Loano, 12.042 abitanti nella provincia di Savona in Liguria.
Situato sulla costa della Riviera di Ponente, alla foce del torrente Nimbalto, fra i comuni di Pietra Ligure e Borghetto Santo Spirito, dista dal capoluogo 34 km ed è il sesto comune della provincia in ordine di popolosità.
La sua posizione, protetta da un arco di montagne di cui la più alta è il monte Carmo (1389 metri), fa sì che Loano possa godere di una situazione climatica particolarmente favorevole. Loa o Lêua in ligure, ha origini preromane ma durante l’epoca romana si riempì di ville: un mosaico di età imperiale è visibile nel piano nobile di Palazzo Doria.
Nell’ VIII secolo divenne feudo del monastero dei Benedettini che fondarono nei pressi del porto l’attuale la chiesa di Loreto. Nel corso del XII secolo fu dominio vescovile della vicina Albenga fino all’acquisto da parte di Oberto Doria nel 1263 che, insieme al figlio Raffo, convinse gli abitanti a spostarsi vicino alla costa.
Dal 1263 fino all’epoca napoleonica, escluso un breve periodo di dominazione Fieschi, la città fu ininterrottamente contea dei principi Doria, i quali lasciarono sul territorio, una importante collezione di simboli, anche architettonici, che rappresentano la città. I Doria furono una delle famiglie nobiliari più importanti della storia d’Italia, con possedimenti in Liguria, Piemonte, Lazio, Basilicata, Puglia, Campania, Sardegna.
Porta il nome di uno dei discendenti della casata, l’ammiraglio della Repubblica cinquecentesca di Genova Andrea D’Oria, il più famoso transatlantico italiano. Erede dei transatlantici degli anni trenta, l’Andrea Doria era la più grande e veloce nave da passeggeri della flotta italiana. Il 25 luglio 1956, l’Andrea Doria, diretta a New York, si scontrò con la nave svedese Stockholm della Swedish America Line, in quello che fu uno dei più famosi e controversi disastri marittimi.
Monte Cavallo, 155 abitanti nella provincia di Macerata nelle Marche.
Sorge nell’area montana compresa tra il confine con l’Umbria e il Parco Nazionale dei Monti Sibillini, sulle pendici settentrionali dell’omonimo monte. Il suo territorio, nel quale si estende anche la Riserva Naturale Montagna del Torricchio, si articola in frazioni disposte su diversi livelli altitudinali.
È un comune sparso, ha la sede comunale in località Piè del Sasso, ed è uno dei più piccoli della provincia di Macerata, punto di partenza ideale per itinerari gastronomici e un turismo lontano dalle zone affollate. Nel centro storico del paese, di tipico aspetto medievale, spiccano il campanile della chiesa parrocchiale e i resti della torre.
Il territorio, che vive di agricoltura, pastorizia e artigianato, è costellato di chiesette, come San Niccolò, con all’interno una croce in rame dorato del sec XIV secolo e affreschi del XV e del XVI secolo, la chiesa di Cerreto con una crocifissione e la Madonna del De Magistris, la chiesa Santa Maria Assunta con una croce in rame dorato, la chiesa di San Benedetto, un tempo abbazia benedettina, con un bel portale in calcare rosato (San Benedetto è il patrono del paese ed è celebrato a marzo) e la chiesa di San Michele Arcangelo.
Poco distante dal paese, ad un’altezza di circa 1000 metri, c’è il complesso del Santuario di Macereto considerato la massima espressione dell’architettura rinascimentale nelle Marche. È situato nell’omonimo altipiano, nei cui pressi sorgeva un tempo il castello dei conti di Fiastra. A Monte Cavallo in estate si tiene la sagra del castrato e del formaggio pecorino che, oltre alle carni e ai prodotti caseari, offre l’occasione per degustare tutti i prodotti tipici locali. Così come la manifestazione gastronomica itinerante “I Tesori dei Sibillini”.
Nicolosi, comune di 7 492 abitanti della città metropolitana di Catania in Sicilia
Deve il suo nome al monastero benedettino di San Nicola all’Arena (dalla natura geologica del terreno su cui sorge, la terra sabbiosa, la rena), situato nel suo territorio fin dal 1359, la cui costruzione fu ordinata dal vescovo di Catania, Marziale, dove era già esistente un ospizio per i frati del cenobio annesso alla chiesa di Santa Maria. Le prime case si svilupparono attorno al monastero, ma dopo molte eruzioni e distruzioni, il monastero fu abbandonato e gli abitanti ricostruirono l’abitato in una zona più bassa, dove fu anche costruita la prima chiesa madre dedicata all’Immacolata, che fu sepolta dalle sabbie eruttive dell’eruzione dell’Etna del 1669, come tutto il paese, e oggi si trova sotto le case. Il paese venne ricostruito intorno al 1670-1680, periodo in cui furono edificati chiese e palazzi.
Nel 1886 il paese venne minacciato da una nuova colata lavica, fu ordinato lo sgombero del paese ma il braccio di lava si fermò a soli cento metri dalle prime case, e il 13 giugno (giorno del santo patrono del paese, Sant’Antonio di Padova e della Pentecoste) gli abitanti ritornarono nel loro paese. Dall’immediato dopoguerra, i pendii sud-orientali dell’Etna sono diventati meta di villeggiatura estiva della popolazione catanese, che vi ha costruito le seconde case dalle linee architettoniche moderne e dai colori vivaci che male si inseriscono nel paesaggio naturale ed agrario della montagna.
Nicolosi è oggi una nota meta turistica per quanti vogliano raggiungere l’Etna. Sono presenti piste da sci, una funivia panoramica ed è possibile arrivare fino al cratere vulcanico, accompagnati dalle guide. Durante la stagione estiva, l’Osservatorio Astrofisico di Catania organizza attività di divulgazione scientifica all’osservatorio astronomico di Serra la Nave.