“Questa amicizia ci consente di esaminare e di affrontare insieme le sfide di oggi e quelle del futuro” perchè “le sfide cambiano ma l’amicizia tra Stati Uniti e Italia, e la collaborazione internazionale, sono decisive per affrontare le sfide, i nuovi problemi e i nuovi pericoli che si presentano”.
Il primo viaggio istituzionale, cordiale e sereno del presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella negli Stati Uniti è servito a rafforzare i legami transatlantici e a fare il punto su una serie di emergenze. Su tutte l’ondata migratoria che sta interessando l’Europa, proprio nella terra che per secoli ha rappresentato, per gli stessi italiani, il viaggio della speranza.
 
WASHINGTON – “C’è un’amicizia antica tra Usa e Italia che va anche alle origini della nostra unità nazionale. Si è sviluppata nel corso del tempo e da sette decenni è strettissima, piena di collaborazione, di momenti importanti”. Lo ha detto il presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella incontrando la comunità italiana all’Ambasciata di Washington dopo essere stato ricevuto dal presidente degli Stati Uniti d’America, Barack Obama, allo Studio Ovale della Casa Bianca.
 
In un colloquio durato un’ora e quaranta, mezz’ora più del previsto, in cui il presidente Usa ha voluto precisare che “L’Italia è la sua tappa preferita in Europa” e che con Mattarella, “primo presidente siciliano”, c’è un’affinità personale, “Siamo – ha detto Obama – tutti e due professori di diritto costituzionale”, si è parlato innanzitutto di immigrazione come problema globale e per la quale occorre, secondo Obama, “una collaborazione tra l’Ue, gli Usa e la Nato, per far fronte alla crisi umanitaria e per smantellare il traffico di esseri umani”. 
 
Poi si è discusso del Trattato transatlantico sul commercio e gli investimenti (Ttip) da concludere entro l’anno per avvicinare le differenti velocità di crescita tra i due continenti. Mattarella: “L’accordo commerciale tra Europa e Usa può rappresentare un antidoto contro nuove crisi finanziarie che destabilizzano i Paesi sviluppati e impediscono la prosperità di quelli in via di sviluppo”.
 
Sul tema dello scacchiere internazionale e delle partecipazioni militari nel contrasto al terrorismo internazionale, Obama ha detto: “Voglio ringraziare tantissimo l’Italia per il contributo nell’addestramento delle forze di polizia e per i progressi ottenuti in Iraq” senza dimenticare di citare “il ruolo fondamentale” che il nostro Paese svolgerà nel rafforzare la zona di Mosul, nel nord dell’Iraq. “Dal lavoro fatto insieme in Afghanistan – ha continuato Obama – all’importanza di continuare i nostri sforzi unitari per arrivare alla pace in Ucraina, fino alle opportunità che abbiamo davanti nel finalizzare l’accordo commerciale attraverso il Ttip, siamo concordi che azioni comuni e unitarie tra Stati Uniti e Italia non solo servono all’interesse di entrambi i Paesi ma rafforzano la relazione transatlantica che ha portato così tanta pace e prosperità negli ultimi decenni”.
Per Obama, tra Washington e Roma, “i legami non potrebbero essere più stretti ed è straordinaria la collaborazione che abbiamo su una vasta gamma di problemi nel mondo”.

Il presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella con il presidente degli Stati Uniti d’America Barack Obama dopo l’incontro allo Studio Ovale

Dal canto suo Mattarella ha risposto che “la stretta collaborazione transatlantica ci consente oggi e ci consentirà domani di fronteggiare sfide nuove e di sconfiggere i nemici della pace e dei diritti umani”.
Nel corso degli incontri istituzionali, Mattarella ha poi partecipato ad una colazione offerta dal vicepresidente degli Stati Uniti Joe Biden. A Capitol Hill ha invece avuto un colloquio con il presidente della Camera dei Rappresentanti, Paul Ryan, e con la Minority Leader, Nancy Pelosi, insieme ad una rappresentanza bipartisan e bicamerale della leadership del Congresso. Infine ha incontrato una rappresentanza della Italian American Congressional Delegation.
La tappa di Washington ha previsto infine un omaggio al Milite Ignoto al Cimitero nazionale di Arlington e alla tomba del presidente John Fitzgerald Kennedy e la visita alla mostra “Potere e pathos, bronzi del mondo ellenistico” e alla collezione italiana della National Gallery.
 
