“Per ricostruire il nostro Paese dopo la drammatica epidemia sarà necessario recuperare ispirazioni e, quindi, tornare a sognare e a far sognare. E questo è il compito precipuo dell’arte, della creatività e degli artisti”. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha mandato un messaggio di solidarietà agli artisti, tra le categorie professionali più penalizzate dalla pandemia visto “che si nutrono e vivono di vicinanza, di prossimità, di contatto diretto tra le persone e con il pubblico”, nel corso della 65° cerimonia dei David di Donatello.

Una festa del cinema decisamente atipica, senza red carpet e con i candidati alla statuetta più ambita del cinema italiano, collegati da casa via web.
Il trionfatore della serata è stato ‘Il traditore’ di Marco Bellocchio. Ha vinto per il miglior film, il miglior regista; Pierfrancesco Favino come miglior attore protagonista, e Luigi Lo Cascio come miglior attore non protagonista; a Ludovica Rampoldi, Valia Santella, Francesco Piccolo e allo stesso cineasta ottantenne Bellocchio è andato il David per la miglior sceneggiatura originale. Il film si è imposto su ‘Martin Eden’, ‘Il Primo Re’, ‘La Paranza dei Bambini’, ‘Pinocchio’.

Tre i grandi omaggi durante la serata. Il primo a Franca Valeri, fra poco centenaria, a cui è andato il Premio David di Donatello Speciale 2020 per aver “rivoluzionato la comicità e l’immagine femminile dal secondo dopoguerra” con l’invenzione di personaggi simbolo come La Signorina Snob, la sora Cecioni, Cesira la manicure, che ancora oggi sono considerati un vero e proprio “must to see” nel panorama artistico italiano.
Attrice, sceneggiatrice e scrittrice, Franca Valeri ha iniziato con personaggi del calibro di Alberto Lattuada e Federico Fellini condividendo poi la scena con mostri sacri come Mario Monicelli, Dino Risi, Luciano Salce e Alberto Sordi. Un ricordo speciale è stato invece dedicato ad altri due mostri sacri del cinema italiano: Alberto Sordi e Federico Fellini di cui ricorrono i cento anni dalla loro nascita.

Il Presidente Sergio Mattarella al termine della cerimonia di presentazione dei candidati ai Premi “David di Donatello” per l’anno 2019

Ecco il messaggio di Mattarella:

“Con mio grande rammarico, quest’anno, per le ben note ragioni di sicurezza sanitaria, non è stato possibile organizzare al Quirinale la cerimonia di presentazione delle candidature ai David di Donatello. Desidero egualmente far pervenire a tutti i candidati e ai vincitori degli ambiti premi cinematografici i miei complimenti e i miei auguri più sentiti. Un saluto e un augurio particolarmente affettuoso a Franca Valeri: un premio alla carriera che esprime anche la riconoscenza degli italiani.

Il mondo del cinema sta subendo, in misura particolarmente pesante, le conseguenze della terribile epidemia che si è abbattuta improvvisamente sulla nostra esistenza, sconvolgendone usi, abitudini, progetti e realizzazioni.

E, a ben vedere, tutte le professioni, le arti e i mestieri che si nutrono e vivono di vicinanza, di prossimità, di contatto diretto tra le persone e con il pubblico sono oggi quelli più penalizzati dall’emergenza.

Il cinema – come tanti grandi maestri italiani ci hanno insegnato – è l’arte del sogno. Un sogno che si realizza ogni volta, concretamente, con la collaborazione di tutta una filiera di professionalità – attori, registi, tecnici, sceneggiatori, pittori, scenografi, costumisti, musicisti e tanti altri – e che genera, a livello industriale, un notevole e importante indotto.

Per ricostruire il nostro Paese dopo la drammatica epidemia sarà necessario recuperare ispirazioni e, quindi, tornare a sognare e a far sognare. E questo è il compito precipuo dell’arte, della creatività e degli artisti. Un compito alto, che la nostra Costituzione disegna all’art. 9, che affida alla Repubblica il compito di promuovere lo sviluppo della cultura e di tutelare il nostro patrimonio storico e artistico.

Oltre a rinnovare le congratulazioni e gli auguri per i vincitori di questa edizione così particolare dei David di Donatello, vorrei, alla luce di quanto ho appena scritto, esprimere sentimenti di vicinanza e di solidarietà per tutti i lavoratori dello spettacolo – cinema, teatro, musica, lirica, danza – e alle loro famiglie che, in questo periodo, stanno compiendo sacrifici e affrontando pesanti difficoltà. Sottolineando, al contempo, la richiesta alle istituzioni di operare per salvaguardare, concretamente, lavoro e patrimonio artistico.

L’augurio – o, se vogliamo, il “sogno” – che vi affido con queste righe è che la imminente e complessa fase di rinascita economica – così come accadde dopo la guerra, con i capolavori del neorealismo – sia accompagnata da una nuova esplosione di creatività, di cultura, di arte e di bellezza. Ne avvertiamo davvero il bisogno”.


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