This year, Italy celebrates the 160th anniversary of the Unification and 160 years of diplomatic relations with the US. Our countries became diplomatic partners on the 13th of April 1861, when Italy was still a Kingdom and reconfirmed their partnership in 1946 when it became a Republic.
The relationship between Italians and Americans, and our cultural and social exchanges, have progressively intensified in time, joining a well-established set of common ideals, values, and principles, without forgetting transatlantic cooperation. The contribution given by the Italian-American community to the US, and that offered to Italy by American citizens living in the Belpaese, have also grown.
However, we can’t represent the Italian-American community’s contribution to society, its characteristics, and its way of life adequately only by referring to the great migratory influx that brought so many Italians across the ocean, making our language one of the most studied. In other words, the identitarian dimension of more than 20 million proud Italian-Americans cannot be explained in full only through migratory statistics, nor by the evolution of what we used to call “Little Italys.” Historically, Italian-Americans contributed greatly to the development of their adoptive country and, often, they continued to be part of the many changes their Fatherland went through.
While diverse in terms of experiences, origins, connections, and opportunities obtained in the US, Italian-Americans share traits that sometimes penalized them and other times helped them. Millions of people, who integrated into American society and mixed with American people but who, at the same time, chose to wear their origins on their sleeve, too, reclaiming their heritage and their roots in many ways, also linguistically. A multi-faceted, complex universe, where every generation dealt differently with the past it left back in some forgotten village in the Alps or the Apennines. Where every individual dealt differently with his or her own family history, with traditions, with religious practices; with the idea of communitarian redemption or personal success, but also with the opportunities and obstacles of today, and the dreams and opportunities of the future, all within a continuously evolving, multi-cultural society.
This edition opens Italian Heritage Month and it is the greatest honor to have Ambassador Mariangela Zappia on the pages of our newspaper, which has been the voice of the Italian-American community on the West Coast for 113 years.
L’Italo-Americano’s added value lies in its longevity, which makes it the oldest community newspaper in the US. The century that weighs on our shoulders mirrors the evolution of Italians in America: often difficult, but also filled with amazing achievements. If, on the other hand, we look forward, we can discern marvels that speak of scientific discoveries, aerospace collaborations, and technological innovation, all sectors that represent today’s leading edge. It’s been an incredible journey, that erased most of the prejudices our community had to endure until some years ago, also thanks to the diplomatic contribution of our Embassy, which created privileged connections with American institutions, emphasizing how a community like ours — that holds on to its original values while contributing to the development of America — is an added value for the United States.
L’Italo-Americano has been working incessantly on this process, promoting the knowledge of the community and its Italian and Italian-American protagonists, but also that of our Made in Italy, and of its principles of authenticity, quality, and excellence, in opposition to the Italian-Sounding market. We’ve been urging our readers to get to know and love a country that is no longer the one migrants left behind centuries ago, even though some may still believe it today. Italy is an innovative, pioneering nation at international level which, even during the pandemic, showed the ability to react earlier and better than many others, if we consider that, today, 8 in 10 Italians are fully vaccinated. L’Italo-Americano carries on its mission with pride and confidence — and not only during Italian Heritage Month — to support the development of a modern conception of Italian-American culture and identity, one that celebrates the past, of course, but is also aware and proud of the promising inheritance we’ve been creating for the new generation.
Nell’anno in cui la Repubblica Italiana celebra 160 anni di unità del Paese, ricorrono anche i 160 anni delle relazioni diplomatiche con gli Stati Uniti d’America, avviate il 13 aprile del 1861 con l’allora Regno d’Italia e poi riaffermate nel 1946 quando l’Italia è diventata una Repubblica.
Al di là della comunanza di ideali, valori e principi e della cooperazione transatlantica, si sono andate progressivamente intensificando le relazioni tra i popoli, così come sono cresciuti gli scambi sociali e culturali. Allo stesso modo è aumentato il contributo fornito dalla numerosa comunità di origine italiana negli Usa e, reciprocamente, dai cittadini statunitensi residenti nel Belpaese.