NEW YORK 
La tappa newyorkese del viaggio americano è invece iniziata alle Nazioni Unite. 
Nel Palazzo di Vetro il Capo dello Stato ha incontrato il presidente dell’Assemblea generale, Mogens Lykketoft e il Segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon. In agenda la lotta al terrorismo internazionale e all’emergenza umanitaria provocata dall’ondata migratoria, la presenza italiana nei vari teatri di crisi e il seggio non permanente al Consiglio di sicurezza per il biennio 2017-2018.
Successivamente il capo dello Stato ha deposto un mazzo di fiori al Memoriale dell’11 settembre al Ground Zero. Incontrando al Museo Guggenheim di New York la comunità italiana, alla presenza del Governatore dello Stato di New York, Andrew Cuomo, Mattarella ha ringraziato “la collettività italiana e italo-americana per il caloroso benvenuto”.
 
Visitando il museo dell’immigrazione a Ellis Island, ha detto: “Qui sono passate milioni di persone e si sono realizzate milioni di speranze”. New York invece “ha rappresentato a lungo un porto di approdo per i connazionali alla ricerca di migliori condizioni di vita rispetto a quelle offerte dal nostro Paese alla fine dell’800 o all’indomani delle due Guerre Mondiali. L’America – ha continuato – ha aperto loro le porte, dimostrando come accoglienza ed integrazione rappresentino la spina dorsale di qualunque società che voglia definirsi autenticamente democratica, libera e forte”.
Alla City Hall, il sindaco italo-americano Bill de Blasio per l’occasione ha proclamato l’11 febbraio 2016 giorno dedicato al presidente della Repubblica Italiana.

Sergio Mattarella con il sindaco di New York Bill de Blasio, italoamericano di terza generazione

Ultima tappa la Columbia University dove Mattarella ha pronunciato il suo intervento dal titolo: “Leadership in the age of change: managing current development”. Sul terrorismo ha detto: “Ciò che veramente non possiamo permetterci è cercare di combattere l’instabilità rinunciando ai valori fondanti della nostra società. Agendo diversamente – ha spiegato – potremo forse vincere alcune battaglie, assicurarci qualche vantaggio transitorio, ma finiremmo per dimenticare, e irrimediabilmente mancare, il nostro obiettivo fondamentale: assicurare a ciascuno libertà, benessere e progresso in misura pari a quella di cui noi stessi possiamo oggi godere”. 
 
Sulla politica nazionale ha detto: “L’Italia attraversa un periodo di cambiamento e di riforme passi che stanno consentendo un significativo recupero di efficienza e di competitività per il nostro Paese, la cui economia, non a caso, è tornata a crescere nel 2015 e, secondo le previsioni più attendibili, consoliderà questa dinamica positiva nel 2016”.
 
HOUSTON
“C’è la suggestione – ha ammesso Mattarella – di sentirsi ai confini della conoscenza, e c’è anche l’orgoglio. È una visita emozionante e affascinante ed è motivo di orgoglio per l’Italia, che ha una lunga storia nell’attività spaziale”.
A Houston si è tenuta l’ultima tappa del viaggio statunitense. Al Johnson Space Center, base Nasa in cui ha sede il Mission Control Center che dirige tutti i voli spaziali, Mattarella ha incontrato gli astronauti “azzurri” Samantha Cristoforetti, Roberto Vittori, Paolo Nespoli, Luca Parmitano e Walter Villadei.
 
Accolto dal capo del protocollo della Nasa, Susan Anderson, ha poi avuto un incontro con una rappresentanza del Sonny Carter Training Facility, del Neutral Buoyancy Laboratory, dello Space Vehicle Mockup Facility e del Christopher C. Kraft, Jr. Mission Control Centers. Mattarella ha infine incontrato la collettività italiana e il sindaco Sylvester Turner che gli ha consegnato le chiavi della città: “Consideri Houston la sua seconda casa”.
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