(Ph David Mark da Pixabay)

Il Santa Maria della Scala di Siena ospita la mostra Una città ideale. Dürer, Aldorfer e i Maestri Nordici della Collezione Spannocchi di Siena curata da Cristina Gnoni Mavarelli, Maria Mangiavacchi e Daniele Pittèri.

L’esposizione, promossa dal Comune di Siena e dal Polo Museale della Toscana, si configura come una tappa del processo di riunificazione dei dipinti della Collezione Spannocchi, donati al Comune nel 1835 e conservati in larga parte nella Pinacoteca Nazionale e nel Museo Civico di Siena, presso il Santa Maria della Scala, secondo quanto previsto nell’ambito dell’accordo di valorizzazione del “Sistema museale cittadino” stipulato fra il Comune di Siena e il Ministero per i Beni e le Attività Culturali il 29 giugno 2017.

La mostra in attesa dell’auspicata ricomposizione di quella che è senz’altro la più rilevante raccolta senese, sia per l’elevata qualità delle opere che per la storia del collezionismo cittadino, intende proporre una significativa selezione delle opere fiamminghe e ‘nordiche’ della Collezione Spannocchi, esposte in un percorso tematico ed organizzate cronologicamente. L’occasione è data dalla possibilità di ottenere in prestito i due straordinari pannelli di Albrecht  Altdorfer raffiguranti Storie di san Floriano, alla Galleria degli Uffizi dal 1914, ma già facenti parte della Collezione.

Fra i dipinti più importanti, preziosa risulta la tela di Albrecht Durer con il mirabile San Girolamo, firmato e datato 1514, l’elegante Lucrezia di pittore legato alla cerchia di Lucas Cranach, La decapitazione del Battista, attribuita ad un artista tedesco collaboratore di Altdorfer e la Torre di Babele, dove l’anonimo pittore indulge nella animata descrizione di un’umanità intenta alle occupazioni più disparate in cui spicca l’imponente costruzione centrale, ricca di ardite soluzioni architettoniche.

La mostra  al Santa Maria della Scala consente di cogliere lo spirito collezionistico che interessò dapprima i Gonzaga a Mantova (da cui proviene parte della collezione) e, successivamente, le famiglie Piccolomini e Spannocchi a Siena. Come dichiara l’architetto Anna Di Bene, Soprintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Siena, Grosseto e Arezzo, “studi recenti hanno evidenziato l’assoluta singolarità della collezione, accresciutasi attorno un nucleo originario appartenente ai Gonzaga, e quindi formata da opere di ambito eterogeneo, nelle quali si rispecchiano le scelte cosmopolite dei proprietari.

L’Europa del Nord costituiva, nei secoli tra il XV e il XVII, un riferimento importante per le corti italiane, che ad essa erano unite non solo da relazioni di tipo commerciale, ma da una fitta rete di scambi culturali, dei quali la Collezione Spannocchi costituisce per Siena una rara fonte di informazioni e testimonianze materiali.”

“L’esposizione  che si deve alla rinnovata collaborazione tra la Pinacoteca Nazionale e il Comune di Siena – spiega il sindaco Luigi De Mossi –  si configura come un evento di particolare importanza per la città, e dal prossimo anno, costituirà una nuova sezione permanente del percorso espositivo dell’antico Spedale arricchendone l’offerta e, soprattutto, consentendo finalmente la piena valorizzazione di un grande patrimonio”.

La mostra è promossa dal Comune Siena, dal Santa Maria della Scala, dal Polo Museale della Toscana- Pinacoteca Nazionale di Siena e dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le Province di Siena, Grosseto e Arezzo, con il sostegno di Opera-Civita.


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