I grandi flussi migratori che hanno portato ad avere oggi milioni di italiani oltreoceano e che spiegano perché l’italiano sia tra le seconde lingue più studiate, non riescono però a rappresentare adeguatamente il contributo, le caratteristiche e anche la vita del gruppo italoamericano che vive in un costante interscambio tra due mondi. Non sono cioè i numeri delle partenze per gli States nelle varie ondate migratorie o l’evoluzione di quello che un tempo erano le Little Italy che possono raccontare la dimensione identitaria di più di 20 milioni di americani che oggi rivendicano con orgoglio di avere radici italiane. Nel corso della storia statunitense, gli italoamericani hanno notevolmente contribuito allo sviluppo della patria adottiva e spesso, da lontano, hanno continuato a partecipare alle evoluzioni che contemporaneamente attraversava la storia della penisola lasciata alle spalle. Un gruppo eterogeneo per le esperienze, le provenienze, le relazioni, le opportunità avute o meno nel Paese delle mille possibilità, ma accomunato da tratti comuni che talvolta ci hanno penalizzato e talvolta agevolato. Questi milioni di persone si sono integrati, mescolati e assimilati così come hanno scelto di conservare tratti marcatamente etnici, rivendicando appartenenze, anche linguistiche, precise.
Un universo multiforme e complesso dove ogni generazione ha fatto i conti in maniera diversa con il passato lasciato in qualche villaggio sperduto tra le Alpi o gli Appennini, con l’eredità familiare, le tradizioni, gli usi, le pratiche religiose, il senso del riscatto comunitario o dell’affermazione personale, ma anche con le opportunità o le chiusure del presente, le aspettative e le possibilità del futuro, dentro un ventaglio sociale in continua evoluzione come è il conglomerato multiculturale americano.
Questa edizione apre l’Italian Heritage Month e non ci poteva essere onore più grande di ospitare l’Ambasciatrice Mariangela Zappia sulle pagine de L’Italo-Americano che da 113 anni rappresenta la voce della comunità italoamericana della West Coast.
Il valore aggiunto del nostro giornale sta in questa longevità che lo porta ad essere il più antico giornale di comunità degli Stati Uniti. Non un vanto o un primato. Se percorso a ritroso questo secolo sulle spalle racconta tutto il cammino evolutivo che hanno fatto gli italiani in America: travagliato spesso ma anche ricco di grandi traguardi. Se viceversa si guarda avanti si incontrano quelle sorti magnifiche e progressive che ci raccontano di scoperte scientifiche, collaborazioni nel campo dell’aerospazio e innovazione tecnologica nei più diversi settori, che costruiscono l’avanguardia dei nostri giorni. Un percorso incredibile che ha cancellato buona parte dei pregiudizi che fino a qualche anno fa affliggevano gli italiani d’America, grazie anche all’incessante lavoro diplomatico dell’Ambasciata che ha tessuto rapporti privilegiati con le istituzioni americane, enfatizzando il valore aggiunto per gli stessi Stati Uniti di una comunità che mantiene saldi i valori e i legami con la madrepatria, contribuendo al contempo al progresso dell’America.
Un processo a cui sta lavorando incessantemente L’Italo-Americano, promuovendo la conoscenza della comunità e dei protagonisti italiani e italoamericani, così come il valore del made in Italy, i principi dell’autenticità, della qualità e dell’eccellenza rispetto a tutto il mercato del fake e dell’Italian sounding, e sollecitando la conoscenza di un Paese che non è più quello che si lasciavano alle spalle gli emigrati dei secoli scorsi, nonostante molti, anche tra gli italoamericani di oggi, ancora lo pensino. Una nazione all’avanguardia a livello internazionale, che anche durante la pandemia ha dimostrato di saper reagire prima e meglio degli altri, considerato che a oggi otto italiani su dieci sono ormai vaccinati. Una missione divulgativa e costruttiva che L’Italo-Americano porta avanti con orgoglio e fiducia, non solo durante l’Italian Heritage Month, per una moderna concezione della cultura e dell’identità italoamericana, che celebri sì il passato ma guardando al lascito promettente da trasmettere alle nuove generazioni.