre più di costruire reti per le imprese, a partire da quelle che trainano l’export. Mai come oggi ci appare evidente che il nostro interesse e il nostro futuro risiedono nella capacità di andare oltre le frontiere.
 
La qualità in questo caso va accompagnata a strutture più solide, con la possibilità di disporre di capitali adeguati, capaci di affrontare i mercati globali.
Il rispetto di valori etici per l’impresa è essenziale, in termini di reputazione e per le ricadute sull’intero sistema oltre che per una corretta dinamica concorrenziale. E l’impegno sociale, sia in Italia sia nel mondo, oltre a rappresentare un elemento di rilevanza strategica, diventa un elemento sempre più qualificante”.
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