The Loggiato di San Francesco in Fabriano.Copyrighted work available under Creative Commons Attribution. Author: Victortorresan. License:https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0/
Promuovere il turismo è diventata una priorità nelle Marche, regione in cui convivono i paesaggi più disparati e suggestivi.
Ed è per questo che i responsabili regionali del turismo hanno cercato di cogliere nuove opportunità di business, grazie alla “La Borsa del Turismo Rurale e Scolastico”, manifestazione svoltasi a Fabriano con grande affluenza e promossa dalla Comunità Montana dell’Esino Frasassi per promuovere l’offerta turistica locale e il nuovo brand “Colli Esini Frasassi” sui mercati nazionali ed esteri.
Sono ben 800 i km di costa e le Marche finora erano note soprattutto per il turismo balneare. Ma l’entroterra, così ricco di natura, storia, arte e cultura, merita di essere valorizzato e conosciuto. La Borsa, resa possibile dal progetto Tur 2 – “Promozione del territorio, delle tipicità e del turismo dei Colli Esini nell’era Web 2.0”, cofinanziato dal Gal Colli Esini, ha permesso di far conoscere luoghi incantati ed incontaminati, adatti a chi ama la natura e la vita all’aria aperta, ai cicloturisti, alle scolaresche, insomma ad una notevole tranche di turismo.
Partendo da Fabriano, scopriamo che il vocabolo “Fabriano” trae origine da “Faberius”, proprietario del fondo su cui si eresse la città. Poi nel Medioevo diventò “Fabriano”, anche perché era molto sviluppata in città l’attività dei fabbri. Il territorio di Fabriano si trova a cavallo dell’Appennino umbro-marchigiano e per la sua felice posizione favorì fin dalla preistoria l’insediamento di comunità stabili. Numerose sono le testimonianze di antropizzazione risalenti al paleolitico. Nell’età del ferro si diffusero ampiamente, la civiltà picena e quella umbra, autoctone, mentre nel corso del IV secolo a.C. vi si attestarono i galli senoni, di origine celtica.

Da vedere, il medievale palazzo del Podestà nella centrale piazza del Comune. Eretto nel 1255, in pietra bianca di Vallemontagnana, modificato più volte, comprende 3 corpi di fabbrica, dei quali quello centrale presenta il caratteristico voltone ogivale di sottopasso della strada e le eleganti trifore. Al di sotto dell’arcone restano interessanti affreschi del XIII-XIV secolo. Il palazzo del Comune risale al 1350. Ricostruito nel 1690, è l’antica dimora dei Chiavelli, signori della città fino al 1435, e conserva l’androne voltato a crociera del XIV secolo e, nel cortile, il lapidarium con epigrafi e cippi provenienti dai municipi romani di Attidium (Attiggio), Tuficum (Borgo Tufico) e Sentinum (Sassoferrato).
La Pinacoteca Civica Molajoli e 3 chiese del circuito urbano ospitano fino al 30 novembre la bella mostra “Da Giotto a Gentile” con oltre 100 opere tra cui dipinti, pale d’altare, tavole, affreschi staccati, anche sculture, oreficerie rarissime, miniature, manoscritti, codici, sculture concesse in prestito dai più prestigiosi musei italiani e stranieri.
Il Museo della Carta e della Filigrana di Fabriano è all’interno dell’ex convento dei padri domenicani e tramanda la secolare tradizione della produzione della carta che rende Fabriano una città unica in Europa.
All’interno vi è una fedele riproduzione della gualchiera medievale per la fabbricazione della carta a mano e un’importantissima collezione di filigrane antiche e moderne. In loco è stata ricostruita una cartiera medievale, dove è possibile osservare l’intero ciclo di lavorazione.
L’oratorio della Carità fu decorato alla fine del sec. XVI con un prezioso ciclo affrescato, raffigurante le opere di Misericordia Spirituale e Corporale, realizzato dal pittore manierista urbinate Filippo Bellini. Il portale gotico in pietra proviene dall’ex monastero di Sant’Antonio fuori le mura.
Nel territorio, il borgo di Cupramontana ospita il Museo Internazionale dell’Etichetta del Vino, nel gentilizio Palazzo Leoni, costruito per volontà dell’omonima famiglia alla fine del 1700 dall’architetto Don Apollonio Tucchi.
L’esposizione, nata dalla collezione personale di Franco Rossi, primo curatore del Museo, è stata ideata dallo storico e critico d’arte Armando Ginesi e, dopo l’apertura del Museo nel 1987, si è ulteriormente ampliata con nuove raccolte provenienti da tutto il mondo.
Si consiglia poi una visita a Serra San Quirico, che possiede un centro storico ben conservato dal caratteristico impianto medievale; una vera particolarità sono le Copertelle, passaggi coperti che corrono lungo le mura del paese, la torre principale di difesa detta Cassero, la chiesa barocca di Santa Lucia con campanile terminante a bulbo e le tele di Pasqualino Rossi con le storie di Santa Lucia, suo capolavoro nelle Marche, del XVII secolo.
A Serra de’ Conti non si può mancare una visita al suggestivo Museo delle arti monastiche, che racconta 700 anni di vita monacale, mentre a Matelica numerosi e pregiati sono i reperti romani. Le grotte carsiche di Frasassi nel comune di Genga fanno parte del Parco naturale regionale della Gola della Rossa e di Frasassi e non hanno bisogno di presentazione: da 40 anni attirano frotte di turisti in ogni stagione. Davvero da non perdere!
Ottimi e unici i prodotti tipici enogastronomci di questo territorio, tra i quali spiccano il vino Verdicchio dei Castelli di Jesi e Verdicchio di Matelica, salumi, formaggi, cereali, carni, dolci. L’azienda Terra Grata si trova tra le colline di Serra De’ Conti e Montecarotto a pochi chilometri dalle grotte di Frasassi. La produzione è caratterizzata dall’allevamento di bovini da carne, cerealicolo e dalla produzione di confetture di piccoli frutti.

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